Il dodecaedro è un mistero della storia romana: in tutto il territorio dell’impero è stato ritrovato un oggetto dalla stranissima forma, e nonostante il passare dei secoli e numerose interpretazioni, non abbiamo la minima idea sul possibile significato di questo oggetto.
La radice del problema è che non abbiamo alcuna fonte antica che ci spieghi con precisione le modalità di utilizzo di questo strumento, per cui non possiamo fare altro che continuare a procedere per ipotesi.
Il dodecaedro romano
Il dodecaedro è una struttura a dodici facce, dove ogni faccia è provvista di un buco di dimensioni variabili. A completare l’oggetto delle palline che emergono su ogni punto di congiunzione che permettono di afferrare meglio lo strumento.
Dal punto di vista della sua costruzione, alcuni ritrovamenti archeologici ci permettono di ricostruire un dodecaedro con precisione ma ancora non sappiamo quale sia la sua funzione e per ora siamo fermi alle ipotesi.
Un possibile gioco per famiglie?
Una prima ipotesi è quella che il dodecaedro fosse un gioco. I romani amavano moltissimo il gioco dei dadi: si trattava di un passatempo estremamente diffuso in tutto l’impero, sia per semplice diletto ma anche per piccole scommesse.
Il dodecaedro potrebbe quindi essere un oggetto simile ai dadi, magari per giochi con regole più complesse, per il divertimento di famiglia e amici.
Un oggetto religioso?
E’ anche possibile che il dodecaedro avesse un significato più importante: alcuni hanno infatti ipotizzato che si trattasse di uno strumento con funzioni magiche, considerato che questo strumento ha una certa simmetria nella sua costruzione.
Addirittura potrebbe essere stato un simbolo religioso. Un grande numero di dodecaedri sono stati infatti ritrovati in siti gallo-romani, zone ricche di cerimonie religiose sentite presso tutta la popolazione.
Alcuni di questi dodecaedri sono stati persino ritrovati all’interno di alcune tombe e siti funerari: un indizio che porterebbe il dodecaedro ad avere un significato ben più profondo per i suoi contemporanei.
Per realizzare proiettili?
Del dodecaedro si è ipotizzato anche un utilizzo in ambito militare. Secondo alcuni, il dodecaedro poteva essere usato per tarare i proiettili delle fionde.
Si realizzava una pallina di ferro e si lasciava cadere attraverso uno dei buchi per verificare che fosse del diametro corretto.
Per misurare le distanze?
Una teoria molto ben circostanziata, sviluppata dal Politecnico di Torino, afferma che il dodecaedro potesse essere un oggetto per calcolare le distanze.
Secondo questa interpretazione, conoscendo le dimensioni di un oggetto, per esempio il vessillo di una legione, e sapendo che tale oggetto ad un tot di metri, guardato attraverso il dodecaedro, si vedeva perfettamente centrato, si potevano calcolare le distanze.
Le applicazioni pratiche sarebbero evidenti: sul campo di battaglia sarebbe stato utile per comprendere le distanze di un nemico in avvicinamento, e tarare le armi da tiro, o la velocità di allontanamento di un manipolo.
Ma anche qui abbiamo una incognita: il dodecaedro non è stato ritrovato solo in ambito militare, ma anche in ambito civile, il che raffredda questa ipotesi.
E’ possibile che il dodecaedro potesse servire anche agli agricoltori, che nonostante fossero civili, avevano comunque bisogno di calcolare le distanze con una certa precisione.
Il dodecaedro, insomma, è un oggetto che non ci ha ancora chiarito le sue origini.
Esperti, studiosi o semplici appassionati, non possono quindi che osservare con stupore questo strano ed enigmatico strumento, continuare ad avanzare le più disparate ipotesi, e partecipare a questo vero e proprio indovinello che la Roma antica ci ha conservato, intatto, fino ad oggi.