Spartaco. La rivolta che fece tremare Roma

Spartaco è stato uno dei personaggi più famosi e controversi della storia antica. Nato in Tracia, una regione dei Balcani orientali, intorno al 109 a.C., fu schiavizzato dai Romani dopo aver disertato l’esercito o essere stato catturato in guerra. Venduto come gladiatore, riuscì a fuggire dalla scuola di Capua insieme ad altri 80 compagni di sventura e a dare inizio a una rivolta di schiavi che mise in ginocchio la Repubblica romana per tre anni.

Primi anni

Di Spartaco si conosce poco della sua giovinezza. Secondo alcune fonti antiche, era di origine nobile e apparteneva alla tribù dei besi, dedita al culto di Dioniso. Si arruolò nell’esercito romano come ausiliario, ma non sopportò la ferrea disciplina e disertò. Altre fonti sostengono invece che fosse un prigioniero di guerra, alleato di Mitridate VI del Ponto contro Roma. In ogni caso, fu condannato alla schiavitù e venduto come gladiatore a Lentulo Batiato, un lanista che possedeva una scuola a Capua. Qui si allenò duramente per combattere nell’arena per il divertimento dei romani. Sposato con una sacerdotessa della sua stessa tribù, ebbe un sogno premonitore in cui un serpente gli si attorcigliava intorno al viso, simbolo di una grande fortuna o sventura.

La ribellione

Nel 73 a.C., Spartaco e altri 80 gladiatori riuscirono a evadere dalla scuola di Capua, armati di coltelli da cucina e di bastoni. Si rifugiarono sulle pendici del Vesuvio, dove reclutarono altri schiavi fuggiti dalle campagne o dalle miniere. Tra questi si distinsero Crisso ed Enomao, che divennero i suoi principali luogotenenti. Spartaco organizzò il suo esercito seguendo le tecniche militari romane e lo dotò di armi e armature sottratte ai nemici sconfitti. Il suo obiettivo era quello di liberare tutti gli schiavi oppressi da Roma e di raggiungere le Alpi per tornare nella sua terra.

La rivolta di Spartaco fu la più grande e pericolosa delle tre guerre servili che Roma dovette affrontare nel corso della sua storia. Inizialmente sottovalutata dalle autorità romane, che inviarono contro gli schiavi ribelli solo piccole forze militari, la rivolta si trasformò presto in una vera e propria guerra civile che coinvolse gran parte dell’Italia meridionale e centrale. Spartaco e i suoi seguaci vinsero numerose battaglie contro i pretori Claudio Glabro e Publio Varinio, che tentarono invano di bloccarli sul Vesuvio. Poi si spostarono verso nord, sconfiggendo il proconsole Gellio Publicola e il console Lucio Gellio Poplicola nei pressi di Modena.

L’intervento di Crasso

La situazione era ormai critica per Roma, che decise di affidare il comando delle operazioni al ricco e ambizioso Marco Licinio Crasso, il quale assunse il comando di otto legioni (circa 40.000 uomini) e si mise sulle tracce degli schiavi ribelli. Crasso riuscì a fermare l’avanzata di Spartaco verso le Alpi e lo costrinse a ritirarsi verso sud. Lungo la via Appia, Crasso fece costruire una fossa profonda 4 metri e lunga 60 km per impedire agli schiavi di attraversare lo stretto di Messina, dove li aspettavano dei pirati cilici che avevano promesso di trasportarli in Sicilia. Spartaco tentò di corrompere i pirati, ma questi lo tradirono e lo abbandonarono.

La sconfitta

Spartaco si trovò così intrappolato in una situazione disperata. Il suo esercito era ormai ridotto a circa 50.000 uomini, stremati dalla fame e dal freddo. Inoltre, si erano create delle tensioni interne tra i vari gruppi etnici che componevano la rivolta. Spartaco decise allora di sfidare Crasso in una battaglia campale nella valle del fiume Sele, vicino alla città di Petelia (oggi Strongoli, in Calabria). La battaglia fu cruenta e sanguinosa. Gli schiavi combatterono con coraggio e disperazione, ma non poterono nulla contro la superiorità numerica e organizzativa dei romani. Spartaco cadde in battaglia, insieme alla maggior parte dei suoi uomini.

