I giochi gladiatori dell’antica Roma. Che senso avevano?

Una delle cose per le quali Roma e il suo Impero sono conosciuti in tutto il mondo sono certamente i giochi gladiatori: si tratta di una manifestazione della cultura romana tra le più riconoscibili, anche grazie alle numerose rappresentazioni moderne di film e serie televisive.

Il senso dei giochi gladiatori

Per scoprire i più famosi e influenti gladiatori basta cercare sui libri di storia, ma quel che è interessante è approfondire il senso dei giochi gladiatori per i romani.

Considerarli come un semplice esempio d’intrattenimento è riduttivo: non bisogna dimenticare che i Romani sono stati un popolo civile e straordinariamente avanzato rispetto ai loro tempi.

Spesso gli storici si sono chiesti come è possibile che una civiltà per certi versi così raffinata, si sia abbandonata a degli spettacoli così truculenti, pieni di sangue e di morte, dando spazio ad un mondo così “carnale” e animalesco.

La risposta a questa curiosità può essere estrapolata direttamente dalla storia romana e dall’organizzazione della sua società.

Sono quattro i principali motivi alla base dell’organizzazione dei giochi gladiatori.

I giochi gladiatori come mezzo d’informazione

Il primo motivo era legato alla necessità di informare la popolazione sui fatti storici: ai tempi dei romani, spiegare al grande pubblico gli avvenimenti più salienti, come lo svolgimento di una campagna militare, l’andamento di una battaglia o il racconto di una spedizione, non era semplicissimo.

Attraverso i giochi gladiatori si poteva ricostruire un avvenimento storico che sarebbe stato recepito da migliaia di persone in un solo momento.

Non potendo contare sui mass media, i romani puntavano sulla ricostruzione di grandi avvenimenti all’interno di un anfiteatro: la necessità di informare e raccontare era certamente la prima ragione della presenza di questi giochi.

Un modo per rassicurare il popolo

Il secondo motivo dell’esistenza dei giochi gladiatori è da legare al bisogno di rassicurare la popolazione.

Noi oggi conosciamo le caratteristiche di tutto il nostro globo: i continenti, i mari, i deserti, i popoli.

I romani, invece, avevano sì conquistato enormi porzioni del Mediterraneo, ma vivevano in una zona della terra fortemente circoscritta.

Intuivano la presenza di altri continenti, ma non ne conoscevano l’esatta estensione nè le caratteristiche. E da questo scaturivano diverse paure, legate ad animali sconosciuti, a popoli agguerriti e terribili, che potevano mettere a rischio la sicurezza dell’impero.

I giochi gladiatori servivano così a dimostrare la potenza di Roma, a spiegare quanto Roma fosse forte e stabile e quanto fosse in grado di difendersi da pericoli sconosciuti.

Ci può sembrare strano, ma in realtà, anche noi, oggi, viviamo lo stesso sentimento e abbiamo bisogno delle stesse rassicurazioni.

Abbiamo esplorato tutto il mondo ma non conosciamo fino in fondo l’universo: riusciamo ad osservare il nostro sistema solare e le galassie, ma non sappiamo esattamente fin dove si spinga il cosmo e cosa vi si trova.

E abbiamo paura degli alieni.

Da questa paura e dalla necessità di rassicurazione, nascono i film nei quali gli alieni invadono la Terra e l’umanità, grazie all’intelligenza, con l’arguzia e con la capacità di collaborare e di superare le divisioni, sconfigge il pericolo.

Basandosi sullo stesso concetto, i giochi gladiatori servivano ad esorcizzare la paura dell’ignoto.

L’espressione dei valori

ragioni dietro giochi gladiatori

La terza ragione che spiega l’esistenza di questo fenomeno, a prescindere dalla sua truculenza, è la volontà di condivisione di valori. Attraverso i combattimenti venivano tramandati i valori di coraggio, forza e resistenza, di cui i gladiatori erano straordinari esempi.

E quei valori, quegli esempi, erano poi di ispirazione per la vita di tutti i giorni.

Cosa avrebbe potuto dire una madre prima di mettere a letto suo figlio piccolo? “Sii coraggioso come lo è stato Spartaco nell’arena, che non ha avuto timore e ha vinto, non avere paura del buio!”

I gladiatori nell’antica Roma erano così delle vere e proprie celebrità ed esempi valorosi per la popolazione. Entravano facilmente nell’immaginario collettivo che si affezionava a loro come ad idoli.

La condivisione del potere e la distrazione delle masse

Il quarto e ultimo motivo alla base dell’esistenza dei giochi gladiatori era quello della condivisione del potere: una ragione molto valida perché sfruttando la visibilità dei giochi, sia l’imperatore che i governatori delle Province potevano farsi vedere dal popolo e creare un rapporto di fedeltà basato sulla condivisione.

Quando l’imperatore o il governatore chiedevano alla folla che cosa dovevano fare, se lasciare in vita oppure lasciar morire un gladiatore sconfitto, facevano sentire alle persone che avevano voce in capitolo, che venivano ascoltate e che contavano nella società.

I giochi gladiatori e le dinamiche che si instauravano con il pubblico si rivelavano così uno degli strumenti di consenso più facili da sfruttare.

Ma non solo: i giochi gladiatori erano anche un importante strumento di controllo del popolo.

Come capì perfettamente Ottaviano Augusto, con la sua politica del “Panem ed Circenses” (Cibo e giochi), l’organizzazione di spettacoli serviva a deviare l’attenzione dell’opinione pubblica dalle attività politiche.

Era un enorme mezzo di distrazione delle masse, o, in momenti particolarmente difficile, un metodo per convogliare lo scontento e il furore del popolo, in modo tale da abbassare il pericolo di rivolte e contestazioni.