Uno degli elementi più interessanti della storia romana ed eterno enigma per i posteri, è quello relativo all’esistenza di Gesù come personaggio storico. Il Cristo adorato dalla religione è veramente esistito?
Gesù Cristo: il problema delle fonti
Osservando la storia romana è facile osservare quale sia stato l’effetto del messaggio di Gesù e l’impatto del Cristianesimo sulla vita dell’Impero. È normale porsi domande a proposito della sua esistenza.
Quale è il problema principale che si incontra quando ci si chiede se Gesù sia davvero esistito? Il punto è che non abbiamo fonti coeve, cioè dello stesso periodo, e super-partes, ovvero non cristiane, che ci parlano del personaggio.
Le uniche fonti a nostra disposizione sono esclusivamente fonti cristiane e quindi “di parte“, come i Vangeli, i quali, peraltro, sono stati scritti almeno 40 anni dopo gli avvenimenti che vengono narrati.
Il frammento di Qumran e la citazione di Giuseppe Flavio
Dal punto di vista tecnico, ecco che lo storico si trova in difficoltà. Molto spesso mancano le basi, le fonti, per affermare che “Gesù è esistito” come avviene con altri personaggi.
Per molto tempo su questo si è cercato di trovare una fonte storica dirimente. Ad esempio, fece molto scalpore il ritrovamento di un piccolo frammento nella grotta di Qumran, in Cisgiordania: era scritto in greco ed era incompleto. Ma tentando di ricomporlo con parole abbastanza verosimili il risultato era un versetto del vangelo di Marco. Il quale sarebbe stato redatto “solo” pochi anni più tardi la morte del Cristo.
Un ritrovamento interessante e particolare, che è stato considerato una fonte quanto più vicina possibile al periodo in cui è vissuto Gesù.
Il problema è che della veridicità storica di questo frammento non si è ancora totalmente sicuri. Sulle lettere è stato fatto, comunque, un lavoro di ricostruzione.
I maggiori papirologi del mondo sono abbastanza divisi sul merito dell’autenticità, e siamo ancora nella stessa situazione: a tutt’oggi non si hanno fonti “schiaccianti” sul Gesù storico.
Un altro elemento è la citazione di Gesù nel testo di Giuseppe Flavio, uno storico ebreo vissuto nel periodo delle guerre giudaiche e che fa menzione di un certo Gesù che predicava nelle terre della Palestina.
Il riferimento sarebbe certamente interessante anche perchè proveniente finalmente da una fonte non cristiana, ma il problema si ripresenta di fronte alla possibilità di “interpolazioni”, ovvero aggiunte medievali realizzate dai copisti, prevalentemente cristiani.
Le possibili cause sulla scarsità di fonti
Quindi, possiamo affermare che Gesù non è esistito per totale mancanza di fonti?
Non è detto: e questo perché ci sono una serie di elementi che potrebbero giustificare questa assenza di conferme.
Innanzitutto Gesù visse in mezzo agli Ebrei zeloti (secondo altri gli Esseni) che furono, notoriamente, una comunità molto chiusa. Data la rigorosa e riservata cultura, le informazioni non filtravano facilmente verso l’esterno. Possiamo parlare di una forte “gelosia” nel conservare i dati e le tradizioni, il che rende inizia a spiegare la mancanza di informazioni.
Inoltre non possiamo dimenticare la deportazione che i romani operarono nei confronti dei Giudei durante le guerre: gran parte delle persone e moltissime fonti che avrebbero osservato Gesù dal vivo, potrebbero essere morte o, data la situazione di guerra, le testimonianze potrebbero essere state nascoste.
C’è anche da considerare un altro aspetto, non meno importante: Gesù, stando al racconto della sua vita, diede un messaggio puramente metafisico.
Da parte di Gesù Cristo non vi furono gesti eclatanti, o azioni, come la conquista di un territorio, molto più facilmente registrabili dalle fonti.
E’ comprensibile che in un avvenimento storico “concreto” vi siano storiografi in grado di registrarlo e testimonianze archeologiche a conferma.
Ma di fronte ad un episodio che lascia poche “tracce”, come il miracolo del camminare sulle acque o la resurrezione di Lazzaro, è comprensibile che le fonti scarseggino.
A parte le persone che furono direttamente testimoni del fatto, chiunque avesse deciso di raccontarlo sarebbe stato preso per pazzo o mitomane.
In altre parole, è nella natura delle azioni commesse da Gesù la difficoltà della testimonianza.
Ecco perché dobbiamo considerare nel nostro ragionamento una serie di “attenuanti” alla mancanza di fonti.
Una conclusione
La comunità accademica è ancora divisa sull’argomento, ma è doveroso registrare come la maggior parte degli storici concordi abbastanza serenamente sull’esistenza di Gesù come effettivo personaggio storico, oltre che come fondatore del Cristianesimo.
E’ infatti estremamente difficile che una religione tanto fondamentale per la storia umana e con delle conseguenze radicali per l’Uomo sia nata da un complotto, o un “racconto organizzato”, come sostenuto da alcuni scettici.