Trovate punte di lancia e asce in ferro del periodo Imperiale romano

Un importante ritrovamento archeologico ha scosso la comunità scientifica in Polonia: un tesoro di armi di ferro è stato scoperto nella foresta demaniale nei pressi di Hrubieszów, vicino al confine con l’Ucraina. Il guardaboschi Mateusz Filipowicz, insieme ad alcuni compagni, ha casualmente rinvenuto i manufatti all’inizio del mese in una zona paludosa, recentemente alterata da macchinari forestali e attività animale. I primi oggetti, pesantemente corrosi e ricoperti di fango, sono emersi scavando una piccola buca.

Inizialmente, l’identificazione degli oggetti era incerta, a causa della loro copertura di sabbia, fango e ruggine. Portati in un garage per la pulizia, si è presto scoperto che non si trattava di residui bellici della Seconda Guerra Mondiale, ma di reperti archeologici di grande antichità. La scoperta è stata immediatamente segnalata al direttore del Museo del sacerdote Stanisław Staszic di Hlubieszów.

Gli oggetti, trasportati al museo in un cesto di funghi, sono stati esaminati da Bartłomiej Bartecki, direttore del museo, che ha identificato nove punte di lancia, due asce da battaglia, un’ascia con lama, un portascudo e due punte o scalpelli, tutti in ferro. Si ritiene che questi oggetti siano stati deliberatamente raccolti e depositati nell’antichità, probabilmente durante il periodo imperiale romano.

Questa scoperta è unica per la regione di Hrubieszów. Solitamente, armi di ferro si trovano nelle tombe dei popoli germanici e vandalici, ma in questo caso non ci sono prove di sepoltura, ossa o ceramiche: solo armi. Ciò suggerisce che qualcuno abbia deliberatamente portato e depositato un contenitore organico pieno di armi di ferro nell’antica palude. Si ipotizza che il tesoro possa essere stato depositato dai Goti, noti per non seppellire armi e utensili di ferro nelle tombe.

Attualmente, gli oggetti sono in fase di conservazione presso il Museo del sacerdote Stanisław Staszic, dove si sta lavorando per rivelare i dettagli nascosti sotto la ruggine e la crosta. Gli archeologi prevedono di tornare sul sito per ulteriori scavi nella prossima primavera.