L’Eneide è un poema epico latino scritto dal 30 al 19 a.C dal poeta romano Virgilio.
Si tratta di un’opera organizzata in 12 libri, composta in esametri, di cui circa 60 versi sono rimasti incompiuti, che raccontano la storia della leggendaria fondazione di Lavinium, città madre di Alba Longa e quindi di Roma, da parte di Enea, profugo della guerra di Troia.
Venne composta sotto il periodo del principato di Augusto e rappresenta una delle principali opere epiche romane giunte fino a noi.
Mappa della massima estensione dell’impero romano visto dallo spazio
Il riassunto dell’ Eneide: la fuga da Troia e la relazione con Didone
Sul Mare Mediterraneo Enea e i suoi compagni fuggono dalla città di Troia, che è stata distrutta dai Greci. Enea e i suoi salpano per l’Italia, dal momento che Enea è stato informato dagli Dei che il suo destino è fondare una nuova grande città in Occidente.
Mentre viaggiano alla ricerca della loro destinazione, una violenta tempesta li porta fuori rotta e li costringe ad uno sbarco di fortuna sulle coste libiche di Cartagine.
Didone, fondatrice e Regina di Cartagine, li accoglie e li salva. In questa situazione Enea inizia a raccontare a Didone la lunga e dolorosa storia dei viaggi e dei pericoli affrontati fino a quel momento, in un flashback molto lungo.
Enea racconta del sacco di Troia, che pose fine alla guerra dopo dieci anni di assedio da parte dei Greci. Racconta di come i troiani vennero ingannati dal famoso cavallo di legno, presentato come un dono di pace ma che a loro insaputa ospitava soldati greci nascosti nel suo ventre.
Racconta di essere fuggito della città in fiamme, portando sulle sue spalle il padre Anchise e che gli Dei gli hanno rivelato un glorioso futuro che li attende in Italia e di aver tentato per due volte di costruire una nuova città, ma di essere stato scacciato da cattivi presagi e pestilenze.
Queste storie impressionano grandemente la regina Didone la quale, dopo che suo fratello ha ucciso suo marito, è scappata per fondare una nuova città. La regina si innamora perdutamente di Enea e i due vivono un meraviglioso idillio per un breve periodo, fino a quando gli Dèi intervengono, ricordando ad Enea il suo dovere.
Enea decide di salpare ancora una volta: Didone, devastata dal suo abbandono, decide di uccidersi, costruendo un’enorme pira con il legno delle navi di Enea, arrampicandosi su di essa e lasciandosi trafiggere dalla spada che Enea aveva portato con sé.
Il riassunto dell’Eneide: i giochi in Sicilia e lo sbarco in Italia
Mentre i troiani si dirigono verso l’Italia, il maltempo li fa deviare verso la Sicilia, dove colgono l’occasione per tenere dei giochi in onore del padre di Anchise, morto qualche tempo prima.
Le donne che li accompagnano, stanche di quel lunghissimo viaggio, tentano di bruciare le navi, ma un acquazzone spegne puntualmente gli incendi, a dimostrazione che gli Dei vogliono che si compia il destino di Enea. Dopo essere stato rinvigorito dalla visita del padre in sogno, Enea riparte nuovamente verso l’Italia .
Giunto in territorio Italico, Enea scende negli inferi, guidato dalla Sibilla di Cuma, una famosa indovina, per reincontrare suo padre. In quell’occasione, il padre gli mostra la storia futura e gli conferma il destino della fondazione di Lavinium. Compresa appieno l’importanza della sua missione, Enea ritorna dagli inferi e ordina ai Troiani di risalire la costa fino alla regione del Lazio.
L’arrivo dei Troiani è inizialmente pacifico. Il re Latino, sovrano di quel territorio, gli offre immediatamente ospitalità. Egli spera che Enea si riveli lo straniero che, secondo una profezia, doveva sposare sua figlia Lavinia per fondare una nuova grande dinastia.
Ma la moglie di Latino, Amata, ha altri piani. Ella vuole che Lavinia sposi Turno, un principe locale. Amata e Turno coltivano così inimicizia verso i troiani appena arrivati.
Nel frattempo Ascanio, il figlio di Enea, caccia un cervo che era invece un animale gradito dai pastori locali: ne scoppierà una tremenda rissa dove moriranno diverse persone. Turno, approfittando di questo episodio, inizia una feroce guerra contro Enea .
Il riassunto dell’Eneide: lo scontro finale con Turno
Enea, come suggerito dal Dio fluviale Tiberino, risale il fiume Tevere verso nord per cercare l’appoggio militare delle tribù vicine. Durante questo viaggio, sua madre, la Dea Venere, discende dai cieli per donargli delle armi, forgiate direttamente dal Dio Vulcano .
Mentre Enea è lontano, Turno attacca. Enea, tornato sul posto, trova i suoi compatrioti coinvolti in una feroce battaglia. Durante questi scontri spietati, Turno riesce ad uccidere Pallade, figlio di un alleato di Enea, Evandro. Enea si scatena così in una furia violenta e uccide molti altri nemici nel corso della giornata.
Le due parti concordano una tregua per poter seppellire i morti e i capi Latini si incontrano per decidere se continuare la guerra. Per risparmiare ulteriori inutili carneficine propongono un duello corpo a corpo tra i due capi, Enea e Turno .
Enea viene ferito alla coscia ma nello scontro finale ha la meglio su Turno. Al termine del racconto, Enea è sul punto di risparmiare la vita di Turno, ma ricordando la morte di Pallade, decide di finirlo. L’anima di Turno fugge indignata tra le ombre ed Enea, sposando Lavinia, fonderà la città di Lavinium ottemperando al destino degli Dei.
I modelli di riferimento dell’Eneide
Il principale punto di riferimento di Virgilio fu Omero. La storia del viaggio di Enea, raccontata nei primi sei libri, è chiaramente modellata sull’Odissea, con molti passaggi che imitano il testo greco e che in alcuni casi lo traducono direttamente. Mentre la descrizione della guerra, che caratterizza gli ultimi sei libri, abbonda di episodi modellati chiaramente sull’Iliade.
Virgilio però riuscì anche a modellare la leggenda della nascita di Roma ottenuta con il volere degli Dei. Il racconto dell’Eneide reinterpreta e ripropone un antico mito indoeuropeo che vede il conflitto tra gli Dei della sovranità e gli Dei della fecondità, che termina puntualmente con l’unione di due razze divine.
Nello sviluppo di questo tema da parte di Virgilio, Enea e i suoi alleati, possono essere visti come rappresentanti degli Dei della sovranità e della guerra, mentre i latini rappresenterebbero gli Dei della fecondità.