Il Tempio di Esculapio era un antico tempio romano dedicato ad Asclepio, il dio greco della medicina, ed era eretto sull’Isola Tiberina a Roma.
Il tempio venne costruito tra gli anni 293 e 290 a.C. era dedicato al Dio greco della medicina, Asclepio.
Secondo la leggenda, una pestilenza colpì Roma nel 293 a.C, e quindi il senato volle costruire un tempio ad Asclepio, con il nome latinizzato in ‘Esculapio’. Prima di farlo avevano consultato i Libri Sibillini ed dopo aver ottenuto un riscontro favorevole diedero inizio al progetto, una delegazione di anziani romani fu inviata ad Epidauro in Grecia, famosa per il suo santuario ad Asclepio, per ottenere una sua statua da riportare a Roma.
La leggenda che è stata tramandata dice che durante i riti propiziatori un grosso serpente, che era uno degli attributi del dio greco, uscì dal santuario e si nascose sulla nave romana. Il serpente è viene chiamato oggi Colubro di Esculapio, È scuro, lungo, snello e di colore tipicamente bronzeo, con squame lisce che gli conferiscono una lucentezza metallica. Si trova tutt’ora in Italia (tranne il sud e la Sicilia), tutta la penisola balcanica fino alla Grecia e all’Asia Minore e parti dell’Europa centrale.
Certi che questo fosse un segno del favore del dio, la delegazione romana tornò presto a casa, dove infuriava ancora la peste.
Mentre erano sul fiume Tevere e stavano per raggiungere Roma, il serpente strisciò fuori dalla nave e scomparve alla vista dell’isola, dando un segnale certo sul luogo in cui doveva essere costruito il tempio. I lavori per il tempio iniziarono immediatamente e fu dedicato nel 289 aC, dopo aver fatto questo la peste a Roma finì improvvisamente.
L’isola Tiberina fu quindi modificata per ricordare una trireme in onore di questo “serpente” del dio Asclepio.
Un obelisco segnava il centro dell’isola, davanti al tempio, in modo da assomigliare a un albero della nave, mentre dei grossi pezzi di travertino erano posizionati lungo i bordi per assomigliare a prua e a poppa. Diverse altre strutture sorsero sull’isola per ospitare i malati, come testimoniano diversi votivi e iscrizioni sopravvissuti.
Il tempio fu distrutto in epoca medievale e già nel 1000 la basilica di San Bartolomeo all’Isola fu costruita sulle sue spoglie dell’antico tempio da Ottone III. Il pozzo medievale vicino all’altare della chiesa sembra essere lo stesso di quello utilizzato per attingere l’acqua per i malati in epoca classica, come ricorda Sesto Pompeo Festo, grammatico latino che ha realizzato un epitome enciclopedico in 20 volumi del De Verborum Significatione.
Pochi resti del tempio come alcuni frammenti dell’obelisco sono oggi conservati a Napoli e Monaco e alcuni blocchi di travertino sono stati riutilizzati in edifici moderni dell’isola, tra cui un rilievo del bastone di Esculapio.