Gaio Svetonio Paolino è stato uno dei più capaci generali della storia romana imperiale, e principale avversario di Boudicca, la regina degli Iceni, che scatenò una ribellione delle tribù britanne in grado di compromettere la presenza stessa di Roma nell’isola. Svetonio dimostrò un pensiero tattico palesemente superiore ma fu anche un comandante spietato.
Poco sappiamo della famiglia di Svetonio Paolino: le poche informazioni frammentarie lo definiscono probabilmente originario dell’odierna Pesaro.
La prima missione in Africa
I suoi primi passi militari risalgono al 40 d.C, quando, dopo aver servito come pretore, venne nominato governatore della Mauretania, nell’Africa del nord.
Gaio Svetonio Paolino sviluppò una collaborazione particolarmente solida con Gneo Osidio Geta e assieme a lui fu in grado di reprimere una pericolosa rivolta nella zona dell’Edemon. La rivolta era partita dall’ordine dell’imperatore Caligola di condannare a morte il sovrano locale: la popolazione si era ribellata immediatamente e il pericolo aveva assunto proporzioni preoccupanti, tanto da dover richiedere l’intervento dell’esercito.
Dopo aver sedato la rivolta, Svetonio, nel 41 d.C, fu il primo comandante romano a guidare delle truppe attraverso le montagne dell’Atlante africano, tanto da meritarsi una menzione da parte di Plinio il Vecchio che, nella sua “Naturalis Historia”, cita Svetonio come fonte per la descrizione del territorio.
Gaio Svetonio Paolino governatore della Britannia
Nel 58 d.C, dopo essere stato console, venne nominato governatore della Britannia. Si trattò di una nomina fatta in tutta fretta, in quanto il governatore, Quinto Veranio, era morto improvvisamente durante il suo governatorato.
Gaio Svetonio Paolino proseguì la politica di Veranio, impegnandosi a sottomettere con particolare aggressività le tribù che corrispondono alla odierno Galles e ottenendo diversi successi militari già nei primi anni di guerra. La sua reputazione come generale aumentò drasticamente, arrivando allo stesso livello di quello che era considerato il più grande condottiero dell’epoca: Gneo Domizio Corbulone.
Certamente Gaio Svetonio Paolino ebbe degli ottimi aiutanti come Quinto Petilio Ceriale e Gneo Giulio Agricola, che negli anni successivi avrebbe spinto il dominio romano in Britannia verso confini straordinariamente avanzati.
Nel 61 d.C, Paolino attaccò l’isola di Mona, odierna Anglesey, sia per stanare dei fuggitivi britanni sia per attaccare i Druidi, sacerdoti britanni colpevoli di eseguire sacrifici umani, una pratica condannata spietatamente dalla legge romana.
Durante il suo impegno presso Mona, le tribù britanniche del sud-est approfittarono per organizzare una rivolta. Boudicca, regina degli Iceni, aveva sviluppato un sentimento di odio verso i romani per l’aspro trattamento che era stato riservato alla sua gente e per i legionari, che avevano addirittura stuprato le sue due figlie davanti a lei. Così, radunando in breve tempo diverse tribù, anche quelle che per anni erano state fedeli ai romani, avviò una ribellione su vasta scala.
Budicca attaccò Camulodunum, odierna Colchester, distruggendo la città, torturando gli abitanti, facendo violentare le donne e massacrando persino i bambini. Un primo contingente romano, inviato per fermarla e guidato dal generale Petilio Ceriale, fu severamente sconfitto.
Gaio Svetonio Paolino, comprendendo la gravità del pericolo, marciò immediatamente con i suoi soldati attraverso la lunga strada romana di Watling Street, fino a Londinium. Purtroppo Svetonio fece dei rapidi calcoli: i suoi uomini era sono assolutamente insufficienti per fronteggiare il nemico e fu costretto ad ordinare l’evacuazione della città, senza poter attaccare Boudicca.
I britanni distrussero indisturbati Londinium e i cittadini rimasti subirono la stessa sorte di quelli di Colchester. Poi Boudicca mise a ferro e fuoco Verulamium, oggi Saint Albans, come ci raccontano gli strazianti passi di Tacito e di Cassio Dione.
Gaio Svetonio Paolino. La battaglia di Watling Street
Svetonio doveva raggruppare al più presto quanti più soldati possibili per contrattaccare Boudicca. In quel momento il generale aveva a disposizione la legione XIV Gemina e alcuni distaccamenti della XX Valeria Victris. Svetonio fece ricorso a tutti gli ausiliari disponibili, mettendo in mano un gladio a chiunque sapesse minimamente combattere.
