L’editto di Tessalonica, 380 d.C. Il Cristianesimo è religione dell’impero romano

L’editto di Tessalonica è un documento emanato nel 380 d.C dagli imperatori Graziano, Teodosio I e Valentiniano II, con il quale si stabiliva che il cristianesimo niceno fosse l’unica religione lecita nell’impero romano. Si tratta di un atto fondamentale nella storia del cristianesimo e dell’Europa, in quanto segnò la fine della tolleranza religiosa e l’inizio della persecuzione delle altre fedi, in particolare del paganesimo e dell’arianesimo. L’editto di Tessalonica fu anche il primo passo verso la formazione di un impero cristiano, in cui il potere politico e quello ecclesiastico si intrecciarono strettamente.

Contesto storico

L’editto di Tessalonica fu il risultato di un lungo processo di cristianizzazione dell’impero romano, iniziato con la conversione di Costantino nel 312 e proseguito con le sue riforme a favore della Chiesa. Costantino convocò anche il primo concilio ecumenico a Nicea nel 325, dove si definì il dogma della Trinità e si condannò l’arianesimo, una dottrina elaborata dal presbitero alessandrino Ario, secondo il quale Cristo partecipava alla gloria di Dio Padre ma con un ruolo inferiore e subordinato.

Tuttavia, l’arianesimo continuò a diffondersi tra i popoli barbari e alcuni imperatori successori di Costantino, come Costanzo II e Valente. Questi favorirono gli ariani e perseguitarono i niceni, provocando una profonda divisione religiosa nell’impero.

Nel 378, Valente morì nella battaglia di Adrianopoli contro i Goti ariani, lasciando il trono a Graziano e a Teodosio I. Graziano era un fervente sostenitore della dottrina nicena e nominò Teodosio come suo collega per governare la parte orientale dell’impero.

Teodosio era stato educato nella fede cattolica da suo padre, un generale romano che aveva combattuto contro gli ariani. Entrambi gli imperatori erano decisi a restaurare l’unità religiosa dell’impero e a eliminare le eresie. Per questo motivo, nel 380, mentre si trovavano a Tessalonica per affrontare una rivolta dei Goti, emanarono l’editto che sanciva il trionfo del cristianesimo niceno.

Contenuto dell’editto

L’editto di Tessalonica è conservato in una lettera inviata da Teodosio ai prefetti del pretorio d’Oriente. In essa si legge:

“Vogliamo che tutti i popoli che sono governati dalla nostra clemenza e moderazione abbraccino quella religione che san Pietro apostolo ha trasmesso ai Romani […] Crediamo in un solo Dio Padre onnipotente […] E in un solo Signore Gesù Cristo Figlio di Dio […] E nello Spirito Santo […] Questa è la fede degli apostoli; questa è la fede ortodossa; questa è la fede che ha stabilito l’universo. Condanniamo tutti gli empi errori e li proscriviamo dalla nostra presenza […] Chiunque abbia avuto l’audacia di seguire una tale opinione o una tale superstizione o una tale eresia […] lo dichiariamo alieno dalla comunione della Chiesa cattolica e lo priviamo della dignità del nome cristiano”.

L’editto non specificava le sanzioni per i trasgressori, ma li escludeva dalla società civile e religiosa. Inoltre, l’editto non nominava esplicitamente le altre religioni da proibire, ma usava termini generici come “empi errori”, “superstizione” ed “eresia”. Si può dedurre che tra questi rientrassero il paganesimo, l’arianesimo e tutte le altre forme di cristianesimo non allineate alla dottrina nicena.

Conseguenze dell’editto

L’editto di Tessalonica ebbe delle conseguenze importanti sulla società romana e sulla storia del cristianesimo. Da un lato, segnò la fine della libertà religiosa che aveva caratterizzato l’impero romano fino ad allora.

Da quel momento in poi, chi non si conformava alla religione ufficiale era considerato un nemico dello stato e della Chiesa. Da un altro lato, l’editto rafforzò il legame tra il potere imperiale e quello ecclesiastico, dando alla Chiesa cattolica una posizione di supremazia e di autorità. L’imperatore si presentava come il difensore della fede e il protettore della Chiesa, mentre i vescovi diventavano i suoi alleati e i suoi consiglieri.

L’editto di Tessalonica fu seguito da altri decreti teodosiani che intensificarono la repressione delle altre religioni. Nel 381, Teodosio convocò il secondo concilio ecumenico a Costantinopoli, dove si confermò il credo niceno e si condannarono nuovamente le eresie. Nel 382, Teodosio ordinò la chiusura dei templi pagani e la confisca dei loro beni.

Nel 383, Teodosio proibì i sacrifici pagani e le pratiche divinatorie. Nel 385, Teodosio fece giustiziare il filosofo pagano Priscilliano, accusato di stregoneria. Nel 391, Teodosio vietò ogni forma di culto pubblico o privato che non fosse cristiano. Nel 392, Teodosio dichiarò il cristianesimo niceno religione unica e obbligatoria per tutti i sudditi dell’impero.

Queste misure provocarono delle resistenze e delle rivolte da parte dei pagani e degli ariani, che furono però represse con la forza. Alcuni esempi sono la rivolta di Eugenio nel 392-394, sostenuta dai senatori pagani; la distruzione del tempio di Serapide ad Alessandria nel 391 da parte dei monaci cristiani; la morte di Ipazia, filosofa neoplatonica uccisa da una folla di fanatici nel 415. Allo stesso tempo, si verificarono anche dei tentativi di dialogo e di tolleranza da parte di alcuni imperatori e vescovi, come Ambrogio di Milano e Teodosio II.

L’editto di Tessalonica ebbe anche delle ripercussioni sulle relazioni tra l’impero romano e i popoli barbari che lo invadevano. Molti di questi erano convertiti all’arianesimo dai missionari goti Ulfila e Wulfila. Questo creava una differenza religiosa tra i conquistatori e i conquistati, che rendeva più difficile l’integrazione e la pacificazione. Alcuni esempi sono le guerre tra i Visigoti ariani e i Romani cattolici in Spagna; le persecuzioni degli Ostrogoti ariani contro i Romani cattolici in Italia; la conversione al cattolicesimo dei Franchi sotto Clodoveo nel 496.

L’editto di Tessalonica può essere considerato come uno dei momenti chiave nella storia del cristianesimo e dell’Europa. Esso segnò la fine dell’epoca antica e l’inizio del Medioevo, caratterizzato dalla fusione tra il mondo romano e quello germanico sotto l’egida della Chiesa cattolica.

FONTI

  • Codice teodosiano, libro XVI, titolo I, legge II.
  • Storia ecclesiastica di Socrate Scolastico: libro V, capitolo II.
  • Storia ecclesiastica di Sozomeno: libro VII, capitolo IV.
  • Storia ecclesiastica di Teodoreto di Cirro: libro V, capitolo V.
  • Vita di Ambrogio di Paolino di Milano: capitolo XXI.