La Prima coalizione: la guerra tra la Francia rivoluzionaria e le monarchie europee

La fine del 18° secolo fu un periodo di grandi cambiamenti politici e sociali in Europa. La Rivoluzione francese, iniziata nel 1789 con la presa della Bastiglia, mise in discussione l’ordine stabilito dalle monarchie assolute e propose un nuovo modello di governo basato sui principi di libertà, uguaglianza e fraternità. La Francia rivoluzionaria si trovò però ad affrontare la resistenza e l’ostilità delle altre potenze europee, che temevano il contagio delle idee rivoluzionarie e volevano restaurare i Borboni sul trono francese.

Così, nel 1792, si formò la Prima coalizione, un’alleanza tra la maggior parte delle monarchie europee dell’Ancien Régime contro la Francia. Tra i membri della coalizione c’erano l’Austria, la Prussia, la Gran Bretagna, la Spagna, il Regno di Sardegna, il Regno di Napoli, lo Stato della Chiesa e altri stati minori. La guerra si svolse su diversi fronti: il Belgio, il Reno, l’Italia, i Paesi Bassi, la Spagna e i Caraibi.

La guerra ebbe alterne vicende e durò fino al 1797. Dopo alcuni insuccessi iniziali, la Francia rivoluzionaria riuscì a respingere gli attacchi dei coalizzati e a invadere i Paesi Bassi con l’obiettivo di diffondere la rivoluzione. Ma nel 1793, a causa di contrasti interni tra politici e generali e di una ribellione realista in Vandea, la Francia subì una serie di gravi sconfitte che fecero temere per la sopravvivenza della Rivoluzione.

La situazione si ribaltò grazie alle energiche misure prese dal Comitato di salute pubblica, che rafforzò la determinazione delle armate rivoluzionarie francesi. Nel 1794, la Francia vinse la battaglia di Fleurus e riprese l’avanzata in Belgio, Paesi Bassi e Renania. Nel 1796-1797, il generale Napoleone Bonaparte condusse una brillante campagna in Italia, sconfiggendo gli austriaci in numerose battaglie e costringendoli a firmare il Trattato di Campoformio.

Con questo trattato, la Prima coalizione si sciolse e la Francia ottenne importanti conquiste territoriali: il Belgio, la Savoia, la Renania e alcune isole veneziane. Inoltre, furono create delle Repubbliche sorelle filo-francesi in Italia e in Olanda. Parte della Repubblica di Venezia fu ceduta all’Impero austriaco.

La Prima coalizione fu quindi una guerra cruciale per la storia dell’Europa, che vide il trionfo della Francia rivoluzionaria e l’ascesa di Napoleone Bonaparte. Fu anche una guerra che anticipò le successive guerre napoleoniche, che avrebbero coinvolto nuovamente le potenze europee in conflitti per il predominio del continente.

Ma quali furono le cause e le conseguenze di questa guerra? Quali furono i protagonisti e le strategie militari? Quali furono gli effetti politici e sociali della rivoluzione francese sulle altre nazioni? Cerchiamo di rispondere a queste domande in modo divulgativo.

Le cause della guerra

La Rivoluzione francese fu un evento epocale che cambiò radicalmente il volto della Francia e dell’Europa. La Francia era uno dei paesi più popolosi e potenti del continente, ma era anche afflitta da gravi problemi economici e sociali. Il re Luigi XVI era un sovrano debole e indeciso, incapace di riformare il sistema fiscale e di affrontare il malcontento delle classi popolari. La nobiltà e il clero godevano di privilegi e immunità, mentre il terzo stato, che comprendeva la borghesia, i contadini e gli artigiani, era oppresso da tasse eccessive e da una mancanza di diritti politici.

Nel 1789, il re convocò gli Stati generali, un’assemblea che riuniva i rappresentanti dei tre ordini, per cercare di risolvere la crisi finanziaria dello stato. Ma i deputati del terzo stato, ispirati dalle idee dell’Illuminismo e dalla rivoluzione americana, si ribellarono al sistema feudale e si proclamarono Assemblea nazionale. Il 14 luglio 1789, il popolo di Parigi assaltò la Bastiglia, simbolo del dispotismo reale, e diede inizio alla rivoluzione. Nei mesi successivi, l’Assemblea nazionale approvò la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, che sanciva i principi fondamentali della nuova società, e la Costituzione del 1791, che stabiliva una monarchia costituzionale.