La morte di Spartaco

La morte di Spartaco è avvolta nel mistero. Secondo alcune fonti antiche, egli cercò di aprirsi un varco tra le linee nemiche per raggiungere e uccidere Crasso, ma fu ferito da una lancia e poi finito da un centurione. Altre fonti sostengono invece che egli morì combattendo valorosamente fino all’ultimo, circondato dai suoi fedeli compagni. Il suo corpo non fu mai ritrovato tra i cadaveri, forse perché sepolto segretamente dai suoi seguaci o perché portato via dai romani.

Leggende sulla morte di Spartaco

La figura di Spartaco ha ispirato nel corso dei secoli diverse leggende e interpretazioni. Alcuni lo hanno visto come un eroe della libertà e della giustizia, altri come un pericoloso ribelle e un nemico dell’ordine. Alcune leggende sostengono che egli non sia mai morto, ma sia riuscito a fuggire e a rifugiarsi in qualche luogo segreto. Altre leggende lo vogliono invece

sopravvissuto alla battaglia e catturato dai romani, che lo avrebbero crocifisso lungo la via Appia insieme ai suoi compagni.

Fine della rivolta servile

La rivolta di Spartaco fu definitivamente soppressa da Crasso, che fece crocifiggere lungo la via Appia circa 6.000 prigionieri schiavi come monito per il futuro. Altri schiavi fuggiti furono catturati e uccisi dalle truppe di Pompeo Magno, che tornava dalla Spagna dopo aver sconfitto i seguaci di Sertorio. Pompeo rivendicò per sé il merito della vittoria su Spartaco, suscitando l’invidia e il risentimento di Crasso. I due rivali si allearono poi con Giulio Cesare per formare il primo triumvirato, dando inizio a una nuova fase della storia romana.

Popolarità dopo la morte

Spartaco divenne presto un simbolo per tutti coloro che si opponevano alla tirannia e all’oppressione di Roma. La sua storia fu raccontata da storici antichi come Plutarco, Appiano e Floro, che ne diedero però un’immagine negativa o ambigua. Nel Medioevo e nel Rinascimento, la sua figura fu dimenticata o confusa con quella di altri personaggi storici o leggendari. Fu solo a partire dal XVIII secolo che Spartaco fu rivalutato come un eroe della libertà e dell’uguaglianza, soprattutto da parte dei movimenti rivoluzionari e socialisti. La sua storia ispirò opere letterarie, musicali, cinematografiche e televisive, che ne enfatizzarono gli aspetti più drammatici ed epici.

Domande e risposte su Spartaco

1. Chi era Spartaco?
Spartaco era uno schiavo originario della Tracia, una vasta regione dei Balcani orientali, impiegato come gladiatore in Campania nel 1° secolo a.C. La sua rivolta contro Roma, iniziata nel 73 a.C., è diventata il simbolo della lotta degli oppressi contro gli oppressori.

2. Qual era l’origine di Spartaco?
Spartaco nacque in Tracia presso un non ben specificato luogo sulle rive del fiume Strimone (l’odierno fiume Struma, in Bulgaria), tra il 111 ed il 109 a.C. circa, in una famiglia d’aristocratici facente parte della tribù dei besi.

3. Qual era la professione di Spartaco prima di diventare un gladiatore?
Spartaco militò nelle file dell’esercito romano, con cui combatté in Macedonia, come ausiliario. In seguito disertò e tentò la fuga, ma fu catturato e condannato alla schiavitù.

4. Come è diventato un gladiatore Spartaco?
Spartaco fu venduto a Lentulo Batiato, un lanista che possedeva una scuola di gladiatori a Capua. Qui fu addestrato come gladiatore del tipo trace, armato di scudo ovale e spada corta.

