La costruzione delle strade romane

Le strade di Roma sono tuttora uno degli elementi più riconoscibili della civiltà romana: come venivano costruite? Conoscere questo passaggio della storia di Roma è importante sia dal punto di vista storico che da quello ingegneristico.

Le funzioni delle strade nel mondo romano

Erano tre, sostanzialmente, le motivazioni per le quali le strade venivano costruite.  

La prima era di tipo militare: le legioni che conquistavano per la prima volta un territorio avevano bisogno delle strade per permettere un passaggio ordinato e sicuro dei soldati al suo interno.

Ovviamente man mano che la provincia veniva conquistata e romanizzata subentrava anche la seconda ragione per la quale le strade venivano costruite: la possibilità di avere delle vie di comunicazione di facile sfruttamento.

I romani, all’avanguardia come sempre, avevano infatti dato vita a un servizio postale: le comunicazioni non erano solo verbali, ma anche scritte e i postini del tempo avevano bisogno di strade che consentissero di recapitare i messaggi nei punti più disparati dell’Impero.

Specialmente durante l’epoca d’Augusto il sistema basato sullo sfruttamento delle strade funzionava in maniera egregia e consentiva di favorire le comunicazioni senza dover passare per boschi in condizioni selvagge.

La terza motivazione, non meno importante delle precedenti, era legata al passaggio delle merci, soprattutto quando la stabilità delle province era ormai consolidata.

Basta pensare all’importanza delle strade nel sistema commerciale moderno per rendersi conto di quanto potesse essere basilare la loro esistenza ai tempi dei romani.

Le fasi di costruzione di una strada romana

Come costruivano le strade i romani?  Senza dubbio erano le costruzioni nelle quali eccellevano, anche grazie ad una progettazione ed esecuzione che passavano per fasi ben precise, che hanno consolidato nel corso del tempo e che hanno permesso loro di ottenere risultati straordinari.

La prima cosa che facevano i romani era quella d’individuare l’itinerario della strada. Gli esperti compivano delle esplorazioni e cercavano di capire dove potesse essere più comodo e utile che la strada passasse: ovviamente in presenza di ostacoli naturali si tendeva ad allungare il percorso della stessa per poterla costruire con più facilità e ottenere una semplificazione del lavoro per gli operai.

È importante sottolineare che al fine di rendere il livello della strada sempre omogeneo i romani erano pronti a scavare gallerie oppure a riempire dei terreni bassi ove necessario.

Dopo l’esplorazione del territorio e la decisione dell’itinerario, entravano in campo gli ingegneri, i mensores che avvalendosi di uno strumento specifico tracciavano gli angoli retti e definivano in maniera geometrica la griglia della strada.

Questi addetti eseguivano i calcoli fondamentali che permettevano alla strada di avere sempre una struttura sana, lineare e sempre uguale in tutte le sue parti, dall’inizio alla fine.

Finiti i calcoli, arrivava il momento del primo scavo, il quale serviva per arrivare alla parete di roccia sottostante o comunque a un punto rigido che potesse essere la base ideale per la successiva costruzione.

Sebbene a seconda dei territori e delle epoche siano state registrate piccole variazioni, il primo passaggio per la costruzione di una strada romana passava per l’utilizzo degli aratri che tracciavano due solchi paralleli che poi venivano rinforzati con delle pietre poste a margine a creare una sorta di muretto.

Si procedeva quindi a scavare in profondità per ottenere uno scavo profondo, pulito, omogeneo e solido al quale si applicavano quattro strati composti in modo differente.

Il primo strato era costituito da grossi massi e pietre che venivano legati insieme dal cemento: il più importante e forte. Il secondo era composto sempre da massi e sassi, più piccoli dei precedenti e legati dalla calce al fine di poter assicurare alla strada il drenaggio dell’acqua.

Veniva poi posto un terzo strato chiamato “nucleus” ed era quello composto da “breccia”, ovvero sassolini di ghiaia compattati che garantivano solidità e stabilità orizzontale e un quarto, quello dove le persone avrebbero camminato e le bighe e i carri sarebbero passati, ottenuto con il posizionamento di grandi sassi piatti e lunghi.

Un leggero declivio assicurava il fluire dell’acqua ai margini della strada per evitare allagamenti.