La rivoluzione francese non fu però un processo lineare e pacifico. Al suo interno si svilupparono diverse correnti politiche, che andavano dai moderati ai radicali, dai monarchici ai repubblicani, dai giacobini ai girondini. La rivoluzione dovette anche affrontare la resistenza dei sostenitori dell’Antico regime, sia interna che esterna. Infatti, molti nobili e membri del clero emigrarono all’estero e cercarono l’appoggio delle altre monarchie europee per rovesciare la rivoluzione. Il re stesso tentò di fuggire dalla Francia nel 1791, ma fu arrestato e accusato di tradimento.

Le monarchie europee, in particolare l’Austria e la Prussia, videro nella rivoluzione francese una minaccia per i loro interessi e per la stabilità del continente. Temevano che le idee rivoluzionarie si diffondessero tra i loro sudditi e provocassero sommosse e ribellioni. Inoltre, avevano ambizioni territoriali sulla Francia e sui suoi possedimenti coloniali. Così, formarono una coalizione contro la Francia rivoluzionaria e le dichiararono guerra nel 1792.

La Francia rivoluzionaria non si lasciò intimidire dalla coalizione e rispose con una dichiarazione di guerra all’Austria il 20 aprile 1792. La Francia si presentava come la difensore della libertà dei popoli contro il dispotismo delle monarchie. La guerra era vista anche come un mezzo per esportare la rivoluzione e per eliminare i nemici interni della patria. La guerra era quindi una guerra rivoluzionaria, che coinvolgeva non solo gli eserciti regolari, ma anche i volontari civili, mossi da un forte spirito patriottico e repubblicano.

Le fasi della guerra

La guerra della Prima coalizione si svolse in diverse fasi e su diversi teatri di operazioni. Possiamo distinguere quattro fasi principali:

La prima fase (1792-1793) fu caratterizzata da un’iniziale offensiva francese in Belgio e in Renania, seguita da una serie di sconfitte che portarono alla perdita dei territori conquistati e alla minaccia di invasione della Francia stessa. La Francia dovette anche affrontare la ribellione realista in Vandea e la guerra con la Spagna sui Pirenei.

La seconda fase (1794-1795) vide il rafforzamento della Francia rivoluzionaria grazie alla mobilitazione generale delle risorse umane e materiali sotto la guida del Comitato di salute pubblica. La Francia vinse la battaglia di Fleurus nel 1794 e riprese l’iniziativa in Belgio, in Renania e nei Paesi Bassi. Nel 1795 firmò la pace con la Prussia e con la Spagna.

La terza fase (1796-1797) fu dominata dalla campagna d’Italia di Napoleone Bonaparte, che sconfisse ripetutamente gli austriaci e i loro alleati, conquistando gran parte della penisola e creando delle repubbliche sorelle. Napoleone si dimostrò un abile stratega e un carismatico leader, guadagnandosi la fama e il rispetto dei suoi soldati e dei suoi nemici. La sua vittoria a Rivoli nel 1797 aprì la strada alla firma del Trattato di Campoformio, che pose fine alla guerra con l’Austria e riconobbe le conquiste francesi.

La quarta fase (1798-1801) fu caratterizzata dalla guerra con la Gran Bretagna, l’unica potenza rimasta in guerra con la Francia. La Gran Bretagna aveva il dominio dei mari e poteva minacciare le coste francesi e i suoi possedimenti coloniali. La Francia tentò di contrastare la potenza navale britannica con una spedizione in Egitto, guidata da Napoleone, che aveva l’obiettivo di tagliare le comunicazioni tra la Gran Bretagna e l’India. Ma la spedizione fallì a causa della sconfitta navale di Abukir nel 1798, che lasciò l’armata francese isolata in Egitto. La guerra si concluse con il Trattato di Amiens nel 1802, che ristabilì la pace tra le due nazioni.

I protagonisti e le strategie militari

La guerra della Prima coalizione vide il confronto tra due modelli di esercito e di strategia militare diversi. Da una parte c’erano gli eserciti delle monarchie europee, composti da soldati professionisti, disciplinati e ben equipaggiati, ma anche rigidi e poco adattabili alle situazioni impreviste. Gli eserciti coalizzati erano guidati da generali esperti e nobili, ma anche gelosi e poco coordinati tra loro. La loro strategia era basata su una guerra di posizione, che mirava a difendere i propri confini e a conquistare quelli nemici.

Dall’altra parte c’era l’esercito della Francia rivoluzionaria, composto da volontari civili, motivati dal patriottismo e dall’entusiasmo, ma anche disordinati e male armati. L’esercito francese era guidato da generali giovani e ambiziosi, che dovevano sottostare al controllo politico dei rappresentanti in missione. La loro strategia era basata su una guerra di movimento, che mirava a sorprendere il nemico con attacchi rapidi e audaci.

