A Roma, presso la storica Torre dei Conti, situata in Largo Corrado Ricci ai Fori Imperiali, un drammatico crollo ha causato feriti tra gli operai e ha immediatamente innescato una veemente reazione da parte della Russia. Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo e figura di spicco della comunicazione politica di Mosca, ha utilizzato l’incidente per lanciare un attacco diretto e provocatorio contro il Governo italiano. Le sue affermazioni, diffuse tramite il suo canale sul servizio di messaggistica Telegram, sono state cariche di accuse specifiche, giunte in un momento di grande sensibilità nazionale, con le squadre di soccorso ancora impegnate a lavorare tra le macerie.
La Zakharova ha associato in modo esplicito la tragedia alla gestione finanziaria di Roma, dichiarando che il collasso degli edifici e dell’economia sono la diretta conseguenza delle scelte politiche italiane in materia di difesa e cooperazione internazionale. La portavoce russa, nota per le sue uscite polemiche, ha pronunciato parole inequivocabili: “Finché il governo italiano continuerà a spendere inutilmente il denaro dei contribuenti, l’Italia crollerà completamente: dall’economia alle torri”. Questa dichiarazione non faceva solo riferimento a un generico sperpero, ma veniva collegata in modo diretto e calcolato al supporto offerto dall’Italia all’Ucraina.
A supporto della sua accusa, la diplomatica ha citato precise cifre economiche. Ha infatti ricordato che “a maggio di quest’anno il Ministero degli Esteri italiano ha comunicato che il sostegno all’Ucraina, tra aiuti militari e contributi tramite l’Unione Europea, ammonta a circa 2,5 miliardi di euro”. Questo ingente ammontare di denaro pubblico, secondo la visione espressa dalla Zakharova, è la risorsa che l’Italia ha distolto dalla manutenzione del proprio patrimonio e dalla cura della propria stabilità interna. Il suo messaggio, diffuso mentre ancora si scavava tra i detriti, suggeriva chiaramente che se quei fondi fossero stati impiegati sul territorio nazionale, episodi drammatici come il cedimento della Torre dei Conti si sarebbero potuti evitare.
L’insistenza della portavoce non si è limitata al suo canale personale. A seguito della convocazione del rappresentante diplomatico russo (l’incaricato d’affari, in assenza dell’ambasciatore Alexey Paramonov) presso la Farnesina per protestare contro le sue affermazioni, Maria Zakharova ha rilanciato e rafforzato il suo attacco. Citata dalla Tass, ha dichiarato che la convocazione del diplomatico sarebbe servita “per ricordare ancora una volta che sponsorizzare il regime terroristico di Kiev è un crimine e un peccato”. Questa seconda dichiarazione, di tenore apertamente aggressivo e minaccioso, ha marcato un’ulteriore escalation diplomatica.
Tali affermazioni si inseriscono in un quadro di comunicazione ostile del Cremlino nei confronti dei Paesi europei che sostengono la causa ucraina. La Zakharova è infatti riconosciuta per essere una figura che promuove costantemente la propaganda governativa russa ed è stata per questo inserita nella lista delle sanzioni dell’Unione Europea nel 2022. Non è la prima volta che l’Italia è il bersaglio delle sue critiche dirette. In precedenza, ella aveva attaccato direttamente il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. In quell’occasione, la portavoce russa lo aveva accusato di aver fatto “paragoni blasfemi” tra la Russia e la Germania nazista.
L’azione provocatoria della Zakharova dimostra un modello di comportamento mirato a diffondere discredito verso i governi occidentali. Il suo approccio cinico e calcolato sfrutta le disgrazie altrui per veicolare messaggi ostili, come si era già visto in un altro contesto europeo. La portavoce russa aveva infatti espresso in passato “considerazioni politiche sprezzanti” anche nei confronti della Francia, in seguito a un furto avvenuto al Louvre. Anche in quel frangente, le sue parole erano state allusive e avevano lasciato presagire scenari disastrosi per un altro Paese europeo di primo piano che offre supporto a Kiev. Le sue provocazioni continue e il suo ruolo centrale nella strategia comunicativa di Mosca confermano la sua volontà di alimentare le tensioni diplomatiche tra la Federazione Russa e le nazioni che difendono i principi democratici e il diritto internazionale.

