Diocleziano aveva ordinato la costruzione di un complesso pesantemente fortificato nella città di Spalato in preparazione al suo ritiro il 1 maggio 305 d.C. Il luogo scelto era vicino a Salona, il centro amministrativo provinciale della Dalmazia, sul lato meridionale di una breve penisola. In base ai dati delle mappe romane sembra che ci fosse già un insediamento a Spalato in quella baia, ma le dimensioni e i resti di tale insediamento non sono stati ancora stabiliti.
L’inizio della costruzione del palazzo di Diocleziano non è stato precisamente determinato, ma si ritiene che sia iniziato intorno al 295, dopo l’istituzione della Tetrarchia. Tuttavia, dieci anni dopo quella decisione, quando Diocleziano abdicò nel 305, sembra che il palazzo fosse ancora incompiuto, e ci sono indicazioni che alcuni lavori fossero in corso mentre l’imperatore risiedeva nel palazzo. Non si sa secondo quale visione architettonica sia stato costruito il palazzo e chi ne siano stati i costruttori. Il complesso era modellato sui forti romani dell’era del III secolo, come quelli visibili lungo il limes, come il forte di Castrum Divitia sul Reno di fronte a Colonia.
Tuttavia, i nomi greci incisi Zotikos e Filotas, insieme a numerosi caratteri greci, indicano che molti costruttori provenivano originariamente dalla parte orientale dell’Impero, ossia Diocleziano aveva portato con sé maestri dall’Oriente. Tuttavia, una parte considerevole della forza lavoro era probabilmente di origine locale. I materiali di base provenivano dalle zone vicinae: la pietra calcarea bianca veniva da Brač e da alcune zone vicine a Trogir, il tufo veniva estratto dai letti dei fiumi nelle vicinanze e i mattoni venivano fabbricati a Spalato e in altri laboratori situati nelle vicinanze.
A Carnuntum, la gente pregò Diocleziano di tornare al trono per risolvere i conflitti sorti a causa dell’ascesa al potere di Costantino e dell’usurpazione di Massenzio. Diocleziano rispose:
“Se voi poteste mostrare il cavolo che ho piantato con le mie stesse mani al vostro imperatore, egli non avrebbe mai osato di suggerire di rimpiazzare la pace e la felicità di questo posto con i temporali di un’avidità mai soddisfatta “
Diocleziano visse per altri quattro anni, trascorrendo le sue giornate nei giardini del suo palazzo. Vide il suo sistema tetrarchico fallire, strappato dalle ambizioni egoiste dei suoi successori. Udì della terza rivendicazione al trono di Massimiano, del suo suicidio forzato e della damnatio memoriae. Nel suo palazzo, le statue e i ritratti del suo ex collega imperatore furono abbattuti e distrutti. Profondamente disperato e malato, morì il 3 dicembre 312.
Con la morte di Diocleziano, la vita del palazzo non finì, e rimase una proprietà imperiale della corte romana, fornendo rifugio ai membri espulsi della famiglia dell’Imperatore. Nel 480, l’Imperatore Giulio Nepote fu assassinato da uno dei suoi soldati, apparentemente accoltellato a morte nella sua villa vicino a Salona. Dato che il palazzo di Diocleziano si trovava in zona, potrebbe essere stato lo stesso edificio.
La seconda vita del palazzo ebbe inizio quando Salona fu in gran parte distrutta durante le invasioni degli Avari e degli Slavi nel VII secolo, anche se l’anno esatto della distruzione resta ancora oggetto di dibattito tra gli archeologi. Parte della popolazione espulsa trovò riparo tra le robuste mura del palazzo e con loro iniziò una nuova vita organizzata in città. Da allora, il palazzo è stato continuamente occupato, con i residenti che costruirono delle case e delle attività nei sotterranei del palazzo e direttamente nelle sue mura. La Chiesa di San Martino ne è un esempio. Oggi, molti ristoranti, negozi e alcune case si trovano ancora all’interno delle mura.
Nel periodo del libero comune medievale, tra il XII e il XIV secolo, ci fu un notevole sviluppo architettonico, con numerose case medievali che riempirono non solo gli edifici romani ma anche una gran parte dello spazio libero di strade e moli. In questo periodo fu completata anche la costruzione del campanile romanico della Cattedrale di San Doimo, costruita originariamente come tempio di Giove e successivamente utilizzata come mausoleo di Diocleziano.
Dopo il Medioevo, il palazzo era praticamente sconosciuto nel resto d’Europa fino a quando l’architetto scozzese Robert Adam fece eseguire un rilievo delle rovine. Poi, con l’aiuto dell’artista francese e antiquario Charles-Louis Clérisseau e di alcuni disegnatori, Adam pubblicò “Rovine del Palazzo dell’Imperatore Diocleziano a Spalato in Dalmazia” (Londra, 1764).
Il palazzo di Diocleziano è stato di ispirazione per il nuovo stile di architettura neoclassica di Adam e la pubblicazione dei disegni misurati lo ha introdotto nel vocabolario del design dell’architettura europea per la prima volta. Qualche decennio dopo, nel 1782, il pittore francese Louis-François Cassas creò disegni del palazzo, pubblicati da Joseph Lavallée nel 1802 nelle cronache dei suoi viaggi.
Oggi, il Palazzo è ben conservato, con tutti gli edifici storici più importanti, nel centro della città di Spalato, la seconda città più grande della Croazia moderna. Il Palazzo di Diocleziano va ben oltre l’importanza locale a causa del suo grado di conservazione. E’ uno dei più famosi e completi elementi architettonici e culturali sulla costa adriatica croata. Essedo uno dei palazzi romani più completi al mondo, occupa un posto di primo piano nel patrimonio del Mediterraneo, europeo e mondiale.