Come festeggiavano il compleanno i romani?

Quando si parla dell’antica Roma è bello conoscere anche le piccole cose, e non solo le grandi battaglie e le grandi dinamiche. Non vi è niente di meglio che scoprire la quotidianità: oggi vogliamo spiegare una cosa molto comune, ovvero come i romani festeggiavano i compleanni.

Il compleanno nell’Antica Roma

Nell’antichità i compleanni sono sempre stati festeggiati dai potenti: bisognava essere un nobile di alto grado, un re o un imperatore.

I popoli antichi non avevano la consuetudine di festeggiare il compleanno di un singolo cittadino, che non aveva particolare importanza.

Ma i romani sono i primi a rivoluzionare questo concetto.

Sotto questo aspetto possiamo considerarli molto “democratici” perché i romani sono il primo popolo antico che, in maniera sistematica, festeggia il compleanno anche di un capofamiglia, di un figlio o di un fratello.

Ma con un approccio più profondo: per noi il compleanno è un’occasione di svago da passare insieme agli amici e ai familiari e di questa ricorrenza abbiamo una concezione di divertimento giocoso e d’intrattenimento. Per i romani aveva invece un significato molto più profondo .

Questo perché i romani avevano una vita più collegata alla natura, agli Dèi e a tutto ciò che era metafisico: pensavano che ci fosse un’entità che li proteggesse durante tutto l’anno. Non riuscivano a vedersi separati dal resto del mondo e dall’universo: sentivano di poter contare sulla protezione di un Dio che era loro dedicato.

I festeggiamenti

Ecco quindi che questa protezione doveva essere rinnovata: nel giorno del compleanno, il festeggiato cercava d’ingraziarsi il proprio dio per ottenere protezione per altri 12 mesi, lodandolo per la sua benevolenza e impegnandosi a fare qualcosa che gli fosse gradito.

In altre parole, aveva il bisogno, in questo giorno speciale, di rinnovare questa garanzia.

Il romano poneva così molta attenzione al rito stesso del festeggiamento: invitava nella sua dimora i parenti e gli amici, che lo aiutavano a rinnovare il patto con il proprio protettore.

Da qui, una differenza importante. Oggi il festeggiato riceve dei doni, ma nel mondo dell’antica Roma valeva l’esatto opposto: era lui a fare piccoli regali e ad offrire un banchetto agli invitati. Era un ringraziamento per l’aiuto ricevuto dai propri amici in un momento delicato dell’anno.

Unica pecca? Quella che a festeggiare il proprio compleanno e a ottenere la benevolenza degli Dèi erano solo gli uomini: purtroppo, eccetto alcuni casi legati alle famiglie imperiali, il compleanno delle donne non veniva celebrato. Per questo dovremo infatti aspettare il Medioevo.

Ma l’approccio di Roma ai compleanni è una delle ragioni per le quali questo popolo non smette mai di stupirci. Per il suo essere puntualmente più “moderno” e avanzato, rispetto alle popolazioni del suo tempo.