Chen Du Xiu: il fondatore del partito comunista cinese, prima di Mao

La storia della Cina moderna nell’immaginario collettivo appare indissolubilmente legata alla figura del “Grande timoniere” Mao Zedong come artefice della creazione dello stato comunista più popoloso del mondo. In realtà Mao non fu l’unico protagonista di tale processo, né fu uno dei fondatori del primo partito comunista cinese. Anzi nel passaggio dalla Cina imperiale ad un progetto di Cina democratica furono altri, in tempi e in contesti differenti, gli artefici di tale passaggio, tra questi, sicuramente, Sun Yat Sen e appunto il meno conosciuto Chen Du Xiu. Del primo non parlerò in questo post ma chiaramente mi soffermerò sull’opera del secondo. 

Nato nel 1880 da una famiglia che aveva prodotto alti burocrati ma che si era impoverita Chen Du Xiu fu educato secondo le più rigide regole del confucianesimo e a 17 anni riuscì a superare i primi due gradi degli esami imperiali. Peraltro già a 18 abbandonò gli studi volti ad una carriera “burocratica” preferendo frequentare una scuola di architettura navale. Affascinato dalla cultura occidentale fu impegnato da subito in movimenti di protesta e rivolta che già una volta nel 1902 lo costrinsero a riparare in Giappone.

Pur non apprezzando in pieno il nazionalismo di Sun Yat Sen partecipò attivamente alla rivoluzione del 1911 divenendo commissario dell’educazione nella sua provincia. Partecipò inoltre alla “seconda rivoluzione” del 1913 e si ritrovò “esiliato on Giappone prima, poi in Francia, in quegli anni immediatamente precedenti la prima guerra mondiale che furono tanto significativi per la formazione di nuove prospettive nell’ambito della letteratura, dell’arte e in genere della cultura francese “.

Rientrato in Cina è nel 1915 che il pensiero e l’azione di Chen Du Xiu si concretizzarono nella nascita della rivista Gioventù Nuova, vero e proprio manifesto di rinnovamento culturale, che partendo da una feroce critica all’etica confuciana guardava ad occidente con l’intento di un radicale rinnovamento intellettuale e sociale della nazione cinese. Attirando a sé diversi intellettuali ben presto Gioventù Nuova passò da un interesse di tipo culturale filosofico rispetto le esigenze di modernizzazione della società cinese alla trattazione di tematiche prettamente economico sociali. 

Ed è in questo frangente che Chen Du Xiu matura il suo interesse verso il pensiero socialista e l’analisi storico economica marxista. Chiaramente l’evolversi della situazione in Russia nel 1917 spinse molti intellettuali ad aderire alle idee del bolscevismo tra cui lo stesso Chen Du Xiu (divenuto dal 1916 preside della facoltà di lettere a Pechino) seppure all’inizio si mantenne su posizioni più moderate.

Il 1919 segnò il punto di svolta tra teoria e prassi. Lo scontento seguito alle decisioni di Versailles, che vedevano cedere i territori controllati dai tedeschi in Cina direttamente ai Giapponesi, si trasformò il 4 maggio in una serie di manifestazioni che si allargarono in generale anche ad una opposizione antiimperialista (verso giapponesi ed occidentali).In tal senso il movimento del 4 maggio viene considerato ancora oggi da molti storici l’inizio della storia contemporanea cinese con la crisi definitiva della vecchia cultura confuciana. E’ inutile dire che Chen Du Xiu fu uno dei prestigiosi intellettuali dell’epoca che aderirono al movimento. 

Successivamente a questi eventi, e sulla spinta di queste nuove istanze di rinnovamento, l’idea portata avanti da Chen Du Xiu e Li Da Zhao di formare un partito, venne reputata quindi come indispensabile per un radicale cambio sociale e culturale della Cina. E questo partito fu di matrice marxista leninista. Nacque così il partito comunista cinese nel 1921 e tra i fondatori ci furono Li Da Zhao e appunto Chen Du Xiu che ne divenne presidente.

