Cesarione è il nome più comune con cui si definisce Tolomeo XV Cesare, figlio maggiore della famosa regina Cleopatra, e probabilmente, unico figlio maschio naturale di Giulio Cesare.
La sua vita fu relativamente breve, ma la sua presenza fu importantissima per via del ruolo politico di suo padre: come figlio di Cesare, Cesarione ha rappresentato un gravissimo rischio per Ottaviano, il nipote adottato da Cesare, che ha avuto in lui un pericoloso pretendente alla successione alla guida di Roma.
Cesarione, per via della vittoria nella guerra civile proprio da parte di Ottaviano, venne giustiziato, sparendo dalla storia.
La presenza di Giulio Cesare in Egitto e l’incontro con Cleopatra
Dopo la vittoria di Giulio Cesare nella battaglia di Farsalo contro Pompeo Magno, il grande condottiero si recò in Egitto. Lì apprese della morte di Pompeo per ordine del Re Egizio Tolomeo, che credeva di fare un’importante favore al generale romano, togliendo fisicamente di mezzo il suo più grande rivale nella guerra civile.
Cesare, sia per un enorme credito economico che aveva nei confronti della famiglia imperiale d’Egitto, sia per una serie di favori politici che aveva concesso a questo paese negli anni precedenti, si ritenne in diritto di intervenire nella disputa in corso tra Tolomeo e la sorella Cleopatra, entrambi pretendenti al trono.
Questa intromissione negli affari egizi, provocò una grande reazione da parte di Tolomeo, del suo esercito e soprattutto del popolo, che assediò Cesare nel palazzo imperiale ad Alessandria, mettendo in grave rischio la sua vita. Fu esattamente in questa circostanza, nota come “Bellum Alexandrinum“, che Cleopatra, che mirava ad ottenere il controllo dell’Egitto ma che si ritrovava in una situazione di svantaggio rispetto a Tolomeo, pensò di presentarsi di fronte al grande politico romano per ottenere il suo appoggio.
Fra Cesare e Cleopatra scattò immediatamente un’intesa: questo accordo aveva certamente una natura politica, in quanto Cesare poteva controllare, attraverso Cleopatra, una zona di grande importanza strategica come l’Egitto, e Cleopatra poteva contare su un alleato importantissimo per garantirsi il potere.
Ma nacque anche una intesa personale: Cesare e Cleopatra svilupparono una relazione, dalla quale sarebbe nato un figlio: Cesarione.
La giovinezza di Cesarione
Tolomeo Cesare XV, o Cesarione, nacque da Cleopatra nell’estate del 47 a.C. La sua data di nascita potrebbe essere fissata al 23 giugno secondo una stele egizia che è stata ritrovata nella città di Menfi, e Tolomeo potrebbe essere ragionevolmente venuto al mondo giusto pochi mesi dopo la partenza di Giulio Cesare dall’Egitto.
Le fonti antiche sono abbastanza dubbie e ambigue sulla paternità di Cesare: secondo Svetonio, Cesare avrebbe sostanzialmente accettato Tolomeo come suo figlio, anche se non avrebbe dato il suo consenso ad un riconoscimento legale. Lo storico Nicola di Damasco afferma invece come Cesare non avesse intenzione di stabilire relazioni con il figlio, che andava a minare i suoi piani politici, tanto da non volerlo riconoscere e da escluderlo dal suo testamento.
Cesarione, il nome comune con cui veniva definito Tolomeo XV dalle fonti antiche, crebbe ad Alessandria d’Egitto, la città natia della madre Cleopatra. Ebbe un’educazione prevalentemente greco-ellenistica e la sua giovinezza fu relativamente stabile e sicura grazie al ruolo di potere di Cleopatra, garantito dall’alleanza personale e politica con Cesare.
Cesarione crebbe con i migliori maestri, che lo introdussero alle arti della retorica, della politica e della filosofia, sviluppando una preparazione di primo livello. La stessa madre, che parlava sette lingue, ebbe un ruolo primario nella sua educazione, e quasi sicuramente Cleopatra lo preparò a guidare il regno assieme a lei, puntando su Cesarione tutte le sue carte.