5. In che modo Spartaco è diventato il leader della rivolta dei gladiatori?
Spartaco organizzò una fuga dalla scuola di gladiatori insieme ad altri 70 compagni, tra cui Crixo ed Enomao. Riuscirono a sottrarre dei coltelli da cucina e a raggiungere il Vesuvio, dove si rifugiarono e si armarono con bastoni e ferri di cavallo. Qui Spartaco fu eletto capo della banda per le sue doti di combattente e di stratega.

6. Dove ebbe inizio la rivolta di Spartaco?
La rivolta di Spartaco ebbe inizio a Capua, dove si trovava la scuola di gladiatori da cui fuggirono lui e i suoi compagni nel 73 a.C.

7. Quanti gladiatori si unirono alla rivolta di Spartaco?
Inizialmente erano circa 70, ma presto il loro numero crebbe grazie all’adesione di altri schiavi fuggitivi, pastori e contadini poveri che si aggregarono al movimento. Si stima che alla fine fossero circa 120.000.

8. Come riuscì Spartaco a organizzare la rivolta?
Spartaco divise i suoi seguaci in due gruppi: uno guidato da lui stesso e l’altro da Crixo. Assegnò a ciascuno un compito specifico: procurarsi armi e viveri, reclutare nuovi adepti, difendersi dagli attacchi romani. Inoltre stabilì delle regole di disciplina e di eguaglianza tra i ribelli, abolendo le differenze di origine e di condizione¹.

9. Qual era l’obiettivo principale di Spartaco durante la rivolta?
L’obiettivo principale di Spartaco era quello di liberare se stesso e i suoi compagni dalla schiavitù e dalla tirannia romana. Per questo progettò di attraversare l’Italia e raggiungere le Alpi o il mare, per poi tornare nelle loro terre d’origine o cercare rifugio presso qualche popolo amico.

10. Come si diffuse la notizia della rivolta di Spartaco in tutto l’Impero Romano?
La notizia della rivolta di Spartaco si diffuse rapidamente grazie alle voci dei mercanti, dei viaggiatori e dei messaggeri che percorrevano le strade dell’Italia. Inoltre, la ribellione attirò l’attenzione dei romani perché minacciava la sicurezza e la stabilità della penisola, oltre che il prestigio e l’autorità della Repubblica.

Ecco le risposte alle altre domande sulla vita di Spartaco.

11. Quali furono le principali battaglie combattute da Spartaco e i suoi seguaci?
Le principali battaglie combattute da Spartaco e i suoi seguaci furono:

  • La battaglia del Vesuvio (73 a.C.), in cui sconfissero il pretore Gaio Claudio Glabro e i suoi 3.000 miliziani².
  • La battaglia del Picentino (73 a.C.), in cui sconfissero il pretore Publio Varinio e i suoi 2.000 legionari
  • La battaglia del monte Gargano (72 a.C.), in cui Crixo e i suoi 30.000 ribelli furono annientati dal proconsole Gneo Cornelio Lentulo Clodiano
  • La battaglia di Mutina (72 a.C.), in cui Spartaco e i suoi 70.000 ribelli sconfissero i consoli Lucio Gellio Publicola e Gaio Cassio Longino
  • La battaglia di Piceno (72 a.C.), in cui Spartaco e i suoi 60.000 ribelli sconfissero il proconsole Gneo Manlio².
  • La battaglia di Camalatrum (71 a.C.), in cui Spartaco e i suoi 50.000 ribelli furono respinti dal proconsole Marco Licinio Crasso
  • La battaglia della Sila (71 a.C.), in cui Spartaco e i suoi 40.000 ribelli furono sconfitti da Crasso e da Lucio Quinzio, luogotenente di Gneo Pompeo Magno
  • La battaglia del fiume Silaro (71 a.C.), in cui Spartaco e i suoi 30.000 ribelli furono definitivamente sconfitti e uccisi da Crasso

