Bashar al-Assad. Chi è il Presidente della Siria

Bashar Hafez al-Assad è nato l’11 settembre 1965 ed è il 19° presidente della Siria dal 17 luglio 2000. Inoltre, è il comandante in capo delle forze armate siriane e il segretario Generale del Comando Centrale del Partito Arabo Socialista Ba’ath .

Suo padre, Hafez al-Assad, è stato il presidente della Siria prima di lui dal 1971 al 2000. Nato e cresciuto a Damasco, Bashar al-Assad si è laureato alla facoltà di medicina dell’Università di Damasco nel 1988 e ha iniziato a lavorare come medico nell’esercito siriano. Quattro anni dopo, ha frequentato gli studi post-laurea presso il Western Eye Hospital di Londra, specializzandosi in oftalmologia. Nel 1994, dopo che suo fratello maggiore Bassel morì in un incidente d’auto, Bashar fu richiamato in Siria per assumere il ruolo di Bassel come erede. Entrò nell’accademia militare, assumendo la direzione della Presenza militare siriana in Libano nel 1998.

Gli esperti di politica medio orientale hanno indicato il governo della famiglia Assad in Siria come una dittatura personalista. Il 17 luglio 2000 Assad è diventato presidente, succedendo a suo padre, morto in carica il 10 giugno 2000. Nelle elezioni senza alcun concorrente valido del 2000 e del 2007, ha ricevuto rispettivamente il 97,29% e il 97,6% dei voti. Il 16 luglio 2014, Assad ha prestato giuramento per altri sette anni dopo che un’altra elezione gli ha dato l’88,7% dei voti. L’elezione si è svolta solo nelle aree controllate dal governo siriano durante la guerra civile in corso nel Paese ed è stata criticata dalle Nazioni Unite. Assad è stato rieletto nel 2021 con oltre il 95% dei voti in un’altra elezione nazionale non democratica. Durante tutta la sua leadership, i gruppi per i diritti umani hanno segnalato diverse violazioni dei diritti umani in Siria. Il governo di Assad si definisce laico, mentre alcuni politologi scrivono che il suo regime sfrutta le tensioni settarie nel Paese.

Gli Stati Uniti, l’ Unione Europea e la maggioranza della Lega Araba nel 2011 hanno chiesto le dimissioni di Assad dalla presidenza dopo che il Presidente siriano ordinò una violenta repressione dei manifestanti della Primavera Araba, situazione che portò alla guerra civile siriana. Nel dicembre 2013, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Navi Pillay ha dichiarato che i risultati di un’indagine delle Nazioni Unite accusavano Assad di essere autore di crimini di guerra. Il meccanismo investigativo congiunto OPCW-ONU ha concluso nell’ottobre 2017 che il governo di Assad era responsabile dell’attacco chimico di Khan Shaykhun.

Nel giugno 2014, l’American Syrian Accountability Project ha accusato Assad di crimini di guerra a carico di funzionari governativi e ribelli che ha inviato alla Corte penale internazionale. Assad ha respinto le accuse di crimini di guerra e ha criticato l’intervento guidato dagli americani in Siria per aver tentato il cambio di regime.

Bashar al-Assad. Ascesa al potere

Subito dopo la morte di Bassel, Hafez al-Assad decise di fare del figlio Bashar il nuovo erede. Nei successivi sei anni e mezzo, fino alla sua morte nel 2000, Hafez ha preparato Bashar a prendere e gestire il potere. Il generale Bahjat Suleiman, un ufficiale delle Compagnie di difesa, fu incaricato di supervisionare i preparativi per una transizione graduale. In primo luogo, è stato costruito il supporto per Bashar nell’apparato militare e di sicurezza. In secondo luogo, l’immagine di Bashar è stata fatta conoscere al pubblico siriano. E, infine, Bashar ha familiarizzato con i meccanismi di gestione del Paese.

