Il Campo Marzio era una vasta zona dell’antica Roma di circa 2,5 km², originariamente esterna ai confini cittadini definiti dalle mura serviane. Questa zona fu consacrata al dio Marte e utilizzata per esercizi militari sin dall’epoca regia. Si racconta che qui, presso la Palus Caprae fu assunto al cielo il primo re di Roma, Romolo. Il campo si estendeva oltre i confini della città, con una superficie di 250 ettari e si estendeva in larghezza e lunghezza per circa due chilometri, soggetto a frequenti inondazioni a causa della sua vicinanza al fiume Tevere.
Storia
Durante il regno di Tarquinio il Superbo, il Campo Marzio fu utilizzato per la coltivazione di grano. Secondo una leggenda, durante la rivolta che causò la cacciata del re, i covoni di quel grano furono gettati nel fiume dando origine all’Isola Tiberina. Con l’inizio dell’epoca repubblicana, il Campo Marzio ritornò ad essere area pubblica e fu riconsacrato al dio Marte, diventando sede dei comitia centuriata, le assemblee del popolo. L’area fu attraversata dalla Via Flaminia, che divenne una delle principali vie della città. Nel corso del tempo, vi furono costruiti numerosi edifici sacri, portici e edifici privati, con proprietari illustri come Publio Cornelio Scipione e Pompeo.
Evoluzione
Con l’avvento di Augusto, il Campo Marzio fu diviso in due regioni: la Regio VII Via Lata e la Regio IX Circus Flaminius. Durante il periodo augusteo, furono edificati numerosi monumenti, tra cui i giardini di Lucullo e di Agrippa, la basilica di Nettuno, le terme di Agrippa e il Pantheon. L’area fu ulteriormente arricchita con la costruzione del primo anfiteatro permanente di Roma, il teatro di Balbo, una vasta meridiana e l’Ara Pacis.
Monumentalizzazione
La monumentalizzazione dell’area iniziò con il teatro di Pompeo nel 55 a.C., che ospitava anche un tempio dedicato a Venere Vincitrice. Con Cesare, furono sistemati gli edifici legati alle elezioni, i Saepta Iulia (completati da Augusto) e la Villa publica. Sotto Nerone, furono costruite le terme a suo nome e un ponte sul Tevere. Dopo l’incendio di Roma dell’anno 80, Domiziano ricostruì i monumenti danneggiati, aggiungendo uno stadio e un odeion. Adriano trasformò il complesso del Pantheon e aggiunse i templi di Matidia e Marciana.
Architettura
Nel corso degli anni, furono costruiti quattro templi nell’area tra il VI secolo a.C. e il 324 a.C.: un tempio a Diana (dedicato da Servio Tullio), un tempio a Castore e Polluce (votato da Postumio Albino nel 496 a.C.), il tempio di Apollo Sosiano (edificato da Gaio Sosio nel 34 a.C.) e un tempio di Giunone Regina (costruito da Camillo nel 392 a.C.). Durante il periodo imperiale, la zona fu arricchita con ulteriori costruzioni, tra cui il tempio di Iside (eretto da Domiziano) e la colonna dedicata ad Antonino Pio (innalzata dai suoi successori Marco Aurelio e Lucio Vero).