La battaglia di Harzhorn è uno scontro armato fra le legioni guidate dall’imperatore Massimino il Trace e i guerrieri germanici nel 235 d.C, nella odierna Bassa Sassonia, in Germania.
La battaglia vide i romani trionfare grazie ad una migliore disposizione tattica e all’uso dell’artiglieria.
Si tratta di uno episodio importante perchè dimostrativo della capacità dell’esercito romano di penetrare in Germania anche ben dopo la famigerata disfatta di Teutoburgo.
I romani in Germania: le prime guerre
Sotto il principato di Augusto, Roma aveva avviato una serie di battaglie in Germania, con i generali Tiberio e Druso, per sconfiggere le tribù e mettere in sicurezza i confini settentrionali dell’impero.
Si trattò di campagne vincenti, che portarono i confini di Roma fino al fiume Elba, e all’avvio della romanizzazione della Germania, considerata ormai una nuova provincia che si avviava ad essere inglobata nell’orbita romana.
Purtroppo, una visione strategica errata, portò Augusto a considerare la provincia “assicurata”, quando invece il processo non era ancora concluso.
Per questo, il suo generale Quintilio Varo venne tradito e sconfitto nell’imboscata di Teutoburgo, nel 9 d.C assieme a tre legioni XVII, la XVIII e la XIX, che vennero totalmente annientate.
Questa disfatta, importante, mise in seria discussione la presenza romana in Germania e compromise il processo di romanizzazione che era stato intrapreso negli anni.
La rivincita e il confine sul Reno
Sotto l’imperatore successivo ad Augusto, Tiberio, il giovane e valente generale Giulio Cesare Germanico venne incaricato di tornare in Germania per vendicare l’onta di Teutoburgo ed impedire che una coalizione germanica potesse minacciare la sicurezza dell’impero.
La spedizione ebbe successo: Germanico, e il suo vice Cecina, individuarono e si scontrarono con lo stesso generale di Teutoburgo, Arminio, e con gli stessi uomini, ottenendo una schiacciante vittoria ad Idistaviso e sul Vallo Angrivariano (16 d.C).
Lo spettro di una invasione germanica era stato scongiurato, ma ripartire con l’opera di romanizzazione della Germania venne considerato uno sforzo del tutto esagerato, e Tiberio preferì riportare il confine fra le due realtà, sul fiume Reno.
Si trattà di un limite naturale e politico che sarebbe durato per i successivi 400 anni.
Da questo momento, l’opinione comune tende a credere che i romani non si avventurarono più in Germania, disinteressati o addirittura impauriti.
Una convizione errata, di cui la battaglia di Harzhorn è un esempio straordinario.
La spedizione di Massimino il Trace in Germania
I romani compirono delle spedizioni in Germania per parecchi secoli successivamente a Teutoburgo. La motivazione era perlopiù di costringere delle intere tribù di giovani guerrieri ad entrare nell’impero e servire nell’esercito, o lavorare nei campi.
Sotto la dinastia Flavia, venne inoltre conquistata una nuova regione della Germania, gli Agri Decumates, che furono governati dai romani fino al loro spontaneo ritiro nel tardo impero.
Tra il 193 e il 235, Roma venne governata dalla dinastia degli imperatori soldato dei Severi, che assicurarono una certa stabilità.
Ma successivamente, una serie di fattori concomitanti aprirono la famosa “crisi del III secolo”, dove l’impero dovette fronteggiare problemi militari, economici e organizzativi piuttosto importanti.
In questo periodo, assunse la carica imperiale Massimino, un soldato della Tracia dalle origini piuttosto umili, ma che con la sua straordinaria possenza fisica e capacità militare, arrivò al comando dell’impero.
Nel 235 d.C, Massimino era in ricognizione nel profondo della Germania, assieme alle sue legioni, fra cui molto probabilmente la IIII Flavia Felix con le truppe ausiliarie.
Dopo aver compiuto un giro piuttosto lungo, toccando il fiume Elba, i legionari stavano rientrando verso Mogontiacum (l’attuale Magonza), per ricongiugersi con l’accampamento base, quando nei pressi delle colline di Harzhorn vennero bloccati da un ingente numero di guerrieri germanici.
Il campo di battaglia
La zona di Harzhorn era dominata da una serie di colline piuttosto ripide e scoscese e dunque difficilmente praticabili. L’unica via che permetteva di attraversarle da nord a sud era una antica strada, ora corrispondente all’autostrada Bundesautobahn 7 .
I guerrieri germanici tesero una imboscata ai legionari, che si ritrovarono da soli e senza possibilità di ottenere aiuti, e dovettero fronteggiare rapidamente il nemico germanico.
Purtroppo non disponiamo di fonti antiche che ci possano raccontare nel dettaglio la posizione degli schieramenti nè lo svolgimento preciso della battaglia.
Le uniche informazioni ci provengono dai ritrovamenti archeologici (per fortuna molto ben conservati) e dalle monete, che ci consentono di inquadrare storicamente la battaglia.
Quello che è certo è che le forze si equivalevano numericamente, che lo scontro fu duro e provocò perdite da entrambe le parti e che i germani disponevano di strumenti e di armature simili a quelle dei romani.
In più, i germani erano particolarmente abili nelle imboscate, il che conferì ai guerrieri del nord un iniziale vantaggio.
La battaglia di Harzhorn
Dai ritrovamenti gli studiosi sono riusciti ad evincere due fatti importanti. Il primo è che i romani guidati da Massimino riuscirono a compiere un attacco dai due lati, compiendo una specie di contro-imboscata, dimostrando un movimento tattico superiore e sfruttando al meglio il territorio a loro disposizione.
Il secondo è che i romani riuscirono certamente a prevalere grazie alla superiore artiglieria. In particolare gli strumenti che gli garantirono la vittoria furono due.
Lo scorpione: una struttura in legno che consentiva, tramite un sistema di corde e di gomene, di inserire una freccia o un piccolo giavellotto all’interno di un “corridoio di tiro” e di scagliare con incredibile violenza e gittata il dardo contro il nemico.
Un singolo tiro di scorpione era perfettamente in grado di impalare più uomini, anche se dotati di corazze e protezioni.
La Cheiroballistra: una versione più leggera dello scorpione, realizzata meno in legno e con molte più parti metalliche. La gittata era superiore rispetto allo scorpione, ma soprattutto, la cheiroballistra era straordinariamente leggera e trasportabile, il che consentiva una agilità sul campo di battaglia che si dimostrò decisiva.
Dopo lo scontro, l’esercito di Massimino riuscì certamente a disimpegnarsi e a riprendere in sicurezza il percorso fino a Mogontiacum, ricongiungendosi con l’accampamento base.
La presenza Romana in Germania
Sempre più fonti e ritrovamenti, ci confermano come la presenza romana in Germania continuò anche molti secoli dopo Teutoburgo, ponendo il confine sul Reno non come un limite invalicabile per ragioni di impotenza militare, ma come un limite naturale oltre il quale i romani preferivano spingersi solo dietro una specifica necessità.