Campo Marzio: la storia di un’area chiave della Roma antica

A cura di: Jean-Charles Balty, Prof. Storia romana Università di Parigi
Traduzione e adattamento di Fabio Saverio Gatto

Il Campo Marzio, situato sulla riva sinistra del Tevere, è un’area di fondamentale importanza per comprendere la storia urbana e sociale di Roma antica.

Le fonti storiche offrono una panoramica dettagliata della sua evoluzione, delle sue funzioni e del suo significato nel contesto romano, evidenziando la sua complessità e centralità nella vita cittadina.

L’evoluzione storica del Campo Marzio

In epoca repubblicana, il Campo Marzio era prevalentemente uno spazio militare e religioso. La sua posizione extra pomeriale lo rendeva ideale per le esercitazioni militari e i riti dedicati a Marte; la Villa Publica, utilizzata per i censimenti e le assemblee, e il Tempio di Apollo Sosiano testimoniano l’importanza dell’area come luogo di aggregazione civica e di culto.

Con l’avvento del principato, il Campo Marzio subì una profonda trasformazione, guidata da Marco Vipsanio Agrippa, collaboratore di Augusto. Egli realizzò importanti infrastrutture idrauliche, come l’Aqua Virgo, e monumentali, come le Terme di Agrippa e il Pantheon. La trasformazione degli horti privati in spazi pubblici, come quelli di Pompeo e Antonio, contribuì a creare un paesaggio urbano più aperto e accessibile ai cittadini.

Durante l’alto Impero, il Campo Marzio divenne un centro nevralgico della vita pubblica e religiosa di Roma. Monumenti come l’Ara Pacis Augustae e il Mausoleo di Augusto simboleggiavano la centralità dell’area nella politica e nell’ideologia imperiale. In particolare, il Campo Marzio occidentale si distingueva per le infrastrutture legate alle celebrazioni trionfali e alle attività pubbliche, come il Tarentum e il Circo Flaminio.

La coesistenza di spazi pubblici e privati

Un aspetto peculiare del Campo Marzio è la coesistenza di spazi pubblici e privati. Gli horti, inizialmente proprietà di aristocratici, furono progressivamente integrati nella sfera pubblica, riflettendo un cambiamento nella concezione degli spazi urbani, che da privati divennero parte del progetto politico e urbanistico imperiale. Allo stesso tempo, l’area continuò ad ospitare residenze private e luoghi di intrattenimento per l’élite romana.

Il Campo Marzio, con la sua evoluzione da area militare e religiosa a centro monumentale e multifunzionale, rappresenta un microcosmo della storia di Roma. La commistione di spazi pubblici e privati, il ruolo nelle celebrazioni trionfali e religiose e la centralità nella vita politica e sociale della città ne fanno un’area di grande interesse per comprendere la complessità della civiltà romana.

Caratteristiche topografiche del Campo Marzio occidentale

Il Campo Marzio occidentale, situato sulla riva sinistra del Tevere, presenta caratteristiche topografiche e viarie uniche, con un sistema di strade divergente rispetto all’orientamento cardinale del Campo Marzio centrale. La presenza di assi viari orientati nord-ovest/sud-est, come la via Triumphalis, riflette la funzione trionfale dell’area, facilitando il passaggio dei cortei verso il centro della città. Inoltre, essendo un’area extra pomeriale, ospitava sepolture illustri, come quelle di Silla e, probabilmente, di Cesare. Questa funzione cimiteriale, preclusa all’interno del pomerio, conferisce all’area un ulteriore significato simbolico e storico, legato alla memoria e al potere delle figure più eminenti della storia romana.

L’area occidentale si estende tra il Tevere, che ne definisce il confine occidentale, e gli edifici domiziani a est, come lo Stadio e l’Odeum. L’Euripus, un canale artificiale, segna un limite interno, mentre a nord l’area si apre verso il Circo Flaminio. A differenza del Campo Marzio centrale, dove gli assi stradali seguono un orientamento cardinale, l’area occidentale presenta un sistema viario divergente, con assi orientati nord-ovest/sud-est, probabilmente derivati da precedenti tracciati naturali o dalle esigenze urbanistiche dei grandi proprietari terrieri come Pompeo, Antonio e Agrippa.

Alcuni assi viari principali erano:

  • Asse nord-ovest/sud-est, identificabile nelle attuali vie di S. Paolo alla Regola, via dei Banchi Vecchi e via del Pellegrino; questo tracciato collegava il centro cittadino con il Ponte Neroniano e facilitava il movimento tra i vari complessi architettonici della zona.
  • Asse trasversale nord-est/sud-ovest, corrispondente alle attuali vie dei Pettinari e dell’Arco del Monte, confluiva verso il Ponte Sisto, evidenziando un’importante connessione tra la viabilità urbana e l’accesso al fiume.

La sopravvivenza di questi percorsi nella struttura moderna di molte strade dimostra la continuità della topografia urbana dall’antichità fino ai giorni nostri.

