Livia Drusilla è stata l’incarnazione del potere femminile a Roma e uno dei personaggi più importanti nella storia del ruolo della donna.
Prima di lei, la tradizione romana prevedeva che le donne venissero fatte sposare per interessi puramente politici, soprattutto per suggellare, anche a livello personale, le alleanze fra le famiglie aristocratiche.
L’arrivo di Livia sul palcoscenico della storia cambiò tutto: ella fu la prima a sdoganare il concetto di “ imperatrice”, rappresentando il lato femminile del potere di Augusto e trasformando la figura della donna da semplice sposa a personaggio politico dalla natura autonoma, dotato di una propria volontà e in grado di influenzare, anche in maniera importante, le decisioni che vengono prese in seno alla famiglia imperiale.
Livia Drusilla può essere considerata a buon diritto la prima First Lady della storia antica, e la sua finissima intelligenza personale e politica le dà, a merito, un ruolo importantissimo nella nostra memoria.
La giovinezza, fino al matrimonio con Augusto
Livia Drusilla nacque nel 58 o 59 a.C a Roma. Come nella tradizione romana, era stata promessa in sposa ad un personaggio politico importante, che nel suo caso fu Tiberio Claudio Nerone, un esponente di spicco della famiglia Claudiana.
Il marito, nel gioco politico del suo tempo, si schierò dalla parte degli ottimati, il ramo conservatore del Senato, e sostenne Marco Antonio , l’ex braccio destro di Cesare, in contrapposizione ad Ottaviano, il nipote di Cesare, adottato, con grande sorpresa di tutti, come suo erede legittimo.
Livia seguì diligentemente il marito, con il primo figlio avuto da lui, Tiberio, in tutte le sue campagne militari. Ma quando Ottaviano vinse la guerra civile, la famiglia di Livia Drusilla ti ritrovò ad avere un acerrimo nemico in una posizione di potere assoluto.
Per questo motivo, Livia visse per diverso tempo in esilio in Grecia, e potè tornare a Roma solamente nel 39 a.C, incinta del secondo figlio di Claudio Nerone: Druso Maggiore .
Il suo incontro con Augusto, tuttavia, fu fulminante. Augusto si era già sposato due volte, ma solamente per motivazioni puramente politiche e senza alcun coinvolgimento sentimentale. Evidentemente l’incontro con Livia, fu per lui un colpo di fulmine.
Mentre Livia era ancora incinta di Druso, divorziò da suo marito per sposare Augusto nel 38 a.C.
Ovviamente, come in tutta la vita e la carriera di Augusto, la scelta di sposare Livia non fu dettata solamente dall’attrazione personale, ma anche dal calcolo politico. Augusto, in questo modo, si rappacificava con un‘importante famiglia aristocratica che aveva tutto l’interesse ad avere come alleati, mentre Livia riusciva ad imparentare la propria famiglia al Princeps che deteneva il potere assoluto.
Il matrimonio tra Augusto e Livia Drusilla fu ben visto dal popolo e dall’aristocrazia romana: Drusilla incarnava la figura fondamentale di matrona, fedele al marito, brava amministratrice della vita quotidiana, e promettente rampolla di una famiglia “bene” di Roma, in grado di dare lustro alla corte imperiale.
Livia Drusilla nella famiglia Imperiale
Livia Drusilla cominciò immediatamente ad ottemperare ai doveri che ci si aspettava da una matrona romana: supervisionava la gestione della casa, curava l’educazione dei figli e, aspetto piuttosto raro, gestiva il patrimonio personale dell’imperatore. In quel tempo viveva assieme ad Augusto in una casa situata sul Palatino, vicino al Tempio di Apollo.
Già in questa fase, Drusilla dimostrò di avere una grande indipendenza rispetto ad Augusto, riuscendo ad influenzare gli altri membri della famiglia e i principali senatori, in maniera morbida, ma allo stesso tempo efficace.
Ma oltre alla saggia amministrazione della vita imperiale, la più grande sfida per Livia Drusilla era quella di garantire un erede ad Augusto, e in particolar modo di ottenere che il futuro imperatore fosse uno dei suoi figli.
Livia Drusilla si trovava di fronte ad una grande sfida: Augusto aveva già una figlia, Giulia, nata dal suo secondo matrimonio, ed ella aveva dato alla luce due figlie, Giulia e Agrippina e tre figli: Gaio, Lucio e Agrippa Postumo. Questi tre ragazzi erano tutti possibili eredi al trono, e dal momento che erano imparentati con Augusto per linea diretta, si trovavano decisamente avanti nella linea di successione rispetto ai figli di Livia.
La lotta per la successione al trono
E’ questo forse il momento più controverso della vita di Livia. Nella sua quotidiana lotta per garantire la successione al trono ai suoi figli si verificò una serie costante di scomparse premature.
Purtroppo, la stessa Livia perse il suo figlio più giovane, Druso, nel 9 a.C, quando, combattendo contro le tribù germaniche del Nord, cadde tragicamente da cavallo, perdendo la vita nell’arco di pochi giorni.
Successivamente, sarebbero morti anche Gaio e Lucio: Gaio perse la vita nel 4 d.C all’età di 23 anni, per una ferita procurata in battaglia, e Lucio per una misteriosa malattia che lo colpì nel 2 d.C, mentre si trovava nelle Gallie e aveva solamente 19 anni.
Secondo le fonti antiche, soprattutto quelle più critiche nei confronti di Livia, la donna avrebbe avuto un ruolo importante in queste morti, che andavano ad eliminare sistematicamente i successori di Augusto, per fare strada a Tiberio. Di questo, tuttavia, non avremo mai prove definitive.
