Studio Cambridge. Le città romane durarono molto più del previsto

Un team di archeologi dell’Università di Cambridge ha potuto accertare la notevole capacità di adattamento di una città romana, Interamna Lirenas, sfidando il luogo comune della decadenza che avrebbe imperversato in tutta Italia durante gli ultimi anni dell’Impero Romano.

Questa scoperta, frutto di oltre tredici anni di ricerca meticolosa e pubblicata in “Urbanistica Romana in Italia”, svela una città che prosperò, contro ogni previsione, fino al III secolo d.C.

La città, situata nel Sud del Lazio, era inizialmente considerata dagli archeologi un luogo insignificante senza segni visibili della sua antica gloria, se non rari frammenti di ceramica. Ma le scoperte dimostrano invece un insediamento vivace, in continua trasformazione e prospero per quasi 900 anni.

Questa situazione contraddice la credenza, piuttosto radicata, secondo la quale le città del Lazio fossero in declino durante il tardo impero romano, suggerendo che molte altre città romane in Italia potrebbero aver mostrato una simile capacità di adattamento.

L’ampio utilizzo di rilevamenti magnetici e radar penetranti nel terreno (GPR) su circa sessanta acri, guidato dalla Dott.ssa Sophie Hay e dal Dott. Lieven Verdonck, ha svelato il dettagliato schema urbanistico di Interamna Lirenas. Questo schema includeva un teatro coperto, molto raro nella zona, mercati, magazzini e un porto fluviale, indicando una città ricca di infrastrutture urbane.

Un aspetto chiave della ricerca è stato il focus sulla ceramica: questo approccio, guidato dal supervisore Ninetta Leone, ha analizzato decine di migliaia di pezzi di ceramica per mappare lo sviluppo della città. Contrariamente alle precedenti supposizioni, la città ha mostrato segni di prosperità fino alla fine del terzo secolo d.C.

La posizione strategica di Interamna Lirenas, posizionata tra un fiume e una strada importante ha svolto un ruolo significativo. Serviva come importante centro di scambio, collegando Roma con il sud Italia. Il porto fluviale della città, attivo dalla fine del I secolo a.C. al IV secolo d.C., ha facilitato il commercio tra i principali centri regionali, contribuendo in modo importante alla sua stabilità economica.

La scoperta di un teatro coperto, una rarità nell’Italia romana, sottolinea ulteriormente la prosperità della città. Questo teatro, capace di ospitare 1500 persone, era un simbolo di ricchezza, costruito oltretutto con diverse varietà di marmi provenienti da tutto il Mediterraneo. La città vantava anche tre complessi termali e una densa struttura abitativa, senza apparenti differenziazioni basate sullo status sociale.

Il team di ricerca ha identificato anche diciannove edifici utilizzati per il commercio, confermando ulteriormente l’idea che Interamna Lirenas fosse un importante centro commerciale. La città ospitava diversi mercati, tra cui uno spazio probabilmente utilizzato per il commercio di pecore e bestiame, svolgendo un ruolo cruciale nel commercio della lana della regione.

Curiosamente, la città non fu distrutta violentemente ma fu probabilmente abbandonata per i pericoli di invasione connessi all’invasione longobarda verificatasi alla fine del VI secolo d.C. Questo graduale abbandono suggerisce un ritiro volontario e “strategico” da parte dei suoi abitanti.

Questa scoperta non solo ridefinisce la nostra comprensione dell’urbanistica romana, ma serve anche come testimonianza dello spirito duraturo dell’adattamento e della sopravvivenza romana.