Due scenari si possono avverare dopo le elezioni regionali francesi: Marine Le Pen non riessce ad affermarsi in alcuna regione, tutto resta immutato o quasi, e la sua vittoria nella corsa all’Eliseo della primavera 2022 rimane come sempre possibile, ma non probabile; oppure, il Rassemblement national riesce — per la prima volta — a imporsi con almeno un suo presidente di Regione, magari Thierry Mariani nella cosiddetta PACA (Provence-Alpes-Côte d’Azur), e allora lo scenario politico cambia. Lo slancio delle Regionali potrebbe dare a Marine Le Pen la tanto desiderata e a quel punto definitiva normalizzazione, e una vera, solida chance di conquistare poi anche la presidenza della Repubblica.
La posta in gioco quindi è molto alta, per elezioni che si svolgono in un momento così particolare: la Francia è appena uscita da nove mesi di coprifuoco, il Paese vive un’euforia da ritorno alla vita quasi normale e anche una sorta di sospensione dell’attività politica. Tutta l’attenzione si concentra da tempo su pandemia, mascherine, qualità, tempi e modi dei vaccini, e molti non sanno neppure che oggi si vota. Secondo i sondaggi l’astensione potrebbe arrivare al 60 per cento. Le elezioni locali sono spesso considerate, in tutto il mondo, un test per gli equilibri nazionali, più importanti, Stavolta è particolarmente vero perché si tratta di verificare se il Rassemblement national può aspirare davvero a un ruolo istituzionale.