La scuola di Atene di Raffaello, analisi dell’opera

La scuola di Atene è uno degli affreschi più celebri e significativi del Rinascimento italiano, opera del geniale pittore Raffaello Sanzio. Si trova nella Stanza della Segnatura, una delle quattro stanze decorate da Raffaello nei Musei Vaticani, su commissione di papa Giulio II. L’affresco occupa la parete ovest della stanza e misura circa 770 x 500 cm. Fu realizzato tra il 1509 e il 1511, quando Raffaello aveva circa 26-28 anni.

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La scuola di Atene di Raffaello

L’opera rappresenta la filosofia, una delle quattro discipline del sapere umanistico, insieme alla teologia, alla poesia e alla giurisprudenza, che sono raffigurate nelle altre pareti della stanza. La filosofia è intesa come la ricerca della verità razionale e naturale, in contrapposizione alla verità rivelata e soprannaturale della teologia. La scuola di Atene è quindi una celebrazione della cultura classica e del suo recupero nel Rinascimento, ma anche un omaggio alla civiltà romana e al papato come suoi eredi.

L’affresco mostra una grande scena ambientata in un edificio classico, con archi, colonne, nicchie e statue. Al centro si apre una volta a botte con un cielo azzurro e nuvole bianche. Il pavimento è decorato con motivi geometrici che creano un effetto di prospettiva lineare. L’architettura è ispirata alle opere di Bramante, l’architetto preferito da Giulio II e amico di Raffaello.

Nell’edificio si trovano numerosi personaggi, che rappresentano i più grandi filosofi, matematici, astronomi, scienziati e artisti dell’antichità greca e romana. Essi sono divisi in gruppi secondo le loro affinità intellettuali e dialogano tra loro in varie pose ed espressioni. Alcuni personaggi sono riconoscibili grazie ai loro attributi o alle loro somiglianze con ritratti antichi o contemporanei. Altri invece sono più difficili da identificare o sono oggetto di dibattito tra gli studiosi.

Al centro dell’affresco si trovano i due filosofi più importanti della tradizione occidentale: Platone e Aristotele. Platone è raffigurato come un vecchio con la barba bianca e il mantello rosso. Tiene in mano il Timeo, uno dei suoi dialoghi più celebri, in cui espone la sua teoria delle idee. Con il braccio alzato indica il cielo, simbolo del mondo intelligibile e trascendente. Aristotele è raffigurato come un uomo maturo con la barba nera e il mantello blu. Tiene in mano l’Etica Nicomachea, uno dei suoi trattati più famosi, in cui espone la sua teoria dell’etica e della politica. Con il braccio teso indica la terra, simbolo del mondo sensibile ed empirico.

Platone e Aristotele sono i capostipiti di due correnti filosofiche opposte: l’idealismo e il realismo. Platone sostiene che la realtà vera è quella delle idee, che sono modelli perfetti e immutabili delle cose sensibili. Aristotele sostiene invece che la realtà vera è quella delle cose sensibili, che hanno una forma e una sostanza proprie. Questa contrapposizione si riflette anche nella disposizione dei personaggi ai lati dei due filosofi.

A sinistra di Platone si trovano i filosofi che seguono la sua visione idealista o metafisica. Tra questi si possono riconoscere: Socrate, il maestro di Platone, che dialoga con alcuni giovani; Pitagora, il fondatore della scuola matematica che credeva nell’armonia dei numeri; Eraclito, il pensatore del divenire e del fuoco; Diogene, il cinico che viveva come un cane; Zenone di Elea, l’autore dei paradossi sul movimento; Epicuro, il fondatore della scuola atomista che predicava il piacere come bene supremo. Inoltre, si possono notare alcuni personaggi che non sono propriamente filosofi, ma che hanno contribuito alla cultura classica con le loro opere artistiche o scientifiche. Tra questi si possono riconoscere: Federico II di Mantova, il mecenate di Raffaello, che è ritratto come il re macedone Perseo; Bramante, l’architetto ammirato da Raffaello, che è ritratto come Euclide, il padre della geometria; Michelangelo, il rivale di Raffaello, che è ritratto come Eraclito, il pensatore solitario e malinconico; Raffaello stesso, che si autoritrae con un berretto nero e uno sguardo diretto verso lo spettatore.

A destra di Aristotele si trovano i filosofi che seguono la sua visione realista o empirica. Tra questi si possono riconoscere: Alessandro Magno, il conquistatore del mondo antico e allievo di Aristotele; Crisippo, il fondatore della scuola stoica che insegnava la virtù e la saggezza; Ptolomeo, l’astronomo che elaborò il sistema geocentrico; Strabone, il geografo che descrisse le terre conosciute; Ippocrate, il padre della medicina; Averroè, il filosofo arabo che commentò le opere di Aristotele. Inoltre, si possono notare alcuni personaggi che rappresentano le diverse arti e scienze pratiche. Tra questi si possono riconoscere: un uomo con una bilancia e una spada, che simboleggia la giustizia; un uomo con una penna e un libro, che simboleggia la letteratura; un uomo con una sfera celeste e un compasso, che simboleggia l’astronomia; un uomo con una tavola e un calamaio, che simboleggia la matematica.

La scuola di Atene è quindi un capolavoro di armonia e equilibrio tra le diverse parti dell’affresco. Raffaello ha saputo creare una composizione simmetrica e dinamica, in cui i personaggi sono disposti secondo una forma piramidale e seguono linee prospettiche convergenti verso il centro. Ha anche saputo creare un contrasto cromatico tra i colori caldi e freddi dei mantelli dei due filosofi centrali e dei gruppi ai loro lati. Ha infine saputo rendere con realismo e naturalezza le figure umane, i loro gesti e le loro espressioni, mostrando la sua abilità nel disegno e nella pittura.

La scuola di Atene è un’opera che esprime al meglio lo spirito del Rinascimento italiano, in cui l’uomo è al centro dell’interesse artistico e culturale. È anche un’opera che testimonia la grandezza di Raffaello come artista universale e geniale, capace di sintetizzare le diverse influenze del suo tempo e di creare opere originali e immortali.