Bashar è entrato nell’accademia militare di Homs nel 1994 ed è stato approvato per i ranghi superiori per diventare poi un colonnello dell’élite della Guardia repubblicana siriana nel gennaio 1999. Per stabilire un potere più solido di Bashar nell’esercito, i vecchi comandanti di divisione furono invitati ad andare in pensione e al loro posto arrivarono giovani ufficiali alawiti fedeli a Bashar.

Nel 1998, Bashar al-Assad ha preso in carico il fascicolo siriano sul Libano, che dagli anni ’70 era stato gestito dal vicepresidente Abdul Halim Khaddam, che fino ad allora era stato un potenziale contendente alla presidenza. Prendendo in carico gli affari siriani in Libano, Bashar riuscì a mettere da parte Khaddam e stabilire la propria base di potere in Libano. Nello stesso anno, dopo una piccola consultazione con i politici libanesi, Bashar insediò Emile Lahoud, un suo fedele alleato, come presidente del Libano e mise da parte l’ex primo ministro libanese Rafic Hariri. Per indebolire ulteriormente il vecchio ordine siriano in Libano, Bashar sostituì l’Alto Commissario siriano del Libano, Ghazi Kanaan, con Rustum Ghazaleh.

Parallelamente alla sua carriera militare, Bashar era impegnato negli affari pubblici. Gli furono concessi ampi poteri e divenne capo dell’ufficio per ricevere denunce e appelli dei cittadini e condusse una campagna contro la corruzione. Come risultato di questa campagna, molti dei potenziali rivali di Bashar per la presidenza furono processati per corruzione. Bashar divenne anche presidente della Syrian Computer Society e contribuì a introdurre Internet in Siria, cosa che aiutò la sua immagine di modernizzatore e riformatore.

La presidenza

Dopo la morte di Hafez al-Assad il 10 giugno 2000, la Costituzione della Siria fu modificata. L’età minima richiesta per essere presidneti fu abbassata da 40 a 34 anni, che all’epoca era l’età di Bashar.

Assad è stato poi confermato presidente il 10 luglio 2000, con il 97,29% dei voti. In linea con il suo ruolo di presidente della Siria, è stato anche nominato comandante in capo delle forze armate siriane e segretario regionale del partito Ba’ath.

Immediatamente dopo il suo insediamento, si fa strada un movimento di riforma anche grazie alle pressioni esterne della Primavera di Damasco, che portarono alla chiusura della prigione di Mezzeh e alla dichiarazione di un’amnistia ad ampio raggio che liberò centinaia di prigionieri politici affiliati ai Fratelli Musulmani. Tuttavia, nel corso dei mesi sono ricominciate le misure di repressione. Molti analisti hanno affermato che la riforma sotto Assad era stata inibita dalla “vecchia guardia”, membri del governo fedeli al suo defunto padre.

Durante la guerra al terrore, Assad si è alleato con l’Occidente. La Siria è stata un importante sito di scambi da parte della CIA di sospetti di al-Qaeda che sono stati interrogati nelle carceri siriane.

Subito dopo che Assad ha assunto il potere, “ha reso il legame della Siria con Hezbollah e i suoi sostenitori a Teheran la componente centrale della sua dottrina sulla sicurezza“, afferma Ronen Bergman del New York Yimes e nella sua politica estera, Assad si trasforma in un critico esplicito contro Stati Uniti, Israele, Arabia Saudita Arabia e Turchia.

Nel 2005 viene assassinato Rafic Hariri, l’ex primo ministro libanese. Il Christian Science Monitor ha scritto: “la Siria è stata accusata dell’omicidio di Hariri. Nei mesi precedenti l’assassinio, le relazioni tra Hariri e il presidente siriano Bashar al-Assad sono precipitate in un’atmosfera di minacce e intimidazioni“. La BBC ha pubblicato nel dicembre 2005 che un rapporto provvisorio delle Nazioni Unite “implicava funzionari siriani“, mentre “Damasco ha fortemente negato il coinvolgimento nell’autobomba che ha ucciso Hariri a febbraio“.

