Bonus matrimonio, sì ai fondi per le imprese

Non passa la proposta di un nuovo bonus per tutte le coppie che si sposano (senza alcun limite di Isee). In Commissione Bilancio alla Camera l’emendamento proposto tre giorni fa al Dl Sostegni bis è stato riformulato. Rimangono, però, i contributi a fondo perduto per le imprese del settore wedding.
Il Decreto, che doveva essere approvato a Montecitorio in settimana, è tornato in Commissione per problemi di copertura economica su alcuni fronti, come segnalato dalla Ragioneria dello Stato. Il via libera definitivo, però, deve necessariamente arrivare entro il 24 luglio in entrambi i rami del Parlamento. Con i sostegni alle imprese nel campo dell’organizzazione dei matrimoni il governo Draghi prova ad aiutare un settore letteralmente messo in ginocchio dalla pandemia da Covid-19.
Bonus matrimoni, la detrazione per gli sposi saltata all’ultimo
Per chi si sposa l’emendamento originale al Dl Sostegni bis prevedeva una detrazione del 25% (cioè da sottrarre all’Irpef da pagare) sulle spese per la cerimonia, fino a un massimo di 25mila euro. La somma più alta, dunque, sarebbe stata pari a 6.250 euro. La misura doveva valere anche per il 2022 e il 2023.
I contributi a fondo perduto per le imprese e il congedo matrimoniale
Il nuovo emendamento prevede però contributi a fondo perduto per le imprese operanti nei settori del wedding, dell’intrattenimento, dell’organizzazione di feste e cerimonie e dell’Hotellerie-restaurant-catering (Horeca). In tutto per il 2021 sono previsti 60 milioni di euro, di cui 10 solo per le aziende Horeca e altri 10 per chi si occupa di intrattenimento e organizzazione di feste e cerimonie diverse dai matrimoni. Per quest’ultimi, quindi, lo stanziamento è di circa 40 milioni di euro.
I criteri e le modalità per richiedere il contributo saranno stabiliti entro 30 giorni dall’approvazione definitiva del Dl Sostegni bis. In ogni caso si dovrà tenere in considerazione il calo di fatturato nel 2020 causa Covid. Si calcolerà quindi la variazione tra gli incassi dell’annus horribilis della pandemia e quelli del 2019.
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