Il questore era un magistrato di rango più basso attivo per tutta la storia di Roma, con funzioni e compiti che si modificarono e variarono nel corso del tempo.
Il questore durante la repubblica romana
Sebbene le prime notizie del Questore appaiano per la prima volta nel periodo monarchico, come procuratore nei casi di omicidio o come vero e proprio ispettore di polizia, la carica divenne ufficiale durante la giovanissima Repubblica Romana, nata attorno al 509 a.C.
In particolare, ognuno dei due Consoli nominava un questore, con il compito di controllare le finanze pubbliche, il cosiddetto “Aerarium“.
Dopo l’episodio della “Secessione dell’Aventino“, la rivolta della parte più povera della popolazione e la conseguente promulgazione della legge delle XII tavole, (450 a.C), anche i plebei divennero idonei a ricoprire la carica, e il numero dei questori venne aumentato a quattro.
La carica di questore divenne così ampiamente ricercata da molti giovani rampolli romani che desideravano fare carriera politica. Dopo il 440 a.C, i questori non furono più nominati direttamente dai Consoli ma scelti dall’assemblea, i cosiddetti “Comizi tributi“.
Con la vittoria di Roma nella prima guerra punica e l’annessione di nuovi territori, specialmente Sicilia, Corsica e Sardegna, il numero dei questori dovette necessariamente aumentare, per fare fronte alle crescenti esigenze burocratiche.
Anche la funzione del Questore cambiò nel corso degli anni.
Inizialmente erano responsabili solamente dell’amministrazione del tesoro pubblico, ma nel corso del tempo, i loro compiti vennero ampliati, includendo la riscossione delle tasse, dei tributi e delle multe, ma anche il reclutamento di nuovi soldati per il servizio nell’esercito.
Nel corso della Repubblica Romana, ogni governatore provinciale aveva ormai un questore alle sue dipendenze, come stretto e utilissimo collaboratore.
Il numero dei questori venne nuovamente aumentato. Il dittatore Lucio Cornelio Silla li portò a venti, e Giulio Cesare, nel corso delle sue riforme, addirittura a quaranta.
Questi erano stanziati nelle città più importanti di tutto l’impero, acquisendo gradualmente delle funzioni aggiuntive come quella di dirimere occasionalmente delle piccole questioni legali o assumere brevi comandi militari.
Il questore durante l’impero romano
Con la nascita e la crescita dell’impero Romano, anche le qualifiche dei questori cominciarono ad allargarsi maggiormente. Se all’inizio un questore doveva aver compiuto perlomeno 30 anni di età e avere servito almeno 10 anni nell’esercito, l’imperatore Augusto riportò il numero complessivo dei questori a venti, ma abbassò il requisito dell’età a soli 25 anni e affidò la loro elezione direttamente al Senato.
Durante l’Impero, però, le classiche istituzioni repubblicane si svuotarono del loro effettivo potere: la posizione del questore divenne sempre più figurativa e simbolica, diventando qualcosa di simile a un “messaggero dell’Imperatore“.
Nonostante l’imperatore Claudio avesse ripristinato temporaneamente le responsabilità finanziaria di un questore, l’imperatore Nerone ridusse la sua carica a mero supervisore dei giochi cittadini, una posizione ricoperta anche da altri funzionari governativi, fra cui edili e pretori.
Tardo impero: da figura simbolica al rilancio con Giustiniano
Verso il tardo impero, la figura del Questore divenne praticamente un titolo onorifico, senza alcuna funzione concreta, ricoperta da uomini ricchi e da giovani appartenenti alle più eminenti famiglie romane.
Fu in realtà l’imperatore Costantino a rilanciare la carica del questore, avviando un processo di rivalutazione che venne completato dall’imperatore d’Oriente Giustiniano.
Nell’ambito di un recupero dell’antico diritto romano, fu infatti Giustiniano a riportare i questori al rango di consiglieri legali dell’ imperatore, restituendogli una importante funzione che era stata persa nel corso dei secoli.
Articolo originale: Quaestor di Donald L. Wasson (World History Encyclopedia, CC BY-NC-SA), tradotto da Andrea Finzi