La Colonna Traiana: l’arte romana al suo massimo

La Colonna Traiana è uno dei monumenti più belli che turisti e romani hanno la possibilità di visitare all’interno della Città Eterna: un’opera originale per i suoi tempi che merita di essere conosciuta.

Sulla Colonna Traiana è rappresentata la spedizione militare di conquista in Dacia dell’imperatore Traiano: una campagna particolarmente ostica per la quale venne commissionata questa opera, al fine di celebrare il trionfo dell’imperatore e delle sue truppe.

Una storia raccontata nel marmo

Si tratta ovviamente di un monumento celebrativo chiamato a raccontare una storia: se la osserviamo a partire dalla base, la Colonna Traiana dipana davanti a noi un racconto in ordine cronologico, non caratterizzato da immagini messe a caso ma da una evoluzione dei fatti.

Il termine esatto per descrivere questa colonna è “coclide” per via della struttura a forma a spirale. E’ come trovarsi davanti a un fumetto fatto di bassorilievi inciso nella pietra.

La Colonna Traiana racconta una storia piuttosto emozionante: pur essendo l’autore (o gli autori sconosciuti), il racconto è stato scolpito nella colonna con l’intento di mantenere sempre alta l’attenzione dello spettatore.

Sono il pathos, l’emozione e il coinvolgimento i veri protagonisti: il racconto è proposto all’occhio dell’osservatore senza che si verifichino cali di attenzione, spesso addirittura sacrificando le principali regole artistiche.

Anche la prospettiva viene sacrificata per mantenere alta l’emozione: in molti punti di quest’opera ci si ritrova, ad esempio, a osservare legionari  alti come dei muri, non tenendo conto di nessuna regola.

Non è solo la prospettiva a essere ignorata sulla Colonna Traiana, ma si tratta di un particolare irrilevante per chi scolpisce: gli oggetti vengono resi più grandi di quello che sono e i paesaggi vengono ristretti in maniera innaturale a favore dell’emozione e a discapito della correttezza tecnica.

Il messaggio da recapitare giustifica l’artista nel prendersi delle licenze.

I valori romani nascosti nell’opera

Perché per riprodurre la spedizione in Dacia sulla Colonna Traiana ci si concessero queste “leggerezze artistiche”?

Il primo motivo è che la storia di questa campagna è una storia costruttiva. Le legioni romane che possiamo osservare non sono semplicemente truppe che combattono, ammazzano, distruggono e portano la morte ovunque passino.

Sulla colonna vengono infatti rappresentate molte scene di vita quotidiana: la costruzione di bastioni e di ponti di passaggio, la realizzazione di strade e molto altro.

Vi è alla base la volontà di far capire che la legione romana non è solamente veicolo di combattimento e morte ma è esportatrice della civiltà romana, attraverso la costruzione di infrastrutture.

La legione romana è il primo avamposto dell’impero: il suo atteggiamento costruttivo consente di portare la civiltà nel mondo.

La seconda ragione è il bisogno di realtà. Per quanto la Colonna Traiana sia un’opera celebrativa, l’Imperatore Traiano non vuole raccontare una storia fantasiosa: vuole che i cittadini possano osservare la realtà di ciò che è successo e quindi decide di non ritoccare la storia.

Non fa scolpire una realtà che rende i romani perfetti, esaltando le vittorie e minimizzando i fallimenti: senza alcun campanilismo è possibile osservare i legionari che vengono messi in difficoltà dai nemici o ancora un soldato romano che spacca la testa a un bambino.

Si tratta di un’opera che non rispetta le prospettive ma che riporta fedelmente la realtà. Un fattore molto importante per comprendere meglio il ragionamento romano e la vita romana del tempo.

Il terzo elemento importante che caratterizza la storia raccontata dalla Colonna Traiana coinvolge la pietà e il rispetto per il nemico.

Non importa che il nemico sia riprodotto mentre si arrende o si suicida per non perdere l’onore: l’avversario viene sempre rappresentato con fierezza per rendere giustizia al suo valore.

Osservando le varie scene della Colonna Traiana, ci si rende conto di essere davanti a una storia esternamente interessante e ad una incredibile testimonianza della vita e del pensiero romano.