Con estrema fatica, Paolino radunò una forza di circa 10,000 uomini: non potendo ricevere ulteriori rinforzi da Roma, il generale fu costretto ad accettare battaglia contro Boudicca, sebbene ancora in forte inferiorità numerica.
Fortunatamente l’avversario si dimostrò particolarmente inesperto di tattica militare: Budicca accettò infatti battaglia in un luogo favorevole ai romani. La zona esatta dello scontro non è stata ancora identificata, ma viene descritta dalle fonti come una valle, con un bosco alle spalle, da qualche parte lungo la Watling Street.
L’incredibile orda dei britanni si infranse contro gli ordinati legionari romani, e i famigerati carri da guerra di Boudicca, su cui la regina contava molto, non scompigliarono le file nemiche e anzi, alcune imboscate ordite da Svetonio compromisero pesantemente l’esercito avversario.
Una serie di altri carri, che le famiglie britanne avevano posizionato dietro al campo di battaglia per assistere allegramente al massacro dei romani, si trasformarono in una trappola e furono di ostacolo alla fuga, trasformando lo scontro in una carneficina.
Secondo Tacito, 80.000 britanni furono uccisi, contro le sole 400 perdite romane.
Boudicca si avvelenò pur di non cadere in mano al nemico.
Gaio Svetonio Paolino. La sospensione dall’incarico
Dopo il successo conseguito nella battaglia di Watling Street, Svetonio rafforzò il suo esercito con legionari provenienti dalla Germania e si impegnò ad eliminare le ultime sacche di resistenza. Ma l’eccessiva spietatezza e la mancanza di comprensione dei bisogni delle tribù britanne portarono ad un nuova ribellione.
Fu allora che il nuovo procuratore di Britannia, Gaio Alpino Classiciano scrisse direttamente all’imperatore Nerone, spiegando che la cattiveria di Svetonio, senza un’adeguata collaborazione con la popolazione, si sarebbe rivelata alla lunga controproducenti e la Britannia non poteva essere tenuta solamente con la forza.
Nerone diede credito a Classiciano e attraverso un suo liberto, Policleto, avviò un’indagine: non vi erano particolari motivi per sollevare Svetonio dal suo incarico e dunque venne utilizzato uno stratagemma. Con la scusa che Svetonio aveva perso alcune navi con del carico prezioso, Nerone colse l’opportunità per toglierlo dal comando.
Svetonio fu sostituito da un nuovo governatore, Publio Petronio Turpiliano, decisamente più conciliante con la popolazione.
Nonostante questo, Svetonio Paolino fu riempito di onori. Diversi ritrovamenti a Roma associano il suo nome direttamente a quello di Nerone. A conferma della immutata stima, Gaio Svetonio Paolino, o forse il suo figlio omonimo, fu nominato console nel 66 d.C a dimostrazione della gratitudine nei confronti dell’intera famiglia.
Paolino durante l’anno dei quattro imperatori
Svetonio Paolino fu impegnato anche durante il cosiddetto “Anno dei quattro Imperatori”, un periodo di guerra civile seguito alla morte di Nerone, durante il quale si susseguirono gli imperatori Galba, Otone, Vitellio e Vespasiano.
Nel 69 d.C, fu uno dei più alti generali e consiglieri militari di Otone. Nel momento in cui Vitellio, avversario di Otone e pretendente al trono, mosse il suo esercito, fu Svetonio, assieme a Mario Celso, a sconfiggere Aulo Cecina, il principale generale di Vitellio.
Nel momento in cui Cecina riuscì a riorganizzare le sue forze e ad unirle con quelle dell’altro generale vitelliano, Fabio Valente, Svetonio consigliò ad Otone di non intraprendere una battaglia campale, ma il suo avviso non venne ascoltato: Otone venne sconfitto pesantemente a Bedriaco e Svetonio fu catturato da Vitellio.
Dimostrando notevole prontezza, Svetonio si difese di fronte al nuovo imperatore, asserendo di aver deliberatamente perso la battaglia per tradire Otone e consegnare il potere a Vitellio. Secondo Tacito si trattava di una bugia, inventata solo per salvarsi la vita. Comunque sia andata, Paolino fu graziato.
Purtroppo, da questo momento, non abbiamo più informazioni. Gli ultimi anni di Paolino ci sono ignoti, e il suo nome scompare improvvisamente dalla storia.