L’area occidentale del Campo Marzio ospitava una varietà di monumenti e spazi significativi, molti dei quali legati alla funzione trionfale e cerimoniale della zona:

  • Il Tarentum, situato nei pressi dell’Euripus, era un luogo sacro utilizzato per i ludi saeculares, celebrazioni destinate a rinnovare simbolicamente l’età dell’oro. La sua localizzazione all’estremità occidentale del Campo Marzio è significativa per comprendere l’organizzazione rituale dell’area.
  • Gli Horti di Agrippa, originariamente proprietà privata, furono integrati nella sfera pubblica, costituendo un esempio di come l’urbanistica imperiale trasformò spazi privati in luoghi accessibili a tutti i cittadini.
  • Il Circo Flaminio, situato al limite settentrionale dell’area occidentale, era un punto di riferimento importante per le celebrazioni pubbliche e la viabilità dell’area.

Il Campo Marzio occidentale si sviluppò attraverso diverse fasi storiche, ognuna delle quali lasciò la propria impronta nell’organizzazione topografica. Durante l’epoca repubblicana, l’area era caratterizzata da grandi spazi aperti e da strutture funzionali come i Navalia, i cantieri navali militari di Roma. Con l’età imperiale, l’area si arricchì di monumenti e infrastrutture che ne ridefinirono la funzione, trasformandola in un polo cerimoniale e residenziale di grande prestigio.

Gli interventi di Agrippa e, successivamente, di Domiziano ebbero un impatto significativo, ridefinendo i confini e la distribuzione degli spazi. Le tracce archeologiche rivelano una progressiva integrazione dell’area con il resto della città, pur mantenendo alcune peculiarità che la rendevano unica.

Campo Marzio occidentale: significato e funzioni

Il Campo Marzio occidentale rappresenta una delle aree più emblematiche della Roma antica, non solo per la sua peculiare configurazione urbanistica ma anche per le sue funzioni e il suo significato nel contesto sociale, politico e religioso della città. La sua funzione era strettamente legata al concetto di spazio extra pomeriale, un luogo di confine tra la Roma urbana e il mondo esterno, in cui si svolgevano attività non consentite all’interno del pomerio.

Un elemento distintivo del Campo Marzio occidentale era lo Spazio Trionfale, strettamente legato alle celebrazioni dei trionfi. Questo settore della città costituiva il punto di arrivo delle processioni trionfali, durante le quali i generali vittoriosi percorrevano le vie principali di Roma fino al Tempio di Giove Capitolino. L’area era caratterizzata dalla presenza di monumenti e infrastrutture legate al trionfo, come il Circo Flaminio e il Tarentum, che simboleggiavano l’integrazione tra sacro e profano nelle celebrazioni pubbliche. L’orientamento degli assi viari, in particolare la via Triumphalis, rifletteva questa funzione rituale, collegando il cuore della città con il Ponte Neroniano e facilitando il passaggio dei cortei trionfali.

La funzione religiosa del Campo Marzio occidentale è testimoniata dalla presenza di importanti luoghi di culto, come il Tarentum e gli edifici sacri associati ai ludi saeculares. Questi giochi, celebrati in occasioni straordinarie per segnare la rinascita simbolica della città e il rinnovamento del suo legame con gli dèi, sottolineavano il ruolo centrale del Campo Marzio come spazio rituale. Anche gli horti di Agrippa e altre aree verdi, trasformate in spazi pubblici, avevano un significato religioso, offrendo ambienti adatti a rituali e celebrazioni legate alla natura e alla fertilità, temi centrali nella religiosità romana.

Il Campo Marzio occidentale fungeva anche da spazio di aggregazione pubblica, in cui si svolgevano attività collettive legate sia alla vita quotidiana che a eventi straordinari. L’integrazione di strutture pubbliche, come i portici e le aree verdi, con edifici privati era un elemento distintivo di questa zona. Le attività quotidiane, come il commercio e i raduni informali, coesistevano con celebrazioni solenni, creando un equilibrio unico tra funzioni civiche e rituali.

Le infrastrutture come l’Euripus e i ponti, tra cui il Pons Agrippae, facilitavano la mobilità e il collegamento tra le diverse aree della città, aumentando l’accessibilità e rafforzando la funzione di spazio condiviso. Questi elementi contribuivano a definire l’identità del Campo Marzio come luogo simbolico e funzionale, al centro della vita politica e sociale di Roma.

Un aspetto cruciale del Campo Marzio occidentale era il suo status di area extra pomeriale, che consentiva attività precluse all’interno del pomerio, come la presenza di sepolture. Alcune delle tombe più illustri di Roma, tra cui quella di Silla e, probabilmente, di Cesare, si trovavano in questa zona. Queste sepolture conferivano al Campo Marzio un significato simbolico e storico, rappresentando un ponte tra passato e presente, tra memoria e potere. L’esclusione dal pomerio non implicava marginalità, bensì una funzione complementare, che arricchiva il tessuto urbano di Roma con spazi dedicati alla memoria e alla celebrazione di figure eminenti della storia repubblicana e imperiale.

Il Campo Marzio occidentale è un’area chiave per comprendere l’evoluzione urbana e sociale di Roma. La sua topografia unica, la commistione tra spazi pubblici e privati, il ruolo fondamentale nelle celebrazioni trionfali e religiose e la presenza di sepolture illustri lo rendono un luogo emblematico della complessità e della ricchezza della storia romana. La sua eredità continua a vivere nella struttura urbana di Roma, testimoniando l’impatto duraturo di questo spazio unico.