Il Concilio di Trento, che fu convocato da Papa Paolo III e si tenne tra il 1545-1563 a Trento, fu il XIX concilio ecumenico della chiesa cattolica.
Il Concilio si riunì in 25 sessioni tra il 13 dicembre 1545 e il 4 dicembre 1563: Papa Paolo III, che convocò il Concilio, supervisionò le prime otto sessioni, mentre dalla dodicesima alla sedicesima sessione vi fu la supervisione di Papa Giulio III e dalla diciassettesima alla 25esima, Papa Pio IV.
Deciso a seguito del dilagare della riforma Protestante, il Concilio di Trento incarnò in pieno lo spirito della cosiddetta “Controriforma”.
Il Concilio decise anzitutto una serie di condanne per eresia nei confronti dei sostenitori del protestantesimo, ma definì anche dei chiarimenti nella dottrina e negli insegnamenti della chiesa cattolica, tra cui il canone biblico, il peccato originale, la salvezza, i sacramenti, la messa e la venerazione dei Santi.
Le conseguenze del Concilio ebbero risultati significativi che riguardarono la liturgia e le pratiche utilizzate dalla Chiesa Cattolica. Il Concilio, fece anche della vulgata Latina il testo biblico ufficiale della Chiesa romana. Benché rimasero validi anche i testi originali in ebraico e in greco, da quel momento venne privilegiata la lingua latina per la traduzione della Bibbia, soprattutto per risolvere i problemi di traduzione che spesso venivano utilizzati dagli eretici per proporre delle interpretazioni alternative ai Testi Sacri.
Il Concilio affermò ufficialmente anche il tradizionale canone cattolico dei libri biblici.
Gli obiettivi e i risultati complessivi del Concilio di Trento furono:
– La condanna dei principi e delle dottrine del protestantesimo, assieme al chiarimento delle dottrine ufficiali della Chiesa Cattolica su diversi punti controversi.
– La riforma della disciplina, per la lotta alla corruzione nell’amministrazione della chiesa e in particolare all’interno dei comitati o delle congregazioni.
– La definizione della Chiesa come ultimo interprete delle Sacre Scritture
– La definizione del rapporto tra la Fede e le opere di salvezza, in risposta alla controversia iniziata da Martin Lutero
– La definizione e la conferma di pratiche cattoliche ampiamente criticate come le indulgenze, i pellegrinaggi, la venerazione dei Santi, delle reliquie e delle immagini della Vergine Maria
Nel 1565, un anno dopo la conclusione dei lavori del Concilio, Papa Pio IV emanò il “Credo tridentino” mentre il suo successore, Pio V, emanò il catechismo Romano, assieme ad alcune revisioni del breviario e del messale. Queste disposizioni portarono alla codifica della cosiddetta “Messa Tridentina“, che rappresentò la forma primaria del rito della messa della chiesa cattolica per i successivi 400 anni.