12. Qual era la strategia militare di Spartaco?
La strategia militare di Spartaco era basata sull’uso della mobilità, della sorpresa, della guerriglia e dell’adattamento alle circostanze. Spartaco sfruttava la conoscenza del territorio, la rapidità dei movimenti, l’abilità nel combattimento corpo a corpo e la capacità di approfittare delle debolezze e degli errori dei comandanti romani. Spartaco cercava di evitare gli scontri diretti con le legioni romane, preferendo attaccare le postazioni isolate, le retrovie, i convogli di rifornimento e le città indifese. Spartaco si dimostrò anche un abile organizzatore e un carismatico leader, capace di tenere uniti e motivati i suoi seguaci

13. Quanto tempo durò la rivolta di Spartaco?
La rivolta di Spartaco durò circa due anni, dal 73 al 71 a.C.

14. Quali furono le conseguenze della rivolta di Spartaco per Roma?
Le conseguenze della rivolta di Spartaco per Roma furono molteplici:

  • Roma dovette affrontare una grave minaccia alla sua sicurezza interna, che mise in evidenza le fragilità del suo sistema politico, sociale ed economico
  • Roma dovette impiegare ingenti risorse militari per reprimere la rivolta, che distolsero l’attenzione dalle altre questioni esterne, come le guerre contro Mitridate VI del Ponto e contro Sertorio in Spagna¹.
  • Roma dovette subire una serie di umiliazioni militari da parte dei ribelli, che danneggiarono il suo prestigio e la sua autorità sia all’interno che all’esterno dei suoi confini
  • Roma dovette affrontare le rivalità tra i comandanti romani che combatterono contro la rivolta, in particolare tra Crasso e Pompeo, che si contesero il merito della vittoria finale e che contribuirono ad acuire le tensioni politiche nella Repubblica

15. Come terminò la rivolta di Spartaco?
La rivolta di Spartaco terminò con la battaglia del fiume Silaro, combattuta nel 71 a.C. tra l’esercito di Spartaco e quello di Crasso. I ribelli, ormai ridotti a 30.000, furono schiacciati dalle forze superiori dei romani, che ne uccisero la maggior parte. Spartaco morì combattendo valorosamente, cercando di raggiungere Crasso per ucciderlo. I pochi superstiti furono catturati e crocifissi lungo la via Appia, come monito per gli altri schiavi

16. Cosa accadde a Spartaco dopo la sconfitta della rivolta?
Spartaco morì in battaglia contro Crasso, e il suo corpo non fu mai ritrovato. Secondo una leggenda, il suo anello fu recuperato da un soldato romano e portato a Crasso, che lo gettò nel fiume Silaro, dicendo che era l’unico tributo che meritava.

17. Quali furono le fonti storiche principali sulla vita di Spartaco?
Le fonti storiche principali sulla vita di Spartaco furono:

  • Plutarco, biografo e filosofo greco del I-II secolo d.C., che scrisse le Vite parallele di Crasso e Pompeo, in cui raccontò la rivolta di Spartaco
  • Appiano di Alessandria, storico greco del II secolo d.C., che scrisse la Storia romana, in cui dedicò un libro alla guerra servile
  • Floro, storico romano del II secolo d.C., che scrisse gli Epitomi delle storie romane di Tito Livio, in cui riassunse la guerra servile
  • Orosio, storico cristiano del V secolo d.C., che scrisse le Storie contro i pagani, in cui citò la guerra servile

18. Quali furono le opinioni dei contemporanei di Spartaco su di lui?
Le opinioni dei contemporanei di Spartaco su di lui furono contrastanti:

  • Per i romani, Spartaco era un nemico pubblico, un traditore, un ribelle, un barbaro, un bandito, un assassino e un incendiario. Lo consideravano una minaccia per la loro società e per il loro ordine. Lo disprezzavano per la sua origine servile e per la sua sfida all’autorità romana
  • Per i suoi seguaci, Spartaco era un eroe, un liberatore, un capo, un guerriero, un profeta e un martire. Lo ammiravano per il suo coraggio, la sua abilità, la sua generosità e la sua giustizia. Lo seguivano con fedeltà e devozione, sperando nella sua vittoria e nella loro libertà.

