Articolo di: University of Cambridge
Traduzione e adattamento di: Fabio Saverio Gatto
Nel vasto panorama della comunicazione scritta, anche i più piccoli dettagli nascondono storie affascinanti. È il caso del punto interrogativo, simbolo che oggi diamo per scontato ma che ha radici profonde nella storia della scrittura.
Un recente studio condotto dal Dr. Chip Coakley dell’Università di Cambridge getta nuova luce sull’origine di questo segno di punteggiatura, rivelando un percorso evolutivo sorprendente che attraversa secoli e culture diverse.
Nell’antichità, le domande venivano indicate in modo diverso: nel greco antico, ad esempio, si utilizzava il punto e virgola. Fu solo nel Medioevo che i monaci copisti, spinti dall’esigenza di maggiore chiarezza, iniziarono a sviluppare nuovi segni. L’abbreviazione latina “qo” per “quaestio” si trasformò gradualmente nel simbolo che oggi conosciamo.
La scoperta rivoluzionaria nei manoscritti siriaci
La vera svolta nella ricerca sull’origine del punto interrogativo arriva però dall’analisi di antichi manoscritti siriaci della Bibbia, risalenti al V secolo. Il Dr. Coakley ha identificato quello che potrebbe essere il primo esempio conosciuto di punto interrogativo: due punti sovrapposti, simili a un comune segno di due punti, chiamato “zawga elaya”.
“Quando mi trovo a leggere testi siriaci con gli studenti, le loro domande sono innumerevoli, soprattutto riguardo al significato di quei particolari punti“, spiega il Dr. Coakley. “Con il passare del tempo, ho sviluppato un crescente interesse per questi dettagli minuti della punteggiatura.”
Il siriaco, lingua del Medio Oriente con una ricca tradizione letteraria cristiana, si rivela così pioniere nell’uso di un segno specifico per le domande. Questo simbolo veniva utilizzato per indicare domande che altrimenti sarebbero state ambigue, proprio come oggi usiamo il punto interrogativo in frasi come “Te ne vai?”.
La scoperta solleva interessanti questioni sul ruolo di questo segno nella lettura ad alta voce dei testi sacri. Il Dr. Coakley ipotizza che potesse servire non solo come regola grammaticale, ma anche come guida per modulare la voce durante la lettura pubblica.
Sebbene il punto interrogativo sia apparso nelle scritture greche e latine solo dall’VIII secolo, nessuno studioso ha finora trovato esempi precedenti in altre lingue antiche. Questo potrebbe confermare il primato del siriaco nell’introduzione di questo fondamentale segno di punteggiatura.
“La definirei una nota a piè di pagina rilevante nella storia della scrittura”, afferma il Dr. Coakley, sottolineando l’importanza di questa scoperta per la comprensione dell’evoluzione della comunicazione scritta.
Questa ricerca non solo getta nuova luce sulla storia della punteggiatura, ma ci ricorda anche quanto sia dinamica e in continua evoluzione la lingua scritta.
Un piccolo segno grafico, nato dall’esigenza pratica di chiarezza, è diventato nel tempo un elemento universale della comunicazione, testimoniando il complesso intreccio tra cultura, pratica e innovazione che caratterizza la storia della scrittura.