Un team di archeologi ha scoperto più di 3000 monete e gemme romane in un sito archeologico noto come “Vigna Dominio”, situato vicino alla città di Verona. Il sito è considerato un luogo magico, in quanto era usato come santuario e luogo di culto dai Romani tra il I e il IV secolo d.C.
Le monete e le gemme sono state trovate in una fossa di circa due metri di profondità, insieme ad altri oggetti come anelli, pendenti, collane, bracciali e fibule. Gli archeologi ritengono che si tratti di offerte votive, cioè di doni fatti agli dei in cambio di protezione, salute o fortuna.
Le monete sono in bronzo, argento e oro e risalgono a diversi imperatori romani, tra cui Augusto, Tiberio, Nerone, Traiano e Costantino. Le gemme sono di varie forme e colori e alcune sono incise con simboli o figure divine. Tra le gemme più preziose ci sono un sardonice con l’immagine di Apollo e una corniola con quella di Giove.
Il sito di Vigna Dominio è stato scoperto nel 1922 e da allora è stato oggetto di numerose campagne di scavo. Gli archeologi hanno rinvenuto diverse strutture, tra cui un tempio, un teatro, un foro, un ninfeo e un acquedotto. Il sito è considerato uno dei più importanti e meglio conservati dell’epoca romana nel nord Italia.
La scoperta delle monete e delle gemme arricchisce ulteriormente la conoscenza di questo luogo magico e testimonia la devozione e la religiosità dei Romani che lo frequentavano. Gli archeologi sperano di poter esporre i reperti al pubblico in un futuro museo dedicato al sito.
Claterna era una città posta sulla via Emilia, fra le colonie romane di Bologna (Bononia) e Imola (Forum Cornelii). La sua localizzazione è tra la frazione Maggio di Ozzano dell’Emilia ed il torrente Quaderna (affluente dell’Idice), da cui la città prendeva il nome.
Claterna fu fondata alla confluenza nell’Emilia di un’altra strada romana che attraversava l’Appennino, forse la via Flaminia Minor, che congiungeva la strada emiliana con Arezzo. L’insediamento, di medie dimensioni per quei tempi, sorse verso l’inizio del II secolo a.C. e ottenne il rango di municipium nel I secolo a.C., come capoluogo di un territorio compreso fra i torrenti Idice e Sillaro.
Claterna fu coinvolta nella guerra civile tra Ottaviano e Antonio, quando fu espugnata da Aulo Irzio, generale di Ottaviano, nel 43 a.C.3.
La città fu anche menzionata da Sant’Ambrogio, vescovo di Milano, che la descrisse come una delle “città semidirute” colpite dalla crisi dell’Impero e dalle invasioni barbariche.
La città si spopolò e fu abbandonata tra il V e il VI secolo. Claterna è un raro esempio di città scomparsa in Emilia-Romagna e offre una testimonianza unica della vita e della cultura romana in questa regione. Il suo studio e la sua valorizzazione sono frutto della collaborazione tra il Comune di Ozzano, l’Associazione “Civitas Claterna” e la Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna.