Flavio Arcadio: l’imperatore fantasma

Warren Treadgold definisce i tre imperatori della dinastia Teodosiano-Valentiniana che governarono in Oriente dopo Teodosio I come “tre imperatori deboli”.

Mi pare giusto, però, dare una descrizione di questi uomini e del periodo in cui sono vissuti che fu certamente molto delicato per le sorti di Bisanzio e di rimando fu delicato anche per l’Occidente. Flavio Arcadio era nato in Hispania nel 377 d.C. ed era il figlio maggiore di Teodosio I e della sua prima moglie Elia Flaccidia.

Dopo di lui nasceranno il fratello Onorio e la sorella Pulcheria (morta bambina). Teodosio sposerà, in seconde nozze, la sorella dell’imperatore d’Occidente Valentiniano II e sorellastra dell’imperatore d’Occidente Graziano Galla e da lei avrà altri tre figli, di cui però, solo la figlia femmina Galla Placidia arriverà alla maggiore età. Arcadio venne educato da un educatore cristiano Arsenio e dal filosofo pagano Temistio. Divenne Augusto nel 383 d.C. e successivamente divenne console nel 385 d.C. , nel 392 d.C. e infine nel 394 d.C.

Nel 386 d.C. partecipò a una campagna militare del padre contro i Grutungi venendo celebrato nel trionfo insieme a Teodosio.A soli 17 anni si trovò a governare l’Oriente insieme al Prefetto del Pretorio Rufino, mentre suo padre muoveva le sue truppe contro quelle occidentali guidate dall’usurpatore Flavio Eugenio e dal generale Arbogaste. Quando il 15 gennaio del 395 d.C. Teodosio morì l’impero venne diviso in due parti una Occidentale e una Orientale e i due figli maschi di Teodosio Arcadio e Onorio divennero imperatori, il primo in Oriente e il secondo in Occidente. Anche se in precedenza l’impero era stato diviso in due aree di influenza questa nuova suddivisione risulterà definitiva.

Bisogna, però, dire che le leggi promulgate in una parte dell’Impero saranno valide nell’altra e sulle monete ci sarà sempre l’effige di entrambi gli imperatori ma, a parte questo, i due imperi seguiranno strade diverse e avranno destini diversi. Arcadio si trovò a governare due prefetture quella dell’Illirico (Dacia e Macedonia) e quella d’Oriente (Tracia, Asia, Ponto, Oriente e Egitto) ma, per tutto il suo regno, non sarà lui a governare ma, si farà invece governare dai suoi ministri e da sua moglie. Nel 395 d.C. il potere venne tenuto da Rufino uomo ambizioso e privo di scrupoli che da fervente cristiano perseguitò pagani, ebrei ed eretici venendo accusato di innumerevoli omicidi.

Egli avrebbe voluto far sposare sua figlia ad Arcadio, ma il Ciambellano di corte l’eunuco Eutropio suo acerrimo nemico approfittando di una sua assenza riuscì il 27 aprile del 395 d.C. a far sposare una giovane di nome Elia Eudossia figlia di un generale franco con l’Imperatore. Rufino dovette fare i conti non solo con Eutropio e con i nemici presenti a Costantinopoli, ma anche, con un’altra minaccia al suo potere cioè i Visigoti che, guidati da Alarico, avevano invaso la Mesia e la Tracia probabilmente d’accordo con Stilicone tutore di Onorio imperatore d’Occidente. Stilicone si mosse verso la Tessaglia ufficialmente per combattere Alarico ma, fondamentalmente, per altri due motivi : il primo era sottolineare il suo ruolo di tutore legale per entrambi i figli di Teodosio (secondo la presunta volontà di Teodosio in punto di morte) e il secondo era quello di sottrarre l’Illirico all’Oriente.

