La battaglia di Idistaviso rappresentò la vendetta di Roma dopo l’imboscata di Teutoburgo, uno schiaffo morale devastante per l’esercito romano: uno scontro nel quale subì la perdita di ben tre legioni.
L’importanza di vendicare Teutoburgo
A prescindere dalla perdita di per sé stessa è importante comprendere una cosa: dopo Teutoburgo Roma non poteva permettere che le tribù germaniche creassero una coalizione per invadere l’Impero né che i Galli potessero, galvanizzati dalla notizia, meditare di ribellarsi. I romani si trovarono quindi con la necessità di tenere le province sempre sotto controllo.
Allo stesso tempo si riteneva necessario vendicare l’onore dell’esercito Romano e stabilire sul Reno sul un confine sicuro per tutta la popolazione e per tutti i cittadini. Per questi motivi venne incaricato Germanico, un giovane e valente generale, di compiere una campagna di vendetta contro lo smacco e contro l’imboscata di Teutoburgo.
Germanico ovviamente non si comportò come il suo predecessore ma in maniera molto più organizzata: l’esercito romano venne guidato con intelligenza, rimase sempre in assetto da guerra e venne diviso in più colonne in modo da non essere totalmente vulnerabile in caso d’imboscata.
Germanico poteva inoltre contare sull’aiuto di Cecina, militare con 40 anni di carriera alle spalle.
Dopo i primi anni e dopo le prime vittorie, Germanico organizzò una spedizione con delle navi e passando per il fiume Veser decise di combattere direttamente con Arminio, dando vita a quella che può essere definita una vera propria resa dei conti.
La battaglia di Idistaviso e l’intelligenza di Germanico
Nella battaglia di Idistaviso ebbe un ruolo basilare il fiume stesso. I Germani andarono in avanscoperta dei posizionandosi davanti al fiume alla vista dei Romani per impedirgli di attraversare e ovviamente di dispiegarsi con tranquillità.
Germanico, che si trovava dall’altro lato del fiume decise di utilizzare una tattica abbastanza semplice: divise la sua cavalleria in due colonne, in modo da dividere il rischio di essere colpito, rendendo impossibile agli avversari di colpire la cavalleria in un punto unico.
Questa avanscoperta ovviamente costrinse i Germani a dividere le loro forze e a lasciare dietro il resto dell’esercito. La battaglia iniziò nel momento in cui il Vicario Valdo dei Batavi, alleato dei romani, decise di lanciarsi all’inseguimento dei cherusci: una mossa poco furba che si risolse con una intelligente imboscata da parte dei Germani e l’invio della cavalleria di Stertinio ed Emilio in soccorso.
Situazione opposta ebbe invece luogo con le avanguardie romane, che riuscirono con facilità a scacciare l’esercito delle tribù e a costruire il proprio accampamento di fronte alla piana di Idistaviso.
Germanico, tra l’altro, mostrò in questo caso di saper utilizzare in modo corretto il proprio servizio di “intelligence”: grazie a un disertore venne infatti a sapere che i germani erano intenzionati ad attaccare il campo di notte.
Decise quindi di posizionare i propri soldati in assetto da guerra lungo le palizzate: al momento dell’attacco i nemici si resero immediatamente conto che l’effetto sorpresa era sfumato e decisero di ritirarsi per combattere la battaglia l’indomani.
Nella zona dove si svolse la resa dei conti finale ebbe un ruolo importante anche la disposizione degli eserciti: i Germani schierarono una prima linea di arcieri frombolieri pronti ad attaccare con la tecnica della schermaglia e quindi con i dardi da una parte, mentre dall’altra vi erano Arminio e i cherusci che, sempre sfruttando il discorso dell’imboscata e quindi della protezione offerta dalla vegetazione, erano intenzionati sbucare nel momento più opportuno.
Ancora una volta è importante ricordare che in questo caso il loro nemico era Germanico, un generale veramente talentuoso che dispose l’esercito in maniera veramente intelligente.
In prima fila posizionò gli ausiliari, abili con le frecce ma anche con i combattimenti terrestri: subito dietro a controbilanciare posizionò una fila di arcieri appiedati seguiti dalle legioni. La cavalleria, che di norma veniva posizionata sui lati, venne invece schierata dietro ai legionari a formare una specie di “sandwich” che consentì alle truppe romane di essere più protette ma allo stesso tempo di avere facilità e velocità di spostamento.
Germanico invece si posizionò al centro in mezzo alle sue coorti pretoriane poste alla sua destra e alla sinistra con delle coorti alleate di arcieri a cavallo e frombolieri che posizionati anche qui all’indietro dimostrarono che Germanico prevedeva ed era attento a un eventuale attacco alle spalle.
Ecco quindi che nel momento in cui i Germanici e Arminio e i cherusci attaccarono, la cavalleria di Emilio e la cavalleria di Stertinio furono in grado di eseguire con velocità una semplice conversione e attaccando il nemico su più lati riuscirono a farlo battere in ritirata.
Battaglia del Vallo Agrivariano
La battaglia però non era ancora finita: dopo la prima sconfitta nella piana di Idistaviso Arminio si riorganizzò arruolando tutti i soldati possibili per combattere e attaccare per la seconda volta i romani tentando un’imboscata ai danni di Germanico. Questa seconda parte degli scontri è conosciuta come la battaglia del Vallo Angrivariano. I soldati romani uscirono dalla Piana.
Arminio voleva stringere Germanico in una morsa e organizzare una imboscata terribile: Germanico, venuto a conoscenza del piano, si dispose in modo davvero innovativo ed efficace. Piazzò al centro tutta la sua cavalleria che essendo la parte più mobile e ovviamente in grado di reagire più velocemente aveva in questo modo ampio spazio di manovra e partì all’assedio del vallo dietro il quale i nemici erano impegnati a lanciare oggetti di qualsiasi tipo per contrastare i romani.
Una terza parte del suo esercito doveva invece muoversi attraverso le foreste per sopraggiungere e combattere il corpo centrale degli avversari.
Il vero fulcro della battaglia però divenne ben presto il vallo, che ben costruito, rischiava di mietere moltissime vittime tra i romani. Nonostante lo svantaggio, Germanico riuscì a rimanere freddo e lucido fino a sfondare il vallo con grande dispiego di forze. La conformazione territoriale decise per i due generali la modalità di lotta: i Germani per via delle paludi e i Romani per via del fiume non ebbero altra scelta che fronteggiarsi frontalmente fino alla vittoria di uno dei due.
Fu Roma ad avere la meglio grazie alla sua organizzazione professionale, portando Germanico a vincere così la battaglia di Idistaviso assicurandosi un confine naturale che resisterà per 400 anni. Quel che è importante comprendere per ciò che concerne Roma e la Germania è che pur non assoggettandola o averne bisogno, i romani saranno in grado di sfruttarla per ogni loro necessità, in ogni momento.