Non è difficile pensare che sia stato questo animale presente sulla terra a dare l’ispirazione ai romani per una delle loro formazioni militari più note.
Parliamo ovviamente della testuggine, che in entrambi i casi ha mostrato di essere indistruttibile e dominatrice.
La testuggine romana era una formazione difensiva militare dai molti pregi che ha fatto la storia di Roma e come molte battaglie hanno potuto comprovare, si trattava di qualcosa perfetto da utilizzare quando l’esercito romano si trovava in una situazione di stallo contro i suoi avversari.
Si è rivelato spesso l’unico metodo utilizzato per uscire da situazioni di blocco.
La formazione a testuggine è certamente una delle più riconoscibili e impressionanti della storia romana. Tra l’altro secondo diverse fonti sarebbe stata utilizzata fin dagli albori della storia dell’esercito: senza dubbio si tratta di un esempio lampante della capacità romana e della disciplina dei soldati.
Come veniva formata la testuggine
Come si formava una testuggine? Quale era l’organizzazione degli uomini in grado di interfacciarsi unirsi e avvicinarsi in pochissimo tempo e con grande ordine a tal punto di riuscire a creare un muro di scudi davanti, sui fianchi e in alto con una precisione veramente encomiabile?
I romani riuscivano, coordinandosi al meglio, ad avvicinarsi per formare un quadrato o un rettangolo particolarmente fitto.
Alchè, gli uomini della prima fila frontale tenevano lo scudo normalmente, mentre i soldati che si trovavano sul bordo sinistro e sul bordo destro spostavano lo scudo verso l’esterno. Nel frattempo, gli uomini al centro alzavano lo scudo per coprire loro stessi e il soldato che gli stava davanti,accorciando leggermente le distanze.
Così semplicemente si creava una formazione impenetrabile e protetta davanti, sui lati e in alto. L’unica parte che rimaneva scoperta era la parte finale della testuggine, quella posteriore, che di solito non era soggetta ad attacchi diretti.
Come ogni formazione, la testuggine romana ovviamente aveva dei punti di forza e contemporaneamente di debolezza e per poter essere vincente doveva essere utilizzata in un determinato modo.
I punti di forza di questa formazione erano rappresentati dalla potenza, dalla compattezza e dalla sicurezza che provvedeva ai soldati. Facendo inginocchiare o meno i soldati, questa poteva essere bassa o alta a seconda delle necessità.
Una formazione militare straordinariamente versatile caratterizzata da una resistenza incredibile a tal punto che sopra di essa poteva camminare una persona ma potevano essere posizionate anche delle piccole macchine d’assedio.
Sono diverse le fonti che riportano come per esercitarsi i legionari facevano poggiare addirittura dei carri per vedere se riuscivano a sopportarli.
Punti deboli della testuggine romana
La testuggine romana aveva però anche dei punti deboli. Una delle debolezze più grandi era rappresentata dalla difficoltà di mantenere una grandissima coordinazione tra gli uomini: non era semplicissimo far apprendere ai soldati come muoversi in modo sufficientemente veloce senza rallentare l’attacco. Le manovre dovevano essere precise e veloci.
Altro problema era rappresentato dalla velocità: gli uomini non potevano correre ammassati così come erano, motivo per il quale questa formazione era utilizzata maggiormente in caso di assedio.
In questo modo infatti gli uomini potevano attaccare ma soprattutto potevano resistere alle migliaia di proiettili che venivano lanciati contro di loro: riuscivano in questo modo a rimanere in vita a lungo e raggiungere e colpire in relativa sicurezza fino all’arrivo alle mura.
In quel caso gli uomini potevano anche disporsi come una “scaletta” per rendere possibile il passaggio dall’altra parte di altri soldati e di piccole macchine da guerra.
Vi era poi un ultimo uso della testuggine romana, che veniva impiegato però come ultima spiaggia: quello della difesa più pura.
Quando il numero di avversari era troppo grande, ci si poteva chiudere in questo modo per una difesa estrema, tenendo conto però che non si avrebbe avuto modo di muovere le braccia né di utilizzare il gladio.