Speranze ormai ridotte al lumicino per il ritrovamento in vita delle 18 persone che ancora mancano all’appello dopo la valanga di fango abbattutasi sulla cittadina di Atami, nel Giappone centro meridionale, a distanza di poco più di una settimana, mentre è salito a 10 ieri il bilancio dei morti.
Sono quasi 600 le persone ospitate negli hotel della cittadina a cui è stato chiesto di evacuare le proprie abitazioni in anticipazione del rischio di ulteriori cedimenti del terreno.
Le autorità hanno infatti posto la cittadina al livello massimo di allerta, il quinto, mentre continuano a imperversare le piogge torrenziali su gran parte del territorio.
La prefettura di Shizuoka ha avvertito che l’area a monte del fiume Aizomegawa, il punto di origine della frana, è situata a 400 metri sul livello del mare. Da quel luogo una valanga costituita da terreno, rocce e vari detriti trasformatisi in fango, sono rotolati a valle con un’inclinazione di 11 gradi, seppellendo dozzine di case, lungo un percorso di oltre un chilometro, fino a raggiungere la baia di Sagami. La città di Atami, a 90 km a sud di Tokyo, è abitata da circa 34mila residenti, ed è un luogo di villeggiatura molto frequentato nei fine settimana per via delle sue sorgenti termali.