19. Quale ruolo ebbero le donne durante la rivolta di Spartaco?
Le donne ebbero un ruolo importante durante la rivolta di Spartaco:

  • Alcune donne parteciparono attivamente alla rivolta come combattenti o come ausiliarie. Tra queste vi era la moglie di Spartaco, una sacerdotessa trace che lo accompagnò nella fuga dalla scuola di gladiatori e che lo sostenne con le sue profezie
  • Altre donne contribuirono alla rivolta come spie o come messaggere. Tra queste vi era una donna chiamata Flora o Flavia (il nome varia a seconda delle fonti), che si infiltrò tra i soldati romani per portare informazioni a Spartaco
  • Molte donne seguirono i ribelli come mogli o come compagne. Tra queste vi erano alcune schiave liberate o fuggite dai loro padroni, altre erano contadine o pastorelle povere che si unirono al movimento per sfuggire alla miseria o alla violenza dei romani

20. Quali furono le conseguenze politiche della rivolta di Spartaco? Le conseguenze politiche della rivolta di Spartaco furono:

  • La rivolta di Spartaco contribuì ad aumentare il potere e l’influenza dei due principali leader politici dell’epoca: Crasso e Pompeo. Entrambi rivendicarono il merito della vittoria finale e ottennero il trionfo a Roma. In seguito, si allearono con Giulio Cesare per formare il primo triumvirato, che dominò la scena politica romana per diversi anni
  • La rivolta di Spartaco contribuì a esacerbare le tensioni sociali e le divisioni politiche nella Repubblica romana. Da una parte, la fazione aristocratica degli optimates cercò di difendere i propri privilegi e interessi, opponendosi a ogni riforma sociale o politica. Dall’altra, la fazione popolare dei populares cercò di sostenere le richieste delle classi più povere e disagiate, proponendo misure di redistribuzione della terra e del grano.
  • La rivolta di Spartaco contribuì a stimolare il dibattito filosofico e morale sulla schiavitù e sulla libertà. Alcuni pensatori romani, come Cicerone e Seneca, criticarono la crudeltà e l’ingiustizia della schiavitù, sostenendo la dignità e i diritti degli schiavi. Altri pensatori romani, come Varrone e Catone il Vecchio, difesero la schiavitù come una necessità economica e una tradizione romana.

21. Quali furono le cause della rivolta di Spartaco?
Le cause della rivolta di Spartaco furono:

  • La condizione di schiavitù e di oppressione subita da Spartaco e dagli altri gladiatori nella scuola di Capua, dove erano costretti a combattere per il divertimento dei romani e a vivere in condizioni disumane¹.
  • Il desiderio di libertà e di dignità di Spartaco e degli altri schiavi, che aspiravano a fuggire dalla schiavitù e a tornare nelle loro terre d’origine o a trovare un rifugio sicuro¹.
  • Il malcontento e la ribellione di molti schiavi in Italia, che erano sfruttati nelle grandi proprietà terriere, nelle miniere, nelle fabbriche e nelle città, e che subivano violenze e ingiustizie da parte dei loro padroni¹.
  • La crisi politica e sociale della Repubblica romana, che era divisa tra le fazioni degli optimates e dei populares, e che era impegnata in varie guerre all’estero, trascurando la sicurezza e il benessere dell’Italia.

22. Quali furono gli obiettivi della rivolta di Spartaco?
Gli obiettivi della rivolta di Spartaco furono:

  • Liberare se stesso e gli altri gladiatori dalla schiavitù e dalla scuola di Capua.
  • Liberare altri schiavi lungo il cammino e aumentare il numero dei ribelli.
  • Sconfiggere le forze romane che tentavano di fermarli o di catturarli.
  • Attraversare le Alpi e raggiungere la Gallia o la Tracia, le terre d’origine di molti ribelli.
  • Creare una società più giusta ed egualitaria, basata sulla libertà, sulla fratellanza e sulla solidarietà tra gli schiavi.

Ecco le risposte alle altre domande sulla vita di Spartaco.