Per Livia rimaneva ancora un ostacolo: Agrippa Postumo. Ma in questo senso, le cose si misero a suo favore. Nonostante Augusto lo avesse puntato come erede, nel corso degli anni Agrippa rivelò un carattere particolarmente scostante e inadatto alla vita imperiale, dilettandosi in giochi lussuriosi, il che costrinse il padre, con una evidente pressione da parte di Livia, ad esiliarlo, prima a Sorrento e in seguito a Planasia.
La morte prematura di Lucio e Gaio, e il triste destino di Agrippa Postumo, portò quindi Tiberio in prima linea per la successione: questa idea ad Augusto non piaceva affatto. Nonostante Tiberio fosse un ottimo generale e si era sempre dimostrato fedele alla famiglia Imperiale, Augusto lo disprezzava sinceramente. Molte fonti antiche riferiscono che Augusto era solito trattare con molta antipatia e crudezza Tiberio.
Anche lo stesso Tiberio ricambiava il sentimento e soprattutto non aveva la minima intenzione di ricoprire la porpora imperiale. Mentre la madre lavorava incessantemente per assicurare proprio a lui la successione, Tiberio cercò di tirarsi fuori dai giochi di palazzo: comunicò ad Augusto la sua intenzione di ritirarsi a vita privata, auto-esiliandosi nell’isola di Rodi.
Dietro la motivazione ufficiale di “sentirsi stanco e di avere bisogno di riposo”, Tiberio cercava con tutte le proprie forze di non succedere ad Augusto, consapevole dell’enorme impegno che un eventuale elezione ad imperatore gli avrebbe comportato.
Ma Livia, con la sua straordinaria personalità, riuscì a convincerlo a rientrare in pista, imponendo la sua volontà sul figlio. Tiberio fu così costretto a divorziare dalla sua amata moglie, Vipsania Agrippina, e sposare l’ormai vedova Giulia nel 12 a.C .
Augusto, ormai anziano e stremato dal potere, capendo che non aveva più alcuna possibilità di scegliere un successore in linea diretta, e costantemente pressato da Livia, si decise infine per l’adozione di Tiberio, il che equivaleva ad una nomina a suo successore .
Nel 4 d.C, Augusto adottò, a malincuore, Tiberio, con estrema soddisfazione di Livia, che attraverso un lavoro di anni, era riuscita ad eliminare tutti i pretendenti, e a garantire la successione di suo figlio.
Gli ultimi anni di Livia
Livia rimase al fianco di Augusto, condividendone la fatica della vecchiaia, fino al 19 agosto del 14 d.C, quando il Princeps morì. La salute di Augusto era notevolmente peggiorata negli ultimi anni, e il suo carattere era diventato sempre più cupo, tanto che, secondo alcune fonti, comunicava con sua moglie solamente tramite lettera, non avendo più voglia di parlare con nessuno.
Sentendo avvicinare la morte, Augusto avrebbero avuto occhi solamente per Livia, tanto che l’ultima sua frase sarebbe stata : “Non dimenticarti mai del nostro amore! ”
Livia, rimasta senza il suo consorte, avrebbe comunque agito con estrema lucidità. Secondo alcuni, avrebbe aspettato fino a cinque giorni per comunicare l’annuncio della morte di Augusto al popolo romano, per permettere a Tiberio, che si trovava in quel momento fuori Roma, di ritornare in tempo al palazzo imperiale. Alcune malelingue, suggeriscono che la stessa Livia avrebbe somministrato dei fichi avvelenati al marito, per accelerarne la scomparsa e finalizzare la successione di Tiberio.
Nel testamento, Augusto cedeva il grosso del suo patrimonio esattamente a Livia e a Tiberio. Inoltre, in maniera molto strana per i giorni nostri, Augusto adottava Livia come sua figlia: si trattava di un artificio legale che permetteva a Livia di diventare Augusta, imperatrice ufficiale, con tutti i poteri che ne derivavano.
La convivenza tra Livia e Tiberio Imperatore
Livia aveva coronato il suo sogno: suo figlio Tiberio era ora imperatore. Ma la sua grande influenza iniziò a riversarsi anche sul figlio, così come era stato per il marito.
Tiberio però, iniziò quasi subito a mal sopportare le continue intromissioni della madre, rimuovendola sistematicamente da tutti gli affari pubblici per limitare la sua influenza. Inoltre, secondo alcune fonti antiche, uno dei motivi che avrebbe portato Tiberio ad allontanarsi da Roma per rifugiarsi nell’isola di Capri, fu proprio il tentativo di liberarsi della pesantissima presenza della madre.
Ad 86 anni, nel 29 d.C, Livia morì: fu esattamente in occasione della sua scomparsa, che si espresse tutto il disprezzo che Tiberio aveva per la madre.
Non solo non si presentò al suo capezzale, ed ella venne forzatamente sepolta perché il suo corpo si stava decomponendo nel letto, ma soprattutto, durante il suo funerale, espresse poche parole di cordoglio, per poi allontanarsi nel bel mezzo della cerimonia, giustificandosi con alcuni impegni improrogabili.
L’eredità di Livia Drusilla
Livia Drusilla è stata forse la donna più importante del primo periodo Imperiale: la donna che ha traghettato la figura femminile da semplice sposa ad imperatrice. La sua attività costante, diligente, per assicurare il potere al figlio Tiberio rappresenta certamente un autentico capolavoro di diplomazia e di gestione del potere familiare.
Ma Livia ebbe proprio da suo figlio la peggiore delle punizioni: l’indifferenza. Tiberio, tutt’altro che grato alla madre per il lavoro che aveva fatto per lui, probabilmente per l’imposizione di Livia sulla sua volontà, l’aveva ricompensata con grande freddezza, condannandola, negli ultimi anni, ad una situazione di estrema solitudine.