La storia di Numa Pompilio e della Ninfa Egeria affonda le radici nella tradizione più antica di Roma. Numa Pompilio, secondo Re di Roma, fu il sovrano, secondo la tradizione, che pose le fondamenta della religione Romana, e che creò i principali culti che avrebbero caratterizzato il popolo romano.
La Ninfa Egeria, che si dice abitasse sulle sponde del fiume Almone e della Valle del Tevere, sarebbe diventata la seconda moglie e la più amata consigliera di Numa Pompilio, Il loro rapporto sarebbe stato dominato da una grandissima saggezza e pietà religiosa, sino alla morte di Numa, che gettò la Ninfa nella più profonda disperazione.
Numa Pompilio parla con la ninfa Egeria riproduzione su Carta Amalfi
Numa Pompilio, il più religioso dei Re di Roma
Dopo la fondazione di Roma da parte di Romolo e la creazione delle principali istituzioni per il funzionamento della nuova città, il popolo romano aveva di fronte molte sfide. Uno dei problemi principali era che la popolazione della neonata Roma era particolarmente dedita alla guerra, estremamente bellicosa, e rischiava di non ottenere l’appoggio delle divinità: era necessario un grande sovrano, in grado di contenere lo spirito bellico romano e di stabilire un rapporto stretto ed efficace con gli Dèi.
Numa Pompilio, il secondo Re di Roma, ottemperò perfettamente a questo compito: a lui si deve la fondazione dei principali culti dei romani e l’introduzione di un nuovo calendario di 12 mesi, che inizia proprio con gennaio, dedicato al Dio Giano. Sempre da attribuirsi a Numa sarebbe l’istituzione dei culti, tra cui quello delle Vergini Vestali e tanti altri simboli religiosi che caratterizzeranno tutta la storia di Roma.
Durante il regno di Numa, caso unico, Roma non fu coinvolta in alcuna guerra, ma si concentrò in maniera diligente a crescere nel rispetto del volere degli Dèi.
L’incontro tra Numa e la Ninfa Egeria
Le fonti antiche ci tramandano l’abitudine di Numa Pompilio di passeggiare da solo per i boschi che circondavano la capitale, sempre intento a decifrare il volere delle divinità e a concepire le riforme necessarie per il suo popolo. Proprio quei luoghi sarebbero stati abitati dalla Ninfa Egeria.
Qui, Egeria si dedicava, assieme alle sue sorelle Carmenta, Antevorta e Postvorta, a rilasciare profezie attraverso canti meravigliosi, oltre a custodire i boschi, le sorgenti di acqua, proteggere il focolare domestico e le donne vicine al parto. Divinità già adorate dai primi italici, le Ninfe erano delle creature misteriose e affascinanti.
Proprio nei boschi sulle sponde del fiume Almone, e nella Valle del Tevere, si sarebbe svolto l’incontro tra il Re Numa Pompilio ed Egeria.
Egeria sarebbe stata attratta dallo spirito profondamente religioso e saggio di Numa, e sarebbe diventata prima la sua consigliera, per suggerirgli le riforme più importanti, e poi la sua sposa. Profondamente innamorata delle doti di Numa Pompilio, Egeria rappresenta un contatto tra gli uomini e gli Dèi, tipico della tradizione romana monarchica.
Egeria, piena di amore per suo marito, lo avrebbe non solo consigliato, ma sarebbe arrivata addirittura a condividere con lo sposo i profondi segreti appartenenti al mondo degli spiriti, svelandogli delle rivelazioni che non avrebbe fatto a nessun altro. Numa avrebbe trascritto gli insegnamenti tramandati dalla sua sposa su alcune tavole, che non sono mai state ritrovate, e che appartengono alla leggenda.
Il rapporto tra Numa e la Ninfa Egeria proseguì sereno fino alla morte di lui, avvenuta a 80 anni, dopo un regno di religione e di pace che non conobbe eguali nella storia romana.
Egeria avrebbe vagato disperata per i boschi, dove era solita passeggiare assieme al suo sposo, distrutta dal dolore. Secondo la tradizione, la Ninfa si sarebbe sciolta in lacrime, dando vita alla fonte che ancora oggi porta il suo nome.
Quei luoghi così pieni di significato sono ancora oggi esistenti e visitabili: è possibile infatti percorrere il bosco sacro che si trova a Roma, al parco della Caffarella, situato vicino all’ingresso Appia Pignatelli. Vi sono tanti sentieri, molto simili a quelli che, secondo la tradizione, Numa Pompilio ed Egeria avrebbero percorso insieme.