Il viaggio di Cleopatra a Roma
Un periodo importante, che può aiutarci a capire i rapporti tra Cesare e Cleopatra, e soprattutto le intenzioni che il dittatore romano aveva nei confronti di questo suo figlio naturale, è certamente il viaggio durante il quale Cleopatra e Cesarione raggiunsero Roma, negli ultimi anni del governo di Cesare.
Cleopatra e Cesarione visitarono Roma accompagnati dallo stesso Cesare, e risiedettero nella sua villa nei giardini vicino al Foro. In quell’occasione, Cesare dedicò un tempio alla Dea Venere genitrice, che rappresentava la sua discendenza, dal momento che Cesare si sforzava di propagandare come antenata la stessa Dea Venere.
Proprio in questo tempio, Cesare fece erigere un’enorme statua dedicata alla Dea Iside, che potrebbe essere considerata come la controparte di Venere in Egitto. Più di uno storico antico, e numerosi storici moderni, vedono in questa statua una probabile dedica a Cleopatra, ovvero un metodo indiretto di riconoscere lei come regina e Cesarione come suo figlio ed erede.
Non conosciamo esattamente le intenzioni di Cesare, ma la storia successiva parla chiaro: Cesare, raggiunto più tardi in Spagna dal nipote Ottaviano, venne probabilmente folgorato dalle capacità di questo giovane e promettente parente, tanto da modificare, appena prima della morte, il suo testamento depositato presso il tempio delle Vergini vestali.
Nel testamento, Cesare non menziona minimamente Cesarione, ma nomina come suo erede e successore legittimo proprio Ottaviano.
La morte di Cesare e il futuro di Cesarione
Alle idi di marzo del 44 a.C, Cesare venne ucciso dalla ben nota congiura: Cleopatra si trovò così in una posizione particolarmente delicata, in quanto il suo principale alleato, che era in grado di garantirgli il potere in Egitto, scomparve dalla storia.
Cleopatra avviò immediatamente contatti e relazioni diplomatiche con gli eredi di Cesare: Marco Antonio, il suo braccio destro e generale , e Ottaviano. Grazie ad una buona collaborazione con i nuovi leader, Cleopatra riuscì ad estendere il suo potere.
In particolare, Cleopatra riuscì ad utilizzare le sue arti amatorie e il suo indiscutibile carisma, per stringere una relazione stretta con Marco Antonio. Proprio grazie alla sua protezione, la Regina fu in grado di nominare Cesarione come futuro Re d’Egitto, che si sarebbe occupato di guidare lo stato assieme a lei, con gli stessi poteri.
Questa successione fu ufficialmente riconosciuta dal Senato romano all’inizio del 43 a.C, il che consolidò ulteriormente il disegno politico di Cleopatra. La donna diede allora il via ad una intensa produzione artistica di propaganda, che in numerose statue la accomunava nel regno al figlio, per imporre la figura del ragazzo presso i suoi sudditi.
Nel frattempo, Cesarione cresceva: all’età di 10 anni, accompagnò la madre in un viaggio presso la città di Antiochia, dove si incontrò con Antonio. Nel 37 a.C., Antonio concesse a Cleopatra una serie di ricche terre: Cirene, Cilicia e l’Isola di Creta.
La relazione tra Cleopatra e Antonio si era spinta tanto oltre da arrivare al matrimonio, celebrato nel 34 a.C: in questo modo, Marco Antonio in qualità di generale, Cleopatra come Regina e Cesarione come figlio di Cesare, stavano creando una vera e propria famiglia imperiale orientale, di stampo ellenistico.
Questo rappresentava un gravissimo pericolo per Ottaviano: tutta la carriera politica del giovane si basava sulla pretesa di essere il legittimo successore di Giulio Cesare, e un figlio maschio di Cesare era per lui un possibile avversario molto insidioso.
La guerra civile tra Ottaviano e Marco Antonio
Marco Antonio, evidentemente irretito da Cleopatra e dimentico della situazione a Roma, fece un passo falso: ignorando le disposizioni del Senato, dedicò tutte le proprie forze per ottenere nuove conquiste militari in Oriente, ampiamente foraggiato dalle ricchezze di Cleopatra.