Il 27 maggio 2007, Assad è stato eletto per un altro mandato di sette anni con il 97,6% dei voti a sostegno della sua continua leadership. I partiti di opposizione non erano ammessi nel paese e Assad era l’unico candidato al referendum dove si chiedeva se si volesse “approvare la candidatura di Bashar al-Assad al posto di presidente della Repubblica”. Più di 11 milioni hanno risposto sì, con appena 19.653 no e 253mila schede bianche.

La guerra civile siriana

Le proteste di massa in Siria sono iniziate il 26 gennaio 2011. I manifestanti hanno chiesto riforme politiche e il ripristino dei diritti civili, nonché la fine dello stato di emergenza in vigore dal 1963. Un tentativo di “venerdì della rabbia” era fissato per il 4-5 febbraio, e si è concluso senza incidenti. Le proteste del 18-19 marzo sono state le più grandi che hanno avuto luogo in Siria per decenni e l’autorità siriana ha risposto con la violenza contro i suoi cittadini che protestavano.

Gli Stati Uniti hanno imposto alcune sanzioni contro il governo di Assad nell’aprile 2011, seguite dalla protesta ufficiale di Barack Obama del 18 maggio 2011 contro Bashar Assad specificamente e altri sei alti funzionari. Il 23 maggio 2011, in una riunione a Bruxelles, i ministri degli esteri dell’UE hanno concordato di aggiungere Assad e altri nove funzionari a un elenco interessato da divieti di viaggio e congelamento dei beni. Il 24 maggio 2011, il Canada ha imposto sanzioni ai leader siriani, compreso Assad.

Il 20 giugno, in risposta alle richieste dei manifestanti e alle pressioni straniere, Assad ha promesso un dialogo nazionale che avrebbe coinvolto il movimento verso le riforme, nuove elezioni parlamentari e maggiori libertà. Ha anche esortato i rifugiati a tornare a casa dalla Turchia, assicurando loro l’amnistia e incolpando dei disordini un piccolo numero di sabotatori. Assad ha poi accusato gli oppositori di “cospirazione” e l’opposizione siriana e i manifestanti di “fitna”, un violento e drammatico scontro civile – teologico ma anche politico – che si sviluppò nel corso del primo Islam, rompendo così con la rigida tradizione di laicità del Partito Ba’ath siriano.

Nel luglio 2011, il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha affermato che Assad aveva “perso la legittimità” come presidente. Il 18 agosto 2011, Barack Obama ha rilasciato una dichiarazione scritta che esortava Assad a “farsi da parte”.

Dall’ottobre 2011, la Russia, in qualità di membro permanente del Consiglio di sicurezza dell’ONU , ha ripetutamente posto il veto al Consiglio di sicurezza dell’ONU sulle richieste da parte dall’Occidente di sanzioni dell’ONU contro la Siria, o addirittura di un intervento militare, contro il governo di Assad.

Entro la fine di gennaio 2012 oltre 5.000 civili e manifestanti erano stati uccisi dall’esercito governativo siriano, agenti di sicurezza e milizia siriani, fu appurato poi l’uso della cosiddetta Shabiha, un corpo speciale siriano che in abiti civili si mischiava ai manifestanti creando disordini e poi uccidendo gli stessi civili, mentre 1.100 persone erano state uccise da “forze armate terroristiche “.

Il 10 gennaio 2012, Assad ha tenuto un discorso in cui ha affermato che la rivolta era stata progettata da paesi stranieri e ha proclamato che “la vittoria era vicina”. Ha anche affermato che la Lega Araba, sospendendo la Siria, ha rivelato che non era più araba. Tuttavia, Assad ha anche affermato che il paese non “avrebbe chiuso le porte” a una soluzione mediata da arabi se la “sovranità nazionale” fosse rispettata. Ha anche affermato che si sarebbe potuto tenere un referendum su una nuova costituzione.