Tra i protagonisti militari della guerra spiccano alcuni nomi che hanno segnato la storia dell’Europa. Tra i coalizzati possiamo ricordare il duca di Coburgo, comandante delle forze austriache in Belgio; l’arciduca Carlo d’Austria, fratello dell’imperatore Francesco II e abile generale; il duca di York, figlio del re Giorgio III d’Inghilterra e comandante delle forze britanniche nei Paesi Bassi; Horatio Nelson, il celebre ammiraglio britannico che sconfisse la flotta francese ad Abukir; il duca di Brunswick, comandante delle forze prussiane in Renania; Antonio Ricardos, comandante delle forze spagnole nei Pirenei.

Tra i francesi possiamo ricordare Lazare Carnot, il “grande organizzatore della vittoria”, che coordinò le operazioni militari dal Comitato di salute pubblica; Lazare Hoche, il generale che pacificò la Vandea e invase l’Irlanda; Jean Victor Moreau, il generale che vinse a Hohenlinden contro gli austriaci; Jean-Baptiste Jourdan, il generale che vinse a Fleurus contro gli austriaci; Jean-Charles Pichegru, il generale che conquistò i Paesi Bassi; Andrea Massena, il generale che difese Genova dall’assedio austriaco; Charles François Dumouriez, il generale che vinse a Valmy e a Jemappes contro i prussiani e gli austriaci; François Kellermann, il generale che comandò la cavalleria a Valmy; Jean-Baptiste Kléber, il generale che combatté in Egitto e in Vandea; Barthélemy Schérer, il generale che combatté in Italia; Jeannot de Moncey, il generale che combatté in Spagna; Jacques Dugommier, il generale che vinse a Montagne Noire contro gli spagnoli; Jean Lannes, il generale che si distinse in Italia e in Egitto.

Ma il protagonista indiscusso della guerra fu Napoleone Bonaparte, il giovane generale corso che si impose all’attenzione della Francia e dell’Europa con le sue vittoriose campagne in Italia. Napoleone dimostrò una straordinaria capacità di comando, di strategia e di tattica militare. Sapeva motivare i suoi soldati con discorsi ispirati e con la sua presenza sul campo di battaglia. Sapeva sfruttare le debolezze del nemico e colpirlo con rapidità e decisione. Sapeva anche trattare con i governi e le popolazioni dei territori conquistati, creando delle repubbliche sorelle e imponendo delle condizioni di pace vantaggiose per la Francia. Napoleone fu il vero artefice della vittoria della Francia rivoluzionaria e il fondatore del suo impero.

Gli effetti politici e sociali della rivoluzione francese sulle altre nazioni

La guerra della Prima coalizione ebbe degli effetti politici e sociali non solo sulla Francia, ma anche sulle altre nazioni coinvolte nel conflitto. La rivoluzione francese fu infatti un evento che scosse le coscienze e le strutture delle società europee, provocando reazioni diverse a seconda dei contesti.

In alcuni paesi, la rivoluzione francese fu vista come un modello da imitare o da sostenere. Fu il caso delle Repubbliche sorelle create in Italia e in Olanda, dove i patrioti locali si allearono con i francesi per rovesciare i governi assolutisti e per instaurare dei regimi repubblicani ispirati ai principi rivoluzionari. Fu il caso anche di alcuni stati tedeschi, come il Baden, il Württemberg e la Baviera, dove i governanti approfittarono della guerra per introdurre delle riforme liberali e per accrescere la loro autonomia dall’Impero.

In altri paesi, la rivoluzione francese fu vista come una minaccia da combattere o da contenere. Fu il caso delle monarchie europee, che si coalizzarono contro la Francia per difendere i loro interessi e per preservare l’ordine stabilito. Fu il caso anche di alcuni stati italiani, come il Regno di Napoli, lo Stato della Chiesa e la Repubblica di Venezia, dove i governanti cercarono di resistere all’avanzata francese e di reprimere i movimenti patriottici. Fu il caso infine di alcuni movimenti popolari, come la ribellione in Vandea o la guerra dei contadini nel Tirolo, dove i contadini si sollevarono contro le riforme imposte dai francesi o dai loro alleati, considerate contrarie alla loro fede religiosa e alle loro tradizioni.

La guerra della Prima coalizione fu una guerra che cambiò profondamente il volto dell’Europa, segnando la fine dell’Ancien Régime e l’inizio dell’età contemporanea. Fu una guerra che vide il trionfo della Francia rivoluzionaria e l’ascesa di Napoleone Bonaparte. Fu una guerra che anticipò le successive guerre napoleoniche, che avrebbero coinvolto nuovamente le potenze europee in conflitti per il predominio del continente.