Dopo aver ottenuto delle brevissime vittorie, per nulla utili, contro i Parti, decise di concedere ulteriori territori a Cleopatra: note come “Donazioni di Alessandria”, Marco Antonio regalò alla regina egizia una quantità sterminata di territori.
A Cleopatra venne ceduta la Libia, la Siria, la Fenicia, la Cilicia, ma anche delle splendide zone costiere in medioriente.
Mentre tutto questo accadeva, Cesarione aveva raggiunto l’età di 14 anni e venne dichiarato da Antonio come vero figlio di Giulio Cesare. Grazie a queste donazioni da parte di Antonio, Cleopatra e Cesarione dominavano su un impero che andava dall’India all’Ellesponto.
Si trattava di un’azione molto rischiosa da parte di Marco Antonio, che stava trattando dei territori ufficialmente assegnati a Roma come fossero una sua proprietà personale.
Ottaviano, che continuava a guardare con estrema preoccupazione le mosse in Oriente, colse immediatamente la palla al balzo per avviare una efficace propaganda contro Marco Antonio e Cleopatra, con tutto l’intento di stroncare possibili successori alla guida di Roma.
Con grande abilità, Ottaviano ottenne finalmente quello che voleva: il Senato romano dichiarò guerra a Cleopatra nella primavera del 32 a.C, adducendo come scusa la crescente e indebita influenza della regina in territori appartenenti a Roma, ma andando ad attaccare in realtà lo strapotere di Antonio.
Mentre Ottaviano si preparava alla guerra civile, e così anche Marco Antonio e Cleopatra, Cesarione aveva raggiunto la maggiore età: nell’estate del 30 a.C fu ufficialmente iscritto in alcuni elenchi chiamati “Registri del ginnasio”.
Si trattava di un elenco dove venivano segnati i giovani con tutti i titoli onorifici che gli appartenevano: significava per Cesarione l’ingresso definitivo nella comunità degli adulti, così da poter esercitare a tutti gli effetti il suo ruolo politico.
La vittoria di Ottaviano e la morte di Cesarione
La resa dei conti avvenne nella battaglia di Azio del 31 a.C, quando la forza navale di Ottaviano e del suo miglior generale, Marco Vipsanio Agrippa, riuscì a sconfiggere la controparte di Marco Antonio e Cleopatra.
L’epilogo è noto: Marco Antonio, completamente disperato, propose un duello personale contro Ottaviano per risolvere la questione. Ottaviano rifiutò, e assieme al suo generale Gallo Cestio, eseguì con il suo esercito una manovra a tenaglia per imprigionare l’Egitto.
Avendo saputo della morte di Cleopatra, Marco Antonio decise di suicidarsi. Ma la notizia si rivelò falsa, e, morente, spirò tra le braccia della Regina, che rimase sola a gestire Ottaviano.
Dopo alcune trattative, durante il quale il fascino di Cleopatra si infranse contro la freddezza di Ottaviano, la Regina, pur di non sfilare in catene di fronte al carro del nemico, si suicidò il 12 agosto del 30 a.C.
A questo punto, Ottaviano propose a Cesarione, con calcolata amichevolezza, di governare l’Egitto al posto della madre. Non sappiamo se questa offerta fosse genuina o se rappresentava solamente un pretesto per prendere tempo: sappiamo però che Ottaviano, consultatosi con i suoi principali consiglieri, e soprattutto spinto da un ex appartenente alla corte Alessandrina di nome Didimo, decise che la presenza di Cesarione era troppo pericolosa per durare.
La minaccia di Cesarione andata estirpata alla radice.
Così, per suo ordine, i soldati di Ottaviano cercarono e trovarono Cesarione, uccidendolo sommariamente. La morte del ragazzo tolse ad Ottaviano un possibile pretendente politico, consolidando la sua figura come unico e vero erede di Cesare.
Cesarione è dunque una meteora della storia, schiacciata dallo strapotere e dal calcolo politico di Ottaviano, che riuscì ad esercitare il suo potere solo per pochi mesi e che rappresentò, ufficialmente, l’ultimo faraone Egizio e il capolinea della gloriosa dinastia dei Tolomei.