La XII tavole erano una serie di leggi che stavano alla base del diritto romano. Esposte nel foro, le dodici tavole enunciavano con precisione diritti e doveri del cittadino Romano.
La loro formulazione fu il risultato di una ribellione da parte della classe plebea, che fino a quel momento era stata sistematicamente esclusa dai maggiori benefici della repubblica romana. Le leggi precedentemente non erano scritte ed erano interpretate esclusivamente da sacerdoti delle classi superiori, i pontefici.
Le dodici tavole sono invece una testimonianza scritta e un codice, sebbene gli studiosi moderni considerino questo solamente come una bozza di legislazione. Le tabelle contengono alcune sequenze di diritti e procedure private da seguirsi nei più comuni casi di contesa.
La formulazione delle Dodici Tavole
Secondo i romani, le dodici tavole della società romana sarebbero nate come risultato della lunga lotta sociale tra patrizi e plebei.
Dopo l’espulsione dell’ultimo re di Roma, Tarquinio Superbo , la Repubblica era governata da una gerarchia di magistrati. Inizialmente, solo i patrizi potevano diventare magistrati e questo limite era fonte di malcontento per i plebei.
I plebei avviarono dunque nel 494 a.C una ribellione nota come “Secessione dell’Aventino”. La tradizione sosteneva che una delle più importanti concessioni ottenute in questa lotta di classe fu l’istituzione delle Dodici Tavole , che stabilivano i diritti fondamentali per tutti i cittadini romani.
Intorno al 450 a.C, vennero designati dieci uomini, o decemviri, per redigere le prime dieci tabelle. Secondo Livio, i romani inviarono un’ambasciata in Grecia per studiare il sistema legislativo di Atene , noto come Costituzione di Solone, che ebbe un ruolo di modello per la creazione delle leggi.
Il contenuto delle dodici tavole
Le Dodici Tavole sono spesso citate come fondamento del diritto romano antico. Le Dodici Tavole fornirono una prima definizione di alcuni concetti chiave come giustizia , uguaglianza e punizione. Queste antiche leggi fornivano protezione sociale e diritti civili sia ai patrizi che ai plebei.
Sebbene le leggi presentassero gravi mancanze che richiesero al più presto una riforma, le Dodici Tavole allentarono la tensione civile e la violenza tra plebei e patrizi.
Anche le Dodici Tavole hanno fortemente influenzato e sono citate nei successivi testi di leggi romane, in particolare nel Digesto di Giustiniano I.
Le Dodici Tavole non esistono più: sebbene siano rimaste una fonte importante per tutta la Repubblica, divennero gradualmente obsolete, mantenendo alla fine solo un interesse storico.
Le tavolette originali potrebbero essere state distrutte quando i Galli di Brenno bruciarono Roma nel 387 aC.
Quello che abbiamo oggi sono brevi estratti e citazioni di queste leggi realizzate da altri autori. Sono scritti in un latino arcaico: non è possibile determinare se i frammenti citati conservino accuratamente la forma originale. Alcuni studiosi sostengono che il testo sia stato scritto in forma semplificata di modo che i plebei potessero memorizzare più facilmente le leggi, poiché l’alfabetizzazione del periodo arcaico romano era estremamente bassa.
Come la maggior parte degli altri primi codici di diritto, erano in gran parte procedurali , combinando sanzioni severe con forme procedurali altrettanto rigorose.