Il pugio, pugnale romano

Il Pugio, il pugnale degli antichi romani, era un arma corta in dotazione ai soldati e ai legionari dell’esercito romano antico. Derivava da un’arma prodotta dalla popolazione dei Celtiberi nella Spagna centrale, ed era costituita prevalentemente da una lama foliata dai 18 ai 28 cm di lunghezza e 5 cm di larghezza, che venne utilizzata fino al tardo Impero. Si attaccava alla cintura del legionario attraverso degli anelli e veniva infilata in un fodero, molto spesso riccamente decorato.

L’origine del pugnale romano

I principali produttori di pugnali, attorno al IV secolo a.C, erano i Celtiberi, popolazione della Spagna centrale che aveva una ricchissima tradizione metallurgica e di realizzazione di armi e armature.

La loro principale arma corta era il pugnale biglobulare, così chiamato perché la sua impugnatura aveva due globi, uno sull’estremità e uno alla metà, in modo che questa fosse particolarmente ergonomica. 

Il pugio romano

La lama, costituita in ferro, aveva una lunghezza dai 18 ai 28 cm e una larghezza di circa 5 cm: si trattava di una lama foliata, ovvero simile a quella di una foglia, con una costola centrale che rendeva il pugnale più resistente, tagliente e solido.

Durante le guerre Celtiberiche, e in particolare durante l’assedio di Numanzia del 133 d.C, i romani vennero a conoscenza di quest’arma, che fu quasi immediatamente adottata da tutti i legionari. 

Il pugnale romano

Il pugnale divenne l’arma corta dei soldati romani: aveva  prevalentemente una funzione di bellezza, quasi di rappresentanza, tanto è vero che i pugnali ritrovati sono sempre particolarmente arricchiti con decorazioni. Nella città di Haltern, in Germania, è stato ritrovato uno degli esemplari meglio conservati di pugnale romano.

Il pugnale ha subìto nel corso del tempo poche variazioni, a differenza di tante altre armi, ma si possono identificare tre principali varianti: la prima, quella già citata, aveva una larga lama a foglia con una semplice nervatura al centro. La seconda era dotata di una lama più stretta con due profonde scanalature, mentre la terza, più tarda, aveva una lama ancora più stretta e con i fianchi rettilinei.

Il pugnale si agganciava al fianco dei soldati: i legionari semplici lo portavano sulla sinistra mentre gli ufficiali sulla destra. Alla cintura, chiamata Cingulum, si collegavano degli anelli di sospensione e delle cinghiette di cuoio che sorreggevano il fodero, chiamato anche vagina, dove si inseriva il pugnale.

A differenza di quanto si potrebbe pensare, il pugnale non veniva utilizzato come arma da combattimento, ma più come elemento decorativo dell’intera armatura. 

Il Clunaculum, invece, era un pugnale dalla lama molto larga e leggera, che veniva indossato e agganciato dietro alla schiena, appoggiato sulle natiche: questo tipo di pugnale era invece un’arma secondaria da utilizzare qualora si fosse perso il gladio. Quest’arma era anche utilizzata per i sacrifici, in quanto era particolarmente adatta a tagliare la gola delle vittime.

Sappiamo che durante il periodo Imperiale, per diverse motivazioni di carattere produttivo, la resistenza dei pugnali tende a diminuire, così come la loro bellezza.

I pugnali rimasero sempre un’arma degli Ufficiali e degli alti amministratori dell’esercito ed erano particolarmente adatti per le congiure, in quanto si potevano facilmente nascondere nelle pieghe della toga.

Il pugio. Pugnali famosi

Alcuni pugnali sono entrati nella storia romana. I pugnali i più famosi sono quelli che colpirono per 23 volte Giulio Cesare, alle Idi di marzo del 44 a.C. Cicerone racconta che Cesare fu ucciso esattamente con un “Pugio”, molto probabilmente il biglobulare di origine ispanica. 

L’imperatore Vitellio, nell'”Anno dei Quattro Imperatori“, consegnò il proprio pugnale al console Primo per rassegnare le sue dimissioni, ma i pretoriani gli impedirono di lasciare il posto e trasportarono il pugnale, simbolo del potere Imperiale, nel tempio della Concordia. 

Un pugnale  non utilizzato a dovere, fu quello che avrebbe dovuto colpire l’imperatore Commodo durante la congiura portata avanti dalla sorella Galeria Lucilla. L’uomo incaricato di uccidere Commodo avrebbe infatti esclamato: “Questo è il pugnale che ti porta il Senato!”. 

In questo modo, l’uomo si scoprì, e la guardia del corpo di Commodo ebbe il tempo di intervenire.