Intorno al 210 a.C. la Repubblica Romana era in rapida espansione in tutto il Mediterraneo: ma nessuno poteva immaginare che sarebbe arrivato un gravissimo pericolo dal Nord che avrebbe trovato il suo culmine e la sua risoluzione solo con la battaglia di Aquae Sextiae.
Fu proprio in quel momento che le tribù germaniche decisero di migrare verso il sud dell’Europa per trovare dei nuovi territori da coltivare e dove vivere, entrando in contatto con la Repubblica Romana e scatenando delle guerre devastanti, caratterizzate da lotta per sopravvivenza da entrambe le parti e da straordinarie sconfitte e vittorie sul filo del rasoio.
Di certo per la Repubblica Romana la battaglia di Aquae Sextiae, combattuta da Caio Mario, rappresenta una parte fondamentale di quella che è la storia non solo di Roma ma dell’Italia intera.
La migrazione dei Teutoni e la sconfitta di Noreia
Tutto cominciò nel 210 a.C. quando le popolazioni dei Cimbri, dei Teutoni e degli Ambroni si unirono alla ricerca di nuovi territori in cui vivere partendo da quella che è l’odierna Danimarca per migrare verso sud: un percorso incerto e difficile nel quale ad un certo punto vennero in contatto con la Repubblica Romana.
Le tribù germaniche chiesero delle terre per potersi fermare e prosperare ma i romani, con una punta di arroganza e non valutando correttamente il pericolo nel quale potevano imbattersi, risposero negativamente.
Si arrivò velocemente a uno scontro tra le due parti a Noreia, una cittadina di quella che ora è l’Austria orientale.
Differentemente da quel che si poteva pensare, i romani subirono una sonora sconfitta, venendo pesantemente decimati, seppur lasciando una grande devastazione anche tra le truppe germaniche le quali scelsero di proseguire da un’altra parte il loro peregrinare all’interno dell’Europa.
Una fortuna inaspettata per i Romani, i quali non avrebbero avuto in quel momento nessuna legione per difendere la Pianura Padana e l’Italia intera.
Una nuova sconfitta dei Romani ad Arausio
Un fatto questo ignorato dai Germani che prima trovarono rifugio in Gallia e poi incontrarono nuovamente le truppe di Roma ad Arausio.
La Repubblica Romana in questa occasione compì un errore immenso che pagò a caro prezzo: inviò due comandanti di due fazioni politiche differenti, uno parte degli ottimati e l’altro dei popolari. Il desiderio di entrambi di prendersi il merito di un eventuale trionfo, li spinse ad accamparsi in due luoghi separati dividendo di fatto le loro forze.
I Cimbri li assalirono travolgendoli con un’orda di soldati, dando vita a una delle peggiori sconfitte della storia dell’esercito Romano.
Nonostante la sconfitta di Arausio, le tribù germaniche si resero conto che la Repubblica Romana era comunque molto forte e capace di opporre una resistenza estenuante: decisero per questo di spostarsi verso la Spagna dove incontrarono i guerrieri celtiberi, soldati molto forti e resistenti che dopo alcuni anni riuscirono a sconfiggerli e a metterli nuovamente in fuga verso la Gallia.
Per i germani rimaneva solo la possibilità di conquistare l’Italia e per questo decisero di dividersi in tre tronconi: il primo intenzionato a passare attraverso le Alpi per sbucare nell’odierno Piemonte, il secondo pronto a muoversi per la strada del Brennero e il terzo in cammino per passare attraverso le Alpi Giulie.
La battaglia ad Aquae Sextiae
Sembrava non esserci speranza di vittoria per la Repubblica Romana, se non fosse per l’entrata in gioco di un giovane ma abilissimo generale: Caio Mario, uomo politico e militare di nuova concezione il quale, pur trovandosi davanti a una sfida veramente difficile, decise di “giocare” con astuzia.
Mariò cominciò infatti a seguire le mosse dei germani, e diede ordine di costruire un accampamento ben fortificato nel quale radunò il suo esercito.
Rifiutando, secondo un disegno prestabilito, lo scontro in campo aperto, i Teutoni sfilarono davanti all’accampamento dei romani: tanti erano, che impiegarono 6 giorni. E non mancarono le provocazioni: “Stiamo andando a Roma a divertirci con le vostre donne“, gridavano ai nemici.
Caio Mario non aveva paura che i Teutoni e le altre popolazioni potessero arrivare indisturbati a Roma, ma voleva che i suoi soldati si potessero abituare alla vista di questi enormi guerrieri e che montasse in loro la voglia di rivalsa e di vendetta.
Al termine di questa provocatoria sfilata, Caio Mario spostò i suoi legionari seguendo alcune scorciatoie, così da precedere le truppe germaniche fino ad intercettarli e stavolta bloccarli nella località di Aquae Sextiae.
Era arrivato il momento dello scontro.
Caio Mario utilizzò una tattica che, se non copiata, prese certamente ispirazione da quella messa a punto da Annibale proprio contro Roma: decise di mettere un piccolo contingente di soldati di cavalleria nascosti in un piccolo boschetto accanto al campo di battaglia, mentre il resto della fanteria venne schierata in blocco, anticipata dalla cavalleria.
Appena avvistato i nemico, i Teutoni si posizionarono davanti alle truppe romane, nella loro classica formazione a quadrato e lanciarono un attacco immediato. Caio Mario, che aveva studiato il territorio, aveva fatto però posizionare le sue truppe in alto, su una zona in pendenza.
Quando i Teutoni partirono con la loro tremenda carica non si resero conto che per loro la strada era in salita.
Il pensiero da soldato “professionista” vinse su quello del barbaro: le truppe germaniche vennero rallentate e affaticate dalla pendenza, mentre quelle romane sfruttarono la discesa per colpire ancora più velocemente con la cavalleria e la fanteria.
Un errore tattico quello dei germani evidente e importante: i soldati barbari vennero ricacciati in pianura e distrutti dall’esercito romano, il quale potè contare sulla cavalleria nascosta ai lati del campo di battaglia per porre definitivamente fine allo scontro.
Le conseguenze
L’intero popolo dei Teutoni fu sterminato o ridotto in schiavitù.
Alcuni dei prigionieri furono mostrati l’anno successivo ai Cimbri prima della Battaglia dei Campi Raudii. Gaio Mario infatti disse al re dei Cimbri durante la fase preliminare delle trattative “Non preoccupatevi dei vostri fratelli (Teutoni), abbiamo dato loro delle terre che conserveranno in eterno” per poi mostrare alcuni prigionieri teutoni aggiungendo “essi sono qui, e non possiamo permettere che ve ne andiate senza salutarli“.
La vittoria di Aquae Sextiae segnò l’inizio della riscossa romana sui germani, e assieme alla vittoria dei Campi Raudii, sancì il tramonto del pericolo germanico nei confronti di Roma.