Partito che dal 1924 entrò in alleanza col partito nazionalista Guomindang del vecchio Sun Yat Sen (Fronte Unito) che nella fase finale della sua vita, cosciente di una impossibilità di collaborazione con altre forze “interne”per la costruzione di una nuova nazione cinese, si rivolse all’URSS e al Comintern.

La forte ingerenza di quest’ultimo nel partito comunista cinese (di cui erano iniziati i rapporti già dal 19) però non fu mai vista di buon occhio da Chen Du Xiu che seppur in minoranza nel comitato centrale del partito, e costretto ad accettare la linea della maggioranza, non risparmiò mai le sue critiche al partito nazionalista e alla linea politica del Fronte Unito. Peraltro il Comintern premeva anche per il rafforzamento della presenza comunista nel Guomindang. 

Chen Du Xiu previse che ciò avrebbe portato ad una crisi con l’ala destra del partito nazionalista di Chang Kai Shek, succeduto dal 1925 a Sun Yat Sen morto nello stesso anno, e ciò avvenne appunto nel 1927. 

Il comitato centrale del PCC da tempo ormai allineato col Comintern ritenne però proprio Chen Du Xiu (insieme ad altri esponenti di partiti) colpevole del fallimento del Fronte Unito che fu quindi rimosso da Presidente. Ritiratosi dal comitato centrale, pur rimanendo nel partito, continuò a scrivere articoli contro il Guomindang. 

Nel 1928 incontrò Lev Trotzky con cui trovò una ampia convergenza di opinioni. Da lì in poi insieme ad altri esponenti del partito tra cui Peng Suzhi costituirà l’ala troskista del PCC e la sua linea politica sarà improntata non sulla classica teoria delle due fasi (prima rivoluzione borghese e poi socialista) ma bensi ,proprio su quella della rivoluzione continua di matrice troskista propensa all’alleanza immediata del proletariato e dei contadini per una rivoluzione socialista.

Inoltre si adoperò per una maggiore democrazia interna del Partito Comunista Cinese. Tale situazione non venne sopportata dal comitato centrale e quindi portò in breve alla sua espulsione dal partito nel 1929. Peraltro i troskisti cinesi non riuscirono ad organizzarsi in un Fronte comune tanto da rendere necessario un incontro nel 1932 a Shangai. Uno dei partecipanti però avvisò la polizia del Guomindang e Chen Du Xiu e gli altri esponenti vennero incarcerati. 

Sede del primo Congresso del PCC , nell'ex concessione francese di Shanghai
Sede del primo Congresso del PCC, nell’ex concessione francese di Shanghai

Rilasciato nel 1939, in anticipo rispetto alla pena di dodici anni, resosi conto che il troskismo ormai si batteva più su questioni teoriche che pratiche (Trotzky peraltro era morto assassinato a città del Messico nel 1938), se ne distaccò, individuando nella lotta al Giappone l’unica possibilità di sollevare le masse cinesi. Nel fare ciò cercò , con scarso successo, di formare nuove alleanze politiche con le forze non allineate col Partito Comunista Cinese o col Guomindang (intanto di nuovo riuniti nel secondo fronte unito). Per tutta risposta il PCC lo accusò di essere una spia giapponese. Proseguirà con questa “nomina” nella sua attività politica con scarso successo. Fuggendo dall’invasione giapponese seguirà il Guomindang fino ad arrivare nella città di Jiangjin dove morirà nel 1942.

Chen Du Xiu, con la sua vita e il suo operato, attraversa tutte le fasi che portano dalla fine del vecchio mondo imperiale cinese agli albori di quella che sarà la nuova Repubblica Cinese di Mao.  In lui si riassumono tutte le fasi di un pensiero che partendo da una semplice esigenza di rinnovamento democratico si avvicina e aderisce al pensiero comunista e approda alla critica “trotzkista” dello stesso.

Personaggio che forse, per onestà intellettuale, fu sempre scomodo per le diverse parti politiche in gioco in quegli anni, e per questo politicamente abbandonato.