Flavio Stilicone

Questo fu l’inizio di una serie di sgarbi fatti da entrambe le parti e che caratterizzarono il regno di Arcadio. Rufino, però da abile uomo politico, ottenne da Arcadio il permesso di mandare un messaggio a Stilicone con il quale gli chiese di restituire all’Oriente le truppe al suo comando e di tornare in Italia. Nel frattempo Rufino incontrò Alarico e lo convinse a deviare verso l’Occidente, dopo avergli fatto firmare una tregua. Stilicone tornò a casa, ma lasciò il suo braccio destro Gaina al comando delle truppe che facevano ritorno a Costantinopoli.

Rufino pensò stoltamente di usare quelle truppe per prendere il potere ma, nel novembre del 395 d.C., quando Gaina arrivò a Costantinopoli accolto da Arcadio e da Eudossia, il suo esercito (molto probabilmente su ordine di Stilicone) uccise Rufino. I soldati di Gaina accerchiarono Rufino, mentre quest’ultimo, vestito con vesti sfarzose, cercava di portarli inutilmente dalla sua parte, e fecero brandelli del suo corpo. Presero poi la mano destra e dopo averla staccata dal corpo del Prefetto la portarono davanti ad ogni porta della città dicendo: “Fate l’elemosina all’Insaziabile !!!

Alla fine del 395 d.C. gli Unni invasero l’Oriente sotto la guida di re Uldino (nonno di Attila) lasciando rovina e distruzione in Armenia. Dopo la morte di Rufino Eutropio divenne Prefetto del Pretorio (divenne anche Console e fu il primo eunuco ad assumere tale carica) e il suo governo che durò fino al 399 d.C. fu meno oppressivo di quello di Rufino verso ebrei, eretici e pagani. Nonostante i rapporti con Stilicone fossero migliori di quelli che aveva Rufino, Eutropio lo temeva molto e a giusta ragione. Infatti quando Alarico, su spinta di Stilicone, invase la Macedonia, Eutropio lo convinse a diventare Federato dell’Oriente nell’Illirico. Ciò spinse Stilicone a rinunciare nuovamente al suo progetto di avere l’Illirico.

Altro motivo di attrito tra Oriente e Occidente si ebbe quando il governatore della provincia d’Africa Gildone si ribellò ad Onorio e Eutropio convinse Arcadio a porlo sotto la protezione orientale. Ciò causò le ire di Stilicone che reagì tramite Gaina .Infatti quando in Oriente il tribuno Tribigildo si ribellò, Eutropio inviò due eserciti contro di lui uno guidato dal fedele generale Leone e l’altro guidato da Gaina.

Gaina prese accordi segreti con Tribigildo e uccise a tradimento Leone e i suoi uomini iniziando insieme a lui a saccheggiare la Bitinia spingendosi fino a Costantinopoli.Il popolo chiese ad Arcadio di sacrificare Eutropio, ma l’imperatore, all’inizio, non volle farlo. Sua moglie Eudossia, però, desiderosa di rimuovere Eutropio per governare lei stessa, convinse Arcadio a sacrificare l’eunuco e ad accettare le richieste di Gaina e Tribigildo. Eutropio venne confinato a Cipro e in seguito condannato a morte nel 399 d.C. con l’accusa di lesa maestà .

Invasione dei Goti

Gaina desideroso di ricoprire in Oriente l’incarico che il suo amico Stilicone stava ricoprendo in Occidente e di trasformare l’impero orientale in un fantoccio in mano ai Germani, liberò diversi ostaggi tra i quali molti uomini fedeli a Eudossia e ottenne il permesso da Arcadio di entrare a Costantinopoli. Tra gli ostaggi vi era Giovanni che era molto probabilmente l’amante dell’imperatrice e che da molti storici come Treadgold viene considerato il padre biologico di Teodosio II il successore di Arcadio. Arcadio, però, lo considerò sempre figlio suo non credendo molto probabilmente alle tante voci sul conto della moglie che circolavano a palazzo. Una volta giunti in città però gli uomini di Gaina per lo più Goti la saccheggiarono, ma la popolazione stanca di sopportare le sue prepotenze lo cacciò dopo aver massacrato il suo esercito. Morirono ben 7000 Goti e Fravitta anche lui goto ma fedele a Arcadio (era amico di Giovanni Crisostomo Patriarca di Costantinopoli) riuscì a sconfiggere Gaina e Tribigildo e a cacciarli oltre il Danubio dove vennero massacrati dagli Unni di re Uldino.

