Al Cairo, in Egitto, nel cuore della grande necropoli dell’Antico Regno di Abusir, gli archeologi hanno fatto una scoperta di straordinaria importanza, capace di illuminare meglio l’epoca della V Dinastia. Una missione di scavo coordinata dal Ministero egiziano del Turismo e delle Antichità, con il contributo di studiosi europei, ha riportato alla luce oltre la metà di un monumentale tempio solare dedicato al faraone Niuserre.
Niuserre, che regnò approssimativamente tra il 2420 e il 2389 a.C., è una figura chiave di questo periodo della storia egizia, e la scoperta offre nuove informazioni sul suo regno e sul ruolo centrale che i templi solari avevano nella religione e nel potere dell’Antico Regno.
Le dimensioni della struttura sono davvero impressionanti. Il complesso monumentale del tempio solare, di cui l’ultima campagna di scavi ha riportato alla luce una parte consistente, si estendeva in origine su una superficie di oltre 10.000 piedi quadrati (ca 929,03 m²). Un’estensione che riflette chiaramente la grandiosità dell’opera e il ruolo centrale che il culto del Sole rivestiva nella vita religiosa dell’Antico Regno.
Gli scavi più recenti sono stati condotti sotto la guida di studiosi di primo piano, come Massimiliano Nuzzolo dell’Università di Torino e Rossana Perilli dell’Università di Napoli, che hanno seguito da vicino le operazioni sul campo e l’analisi dei reperti emersi.
L’interesse degli archeologi si è concentrato soprattutto sui resti che permettono di ricostruire l’architettura e la funzione del tempio, edificato circa 4.400 anni fa. Tra le scoperte più rilevanti di quest’ultima campagna figurano l’ingresso principale della struttura sacra e un’ampia porzione del pavimento originale.
Questi elementi sono fondamentali perché consentono di definire con maggiore accuratezza la pianta e l’organizzazione degli spazi interni, offrendo nuove chiavi di lettura per comprendere uno dei complessi religiosi più antichi e importanti dell’Antico Regno.
I particolari architettonici emersi rivestono un ruolo fondamentale per capire le tecniche costruttive e i materiali scelti dagli architetti reali della V Dinastia. Gli archeologi hanno individuato, ad esempio, la base di una colonna in calcare, una pietra facilmente reperibile e molto diffusa nella regione.
A colpire maggiormente, però, sono i ritrovamenti in granito, un materiale pregiato, difficile da estrarre, lavorare e trasportare, e quindi simbolo di grande prestigio. Sono emerse parti di una colonna in granito che, secondo gli studiosi, faceva parte del portico d’ingresso, che era lo spazio destinato ad accogliere fedeli e funzionari. Insieme a queste parti, sono stati rinvenuti anche stipiti e architravi dello stesso materiale: elementi non solo essenziali dal punto di vista strutturale, ma pensati anche per conferire solennità e imponenza all’accesso del tempio.
Tra i reperti più suggestivi emersi dagli scavi spicca una grande soglia collocata all’interno dell’edificio, la quale conserva un’iscrizione geroglifica di eccezionale valore storico e religioso.
Sulla soglia è inciso un vero e proprio calendario che elenca le festività celebrate nel tempio, offrendo agli studiosi una rara testimonianza dell’organizzazione delle attività rituali. L’iscrizione, inoltre, cita direttamente il faraone Niuserre, rafforzando il legame tra il complesso monumentale e il sovrano che ne promosse la costruzione e confermandone senza ambiguità la paternità reale.
Un’ulteriore scoperta di grande rilievo per comprendere il funzionamento del complesso è quella di una rampa. Secondo gli archeologi, questa struttura avrebbe garantito un collegamento diretto tra il tempio e il Nilo, o forse con uno dei suoi rami oggi scomparsi.
Un accesso di questo tipo era fondamentale non solo per il trasporto dei materiali da costruzione, compresi i pesanti blocchi di granito, ma anche per lo svolgimento delle processioni rituali, che spesso prevedevano un rapporto diretto con l’acqua, considerata sacra nella religione dell’Antico Egitto.
Accanto alle imponenti strutture architettoniche, gli scavi hanno riportato alla luce anche oggetti più piccoli e personali, legati alla vita quotidiana o forse a pratiche rituali dal carattere ludico. Tra questi spiccano due elementi in legno appartenenti al Senet, un antico gioco molto diffuso nell’Egitto faraonico.
La presenza di questi manufatti apre uno spiraglio sulle attività che si svolgevano all’interno o nelle immediate vicinanze del complesso sacro, restituendo un’immagine più viva e umana di un luogo che, oltre alla sua solennità religiosa, era anche uno spazio frequentato e vissuto.
Il ritrovamento di oltre metà del tempio solare di Niuserre, insieme a elementi architettonici fondamentali, iscrizioni ricche di dettagli e oggetti di uso personale, rappresenta un passo decisivo per approfondire la conoscenza della V Dinastia. Questo periodo della storia egizia è infatti caratterizzato da una forte centralità del culto del dio sole Ra, attorno al quale si concentravano il potere politico e la dimensione religiosa del regno.
Scoperte di questo tipo sono essenziali per comprendere come l’autorità del faraone e la teologia solare si traducessero in monumenti imponenti come il complesso di Abusir. I materiali e i dati raccolti durante la missione continueranno a essere analizzati nei prossimi anni, con l’obiettivo di ricostruire in modo sempre più completo il ruolo storico e la funzione di questo straordinario tempio, edificato circa 4.400 anni fa.
Image Credit: https://archaeology.org/news/2025/12/15/4400-year-old-sun-temple-excavated-in-egypt-at-old-kingdom-necropolis/