23. Quali furono le cause della rivolta di Spartaco?
Le cause della rivolta di Spartaco furono:

  • La condizione di schiavitù e di oppressione subita da Spartaco e dagli altri gladiatori nella scuola di Capua, dove erano costretti a combattere per il divertimento dei romani e a vivere in condizioni disumane.
  • Il desiderio di libertà e di dignità di Spartaco e degli altri schiavi, che aspiravano a fuggire dalla schiavitù e a tornare nelle loro terre d’origine o a trovare un rifugio sicuro.
  • Il malcontento e la ribellione di molti schiavi in Italia, che erano sfruttati nelle grandi proprietà terriere, nelle miniere, nelle fabbriche e nelle città, e che subivano violenze e ingiustizie da parte dei loro padroni.
  • La crisi politica e sociale della Repubblica romana, che era divisa tra le fazioni degli optimates e dei populares, e che era impegnata in varie guerre all’estero, trascurando la sicurezza e il benessere dell’Italia.

24. Quali furono gli obiettivi della rivolta di Spartaco?
Gli obiettivi della rivolta di Spartaco furono:

  • Liberare se stesso e gli altri gladiatori dalla schiavitù e dalla scuola di Capua.
  • Liberare altri schiavi lungo il cammino e aumentare il numero dei ribelli.
  • Sconfiggere le forze romane che tentavano di fermarli o di catturarli.
  • Attraversare le Alpi e raggiungere la Gallia o la Tracia, le terre d’origine di molti ribelli.
  • Creare una società più giusta ed egualitaria, basata sulla libertà, sulla fratellanza e sulla solidarietà tra gli schiavi.

25. Quali furono le difficoltà e i problemi interni che dovette affrontare Spartaco durante la rivolta?
Le difficoltà e i problemi interni che dovette affrontare Spartaco durante la rivolta furono:

  • La mancanza di una strategia comune e di un obiettivo chiaro tra i ribelli. Molti di loro volevano solo fuggire o saccheggiare, altri volevano continuare a combattere o a liberare altri schiavi¹.
  • La divisione e la rivalità tra i vari capi e gruppi dei ribelli. Alcuni di loro, come Crixo, si separarono da Spartaco e agirono in modo autonomo o ostile¹.
  • La scarsità di risorse e di approvvigionamenti per i ribelli. Molti di loro soffrivano di fame, sete, freddo, malattie e ferite¹.
  • La diserzione e la tradimento di alcuni ribelli. Alcuni di loro abbandonarono la rivolta o passarono dalla parte dei romani in cambio di cibo, denaro o perdono¹.

26. Qual era il ruolo della religione nella vita di Spartaco?
Il ruolo della religione nella vita di Spartaco era importante e significativo. Spartaco era devoto al culto di Dioniso, il dio greco del vino, della fertilità e dell’estasi. Spartaco era sposato con una sacerdotessa di Dioniso, che lo accompagnò nella sua rivolta e che lo sostenne con le sue profezie. Spartaco credeva di essere protetto e guidato da Dioniso, che gli inviava dei segni e dei presagi. Spartaco celebrava dei riti e dei sacrifici in onore di Dioniso, per ringraziarlo o per chiedergli aiuto¹.

27. Quali furono le fonti di ispirazione e di imitazione per Spartaco?
Le fonti di ispirazione e di imitazione per Spartaco furono:

  • La tradizione guerriera e ribelle della sua terra d’origine, la Tracia, dove i suoi antenati avevano combattuto contro i persiani, i macedoni e i romani.
  • La figura di Alessandro Magno, il grande condottiero macedone che aveva conquistato un vasto impero con le sue imprese militari e che era venerato come un eroe dai traci.
  • La figura di Annibale, il grande generale cartaginese che aveva invaso l’Italia con i suoi elefanti e che aveva inflitto gravi sconfitte ai romani nella seconda guerra punica.
  • La figura di Eumene di Cardia, il fedele generale di Alessandro Magno che aveva guidato le sue truppe dopo la sua morte e che era riuscito a sfuggire alla cattura dei romani grazie a una finta resa.