Nel 400 d.C. iniziava il governo di Eudossia e costei si fece conferire dal marito il titolo di Augusta scatenando le ire di Onorio. Ella fu madre di ben 5 figli nati tra il 397 d.C. e il 403 d.C. 4 femmine (Flaccilla, Pulcheria, Arcadia e Marina) e 1 maschio Teodosio sulla cui paternità, come detto, ci sono dei dubbi che già aleggiavano a corte. Durante il suo governo durato fino alla morte nel 404 d.C. ella si vendicò di Stilicone e, dopo aver scoperto il suo progetto di invadere l’Illirico, riuscì a convincere Alarico a muovere guerra contro l’Occidente.

Stilicone riuscirà solo dopo la morte della donna a fermare Alarico e nel 405 d.C. lo convinse a invadere la Grecia per conto di Onorio, ma questo progetto non riuscì a causa dello scoppio di una rivolta in Britannia. La donna cercò di rinforzare l’autorità imperiale e si scontrò, per questo motivo, con il Patriarca Giovanni Crisostomo. Costui lanciava feroci invettive contro la donna accusandola di corruzione e chiamandola Jezebel o Erodiade .La donna si riconciliò con lui solo nel 401 d.C. in occasione del battesimo del figlio maschio Teodosio, ma l’uomo continuò a insultare l’imperatrice così come tutti i ricchi che le erano amici a corte. Nel 403 d.C. una commissione voluta da Eudossia depose il patriarca e Arcadio lo mise al bando, ma un terremoto, che colpi la capitale nello stesso anno, spinse la popolazione a protestare e Eudossia si vide costretta a convincere il marito a richiamare il Patriarca. Nel 404 d.C., però, il Patriarca, che non aveva mai smesso di insultare la donna, venne nuovamente esiliato stavolta per aver lanciato un’invettiva in occasione dell’inaugurazione di una statua argentea dell’imperatrice.

La popolazione protestò e Santa Sofia e il Senato andarono a fuoco. Eudossia non sopravvisse a lungo perché morì sempre nel 404 d.C. dando alla luce un figlio nato morto. Nonostante le proteste del Papa Innocenzo I, Arcadio non volle richiamare Giovanni Crisostomo e quando dei messi papali arrivarono in Oriente, insieme ai messi di Onorio, Arcadio li cacciò dopo averli prima imprigionati. Giovanni Crisostomo morì in esilio nel 407 d.C. .Nel periodo finale del regno di Arcadio cioè tra il 404 d.C. e il 408 d.C. il potere venne tenuto dal nuovo Prefetto del Pretorio Antemio. Costui uomo capace sconfisse i briganti Isaurici e tenne sotto stretto controllo Stilicone e Alarico.

Busto in marmo presso l'Altes Museum di Berlino.
Busto in marmo presso l’Altes Museum di Berlino.

Arcadio morì nel 408 d.C. di malattia lasciando il regno al presunto figlio Teodosio II e al prefetto Antemio.Dal punto di vista fisico era basso, di carnagione scura , magro e fragile, inoltre aveva gli occhi sporgenti che gli conferivano un’apparenza sonnolenta. Di carattere fu schivo e timido ed era più interessato alla religione e ad essere un buon Cristiano che a governare il suo impero. Non usciva mai dal suo palazzo e quando lo faceva la popolazione di Costantinopoli lo circondava per guardarlo da vicino più per curiosità che per vera fama. Considerando i fatti fu un fantasma nel suo stesso impero e si fece sempre governare dagli altri senza mai imporsi.

Non era diverso da suo fratello Onorio e condivise con lui la fama di essere un fantoccio nelle mani del potente di turno. Fu forse più fortunato perché il suo impero sopravvisse più a lungo di quanto fece quello del fratello anche se di certo non fu merito suo.