Tarquinio Prisco. Il Re Etrusco di Roma

Tarquinio Prisco è il primo re di Roma di origine etrusca: fu un regnante influente per la società e la storia romana ed è particolarmente interessante parlare della sua elezione.

Il Re venuto da lontano

La storia di Tarquinio Prisco non iniziò a Roma ma a Tarquinia, capitale del regno etrusco. Figlio di madre etrusca e di padre greco (il suo nome era Demarato di Corinto) la sua famiglia non faceva parte dell’élite e questo non gli consentì di accedere a cariche pubbliche.

Sua moglie, Tanaquilla, gli suggerì di trasferirsi a Roma, città che a livello sociale offriva molte più possibilità d’inclusione, fattore che ha sempre attirato abitanti verso le sue mura.  

Tarquinio decise di dare retta alla consorte e si trasferì a Roma riuscendo a fare fortuna grazie al suo comportamento buono e virtuoso che gli consentì di attirare le simpatie della popolazione e delle classi dirigenti romane.

A lui è legato anche un piccolo mito: appena arrivato a Roma, un uccello gli avrebbe rubato il copricapo per poi restituirglielo e farglielo ricadere esattamente in testa. Un segno, secondo la moglie, esperta in divinazione, che Tarquinio Prisco sarebbe stato destinato a diventare un grande regnante.

Il suo comportamento lo portò a essere gradito anche al re di allora, Anco Marzio, che prima della sua morte lo scelse come suo successore.

Tarquinio Prisco fu sostanzialmente un uomo venuto da lontano, da fuori Roma, che riuscì a fare fortuna e che grazie alla sua virtù si impose all’attenzione della popolazione romana.

La sua attività fu molto importante: dopo la morte di Anco Marzio vi erano molte cose su cui lavorare, a partire dal settore militare fino alla riforma della società.

Le riforme sociali e politiche

Non bisogna dimenticare che Roma si trovava a vivere una situazione di guerra endemica nel Lazio che necessitava di formare forze in grado di difendere la città e contemporaneamente ampliarla.

Tarquinio Prisco si trovò di fronte a tante sfide e tante città che lo combatterono, sfruttando alleanze strategiche.  Battaglie talvolta epiche che lo portarono alla vittoria e a spostare il baricentro del potere sempre più verso Roma.

L’avversario più temibile erano proprio gli etruschi, ma grazie a Tarquinio Prisco i romani ottennero una vittoria decisiva, spingendoli a riconoscere la potenza di Roma nel Lazio e ad accettare di rimanere all’interno dei loro confini.

Tarquinio diede vita anche a un importante riforma dello stato: Roma era una città in grande espansione, la società era sempre più numerosa, sempre più imponente e importante.

Per fare fronte a questi cambiamenti sociali, Prisco aumentò il numero dei senatori per meglio rappresentare le varie parti della popolazione: così aumentò il numero delle famiglie che partecipavano alle elezioni e che decidevano sulle nuove leggi.

Un segno di come la società si stava espandendo. Tarquinio Prisco aumentò anche il numero dei cavalieri che partecipavano all’esercito: altro simbolo dell’espansione della società.

I simboli etruschi

Tarquinio Prisco, influì notevolmente sulla società romana, anche a livello culturale.

Il Re sdoganò infatti a Roma una serie di simboli propri del mondo etrusco: un esempio ne è la divinazione, con tutti i vari metodi correlati di previsione del futuro e interpretazione dei segni propizi e nefasti.

Anche i mantelli che portavano i magistrati o che portavano i soldati e i generali erano tutti dei segni codificati dalla tradizione etrusca che vengono esportati a Roma. O ancora gli anelli e la sedia curule, a forma di stella, che ha rappresentato per secoli l’autorità del magistrato romano.

Un altro esempio importante, considerato ora controverso è rappresentato dai fasci littori. Nella Roma di Tarquinio Prisco e nell’impero successivamente erano considerai un simbolo di potere: si tratta di una serie di bastoni uniti tra di loro a formare un fascio tenuti insieme da una cinghia di cuoio e affiancati da un’ascia. Erano un simbolo importante, la dimostrazione che il re aveva potere di vita e di morte sui suoi cittadini.

Un simbolo di origine etrusca, rovinato dall’uso fatto dal totalitarismo italiano di inizio ventesimo secolo.

Tarquinio Prisco si occupò anche di urbanistica: Roma era una città in grandissima espansione e quindi bisognosa di nuove infrastrutture. Fu lui a costruire il Circo Massimo, dove dar vita a una sua importante istituzione: i Ludi Romani. Fino a quel momento a Roma i giochi venivano organizzati da privati in maniera abbastanza disorganizzata.

Ancora più importante però, e mantenne questo suo status nel corso dei secoli, è stata la costruzione della Cloaca massima, ovvero la struttura fognaria principale di Roma, in grado di gestire e allontanare dalla città le deiezioni di migliaia di persone.

La morte di Tarquinio Prisco

Come si conclude la parabola di Tarquinio Prisco? Purtroppo a causa di un complotto ordito, secondo la leggenda, da uno dei figli maggiori del predecessore Anco Marzio che lo uccide per prenderne il posto. Anche in questo caso furono basilari il comportamento e l’intelligenza della moglie Tanaquilla che riuscì a far eleggere Servio Tullio.

Alla base di questo assassinio, comunque, vi fu uno stato di alta tensione vissuto dalla società di Roma che il successore avrebbe dovuto affrontare con una monumentale riforma.