Nuova mappa svela 300.000 chilometri di strade romane: la rete viaria dell’Impero era il 50% più estesa

Aarhus, Danimarca – Una nuova ricerca internazionale ha svelato che la rete stradale dell’antica Roma era molto più estesa di quanto si sia sempre ritenuto. Gli studiosi, al termine di un percorso durato cinque anni, hanno pubblicato una mappatura digitale che permette di seguire, quasi strada per strada, il vastissimo reticolo viario che univa città, villaggi, ville e fattorie dell’Impero romano. Secondo il nuovo studio, presentato in questi giorni e coordinato dall’archeologo Tom Brughmans dell’Università di Aarhus, la lunghezza complessiva delle strade supera di oltre il 50% le stime precedenti. Se fino a poco tempo fa si parlava di circa 188.555 chilometri, oggi la cifra sale a quasi 300.000 chilometri, spaziando dalla Spagna fin quasi alla Siria.

Il team, composto da archeologi di differenti atenei europei, si è basato non solo su fonti archivistiche come diari antichi, documenti storici e localizzazioni di pietre miliari, ma anche sull’analisi di rilievi fotografici aerei e immagini satellitari, incluse fotografie scattate da ricognizioni militari durante la Seconda Guerra Mondiale. La combinazione di questi metodi ha consentito di individuare percorsi nascosti e tratti dimenticati, rivelando le tracce lasciate sul terreno romano: leggere differenze nella vegetazione, impercettibili variazioni del suolo o cambiamenti nell’altimetria. Gli studiosi si sono dedicati a un vero “gioco continentale di unire i puntini”, collegando i dati e ricostruendo così una mappa che offre una visione inedita della connettività imperiale.

A differenza delle precedenti ricerche, concentrate soprattutto sui grandi assi viari menzionati dalle fonti classiche e noti come “autostrade dell’Impero”, la nuova mappatura si sofferma anche sulle strade secondarie, sulle vie rurali e sugli accessi a piccoli nuclei abitati o a insediamenti agricoli. Queste direttrici minori, seppur meno celebri, risultano fondamentali per comprendere i meccanismi dell’economia e della diffusione culturale nell’antichità, oltre che offrire preziose informazioni sulla vita quotidiana dei cittadini romani e delle popolazioni sottoposte al loro dominio. In molte aree del Mediterraneo, come in Nord Africa, nelle pianure della Francia o nel Peloponneso, i nuovi dati hanno permesso di colmare significative lacune.

La creazione della nuova mappa digitale, resa disponibile online per studiosi, insegnanti e appassionati, rappresenta una base fondamentale per ulteriori ricerche. La disponibilità del dato georeferenziato apre infatti nuove prospettive per lo studio della mobilità e delle relazioni tra le diverse aree dell’impero romano, agevolando confronti e analisi di dettaglio che finora erano impossibili da realizzare. Lo stesso Brughmans sottolinea che la possibilità di visualizzare i percorsi utilizzati da agricoltori, soldati, diplomatici e mercanti aiuta a comprendere meglio i grandi movimenti storici che segnarono la civiltà romana, come la diffusione delle nuove religioni o degli agenti patogeni.

Oggi si può affermare con maggior sicurezza che il reticolo romano non solo rappresentava un formidabile strumento di controllo e unificazione, ma costituiva anche il modello di base per molte delle strade ancora in uso in Europa e nel Mediterraneo. Le tecniche edilizie adottate dagli ingegneri romani, dagli archi per i ponti in muratura alle gallerie scavate nelle montagne, continuano a determinare la geografia e, in molti casi, a influenzare gli sviluppi economici e paesaggistici delle regioni coinvolte. Come sottolineato da uno degli autori dello studio, Adam Pažout dell’Università Autonoma di Barcellona, gli interventi realizzati quasi duemila anni fa tracciano ancora oggi i confini della modernità.

Un aspetto sottolineato dalla comunità scientifica riguarda la difficoltà di stabilire se l’intera rete sia mai stata attiva contemporaneamente. Secondo Benjamin Ducke dell’Istituto archeologico tedesco di Berlino, tra i limiti dello studio resta infatti l’incognita sull’uso effettivo e sulla simultaneità di apertura delle strade mappate. Rimane comunque il valore inestimabile della ricostruzione, che consentirà di esplorare con maggiore accuratezza i flussi di persone, merci e idee che hanno caratterizzato il periodo romano, promuovendo un approccio più dinamico e realistico alla conoscenza del passato.

Grazie a questa nuova mappa, studiosi e cittadini possono finalmente visualizzare con una precisione mai raggiunta prima il fitto intreccio di vie solcate nel corso dei secoli dagli antichi romani. Un reticolo che, attraverso il tempo e lo spazio, testimonia la capacità di progettazione, adattamento e resilienza di una delle civiltà più influenti della storia.