Il 6 gennaio 2013, Assad, ha affermato che il conflitto nel suo paese era dovuto a “nemici” al di fuori della Siria e che questi sarebbero “andati all’inferno” e che avrebbe “dato loro una lezione”.

Nel 2015, diversi membri della famiglia Assad sono morti a Latakia in circostanze poco chiare. Il 14 marzo, un influente cugino di Assad e fondatore della shabiha, Mohammed Toufic al-Assad, è stato assassinato con cinque colpèi di arma da fuoco alla testa a Qardaha, la casa della famiglia Assad. Nell’aprile 2015, Assad ha ordinato l’arresto di suo cugino Munther al-Assad ad Alzirah. Non è chiaro se l’arresto sia dovuto a crimini reali.

Il 4 settembre 2015, il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che la Russia stava fornendo al governo di Assad un aiuto sufficientemente “serio“: con supporto sia logistico che militare. Poco dopo l’inizio dell’intervento militare diretto della Russia il 30 settembre 2015 su richiesta formale del governo siriano, Putin ha dichiarato che l’operazione militare era stata accuratamente preparata in anticipo e ha definito l’obiettivo della Russia in Siria come “stabilizzare il potere legittimo in Siria e creare le condizioni per un compromesso politico”.

Dopo l’elezione di Donald Trump, la priorità degli Stati Uniti riguardo ad Assad era diversa dalla priorità dell’amministrazione Obama, e nel marzo 2017 l’ambasciatore degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite Nikki Haley ha dichiarato che gli Usa non erano più concentrati sull'”eliminazione di Assad”, ma questa posizione è cambiata sulla scia dell’attacco chimico di Khan Shaykhun del 2017. A seguito degli attacchi missilistici su una base aerea siriana per ordine del presidente Trump, il portavoce di Assad ha descritto il comportamento degli Stati Uniti come “aggressione ingiusta e arrogante”.

Pubbliche relazioni internazionali

, Bashar al-Assad e sua moglie Asma al-Assad

Al fine di promuovere la loro immagine e la loro rappresentazione mediatica all’estero, Bashar al-Assad e sua moglie Asma al-Assad, cittadina britannica di origine siriana di Londra, assunsero una società di PR e consulenti con sede negli Stati Uniti e nel Regno Unito. In particolare, diversi servizi fotografici per Asma al-Assad con riviste di moda e celebrità, tra cui Vogue nel marzo 2011 “Una rosa nel deserto”. Queste aziende includevano Bell Pottinger e Brown Lloyd James, con quest’ultimo pagato 5.000 dollari al mese per i servizi.

Dopo l’inizio della guerra civile siriana, gli Assad hanno avviato una campagna sui social media che includeva la creazione di una presenza su Facebook, YouTube e, in particolare, Instagram. Ciò ha provocato molte critiche ed è stato descritto da The Atlantic Wire come “una campagna di propaganda che alla fine ha peggiorato la situazione della famiglia Assad”. Il governo di Assad ha anche arrestato attivisti per aver creato gruppi su Facebook che il governo disapprovava, e ha fatto appello direttamente a Twitter per rimuovere gli account che non gli piacevano.

La situazione odierna

La Siria oggi appare più calma rispetto gli anni più infuocati dalla guerra civile. Rimangono comunque irrisolti i problemi che hanno portato alla lotta civile. C’è però un’intera generazione in Siria che sta lottando per sopravvivere. Quasi il 90% dei cittadini siriani vive in povertà, con meno di 2 dollari al giorno. Va anche detto che, sempre in Siria, più di 6,5 milioni di bambini hanno bisogno di assistenza urgente, il maggior numero di minori siriani in difficoltà dall’inizio del conflitto, cominciato il 15 marzo 2011.