Troia, Palazzo “6M”: spilla d’oro e giada riscrivono i commerci antichi.

A Çanakkale, nella Turchia nordoccidentale, sono recentemente emersi dal suolo reperti straordinari nell’area di Hisarlik, antica Troia: una spilla d’oro, un raro pezzo di giada e una fibula di bronzo risalenti a circa il 2500 a.C. Il ritrovamento è stato annunciato dal Ministero della Cultura e del Turismo turco e dal team guidato dall’archeologo Reyhan Körpe dell’Università Onsekiz Mart. I reperti sono stati recuperati davanti all’edificio denominato “6M Palace”, una struttura di grande rilievo nel panorama archeologico di Troia.

La spilla in oro, descritta come un esemplare di straordinaria fattura, è stata realizzata localmente circa 4.500 anni fa. Secondo gli studiosi, la sua conservazione è eccezionale e il suo valore artistico e simbolico è inestimabile, tanto che si tratta di uno dei soli tre esemplari noti al mondo. Questo oggetto, un anello-spilla di tipologia molto antica, offre una nuova chiave di lettura sui livelli di raffinatezza raggiunti dagli orafi troiani dell’età del bronzo, testimoniando tecniche di lavorazione che rivaleggiano con quelle dei grandi centri coevi del Mediterraneo orientale.

La scoperta che più stupisce il mondo scientifico è però il frammento di giada: la sua presenza in Troia suggerisce rapporti commerciali e culturali di lungo raggio già in epoca preistorica. Gli esperti ipotizzano che la giada possa provenire dalle lontane regioni dell’Asia, come la Cina o l’Afghanistan, luoghi in cui questa pietra era già nota per il suo valore ornamentale e rituale. Questo piccolo oggetto diventa così una testimonianza materiale delle reti di scambi che attraversavano l’Eurasia, collegando il bacino del Mediterraneo con gli altopiani orientali, molto prima che le fonti storiche ne attestassero l’esistenza.

Nel corredo recuperato presso il palazzo 6M figura anche una fibula in bronzo, tipica del III millennio a.C., che racconta la quotidianità e le abitudini sartoriali delle élites troiane del tempo. Questi oggetti, associati probabilmente a figure di alto rango della società, restituiscono un quadro sorprendente della vita materiale e delle gerarchie che regolavano l’antica città di Troia nel suo periodo di massimo splendore.

Il luogo del ritrovamento, la zona del “6M Palace”, si distingue per la concentrazione di strutture monumentali e di reperti di lusso, suggerendo che Troia non fosse solo un baluardo militare o un mitico scenario epico, ma anche un centro aristocratico vivace e cosmopolita. Secondo Reyhan Körpe, la qualità dei reperti evidenzia il ruolo della città come punto di convergenza fra culture diverse e come snodo cruciale nelle rotte di scambio di metalli preziosi e pietre rare.

Il Ministero turco ha annunciato che i nuovi tesori saranno esposti al Museo di Troia, già noto per raccogliere alcune delle più importanti testimonianze materiali dell’età del bronzo anatolica. La notizia dei ritrovamenti ha suscitato grande interesse sia nella comunità scientifica sia nel pubblico, che da sempre guarda a Troia come a un luogo avvolto nel mito ma saldo nelle evidenze della storia archeologica.

Le indagini proseguono attraverso analisi approfondite condotte da archeologi, geologi ed esperti di materiali, al fine di ricostruire con precisione non solo la cronologia dei reperti, ma anche la loro funzione sociale e il percorso che li ha portati fino all’antica città. Si indaga in particolare la provenienza della giada, di cui saranno condotte analisi mineralogiche e isotopiche per comprenderne l’origine, mentre la spilla d’oro verrà studiata per individuare le tecniche di lavorazione e stilistiche utilizzate dagli orafi troiani.

Il palazzo 6M, già oggetto di numerose campagne di scavo, si rivela oggi una miniera di conoscenze che amplia ulteriormente il panorama storico di Troia. Le nuove scoperte alimentano la curiosità degli studiosi sulle relazioni tra le civiltà anatoliche e quelle dell’Asia centrale e orientale. La collocazione cronologica dei materiali attesta che la città conservava già nel III millennio a.C. una fitta rete di contatti, contraddicendo l’immagine di un mondo antico isolato.

Questi ritrovamenti, lungi dall’essere meri oggetti di lusso, sono custodi di storie e significati profondi, testimoni dei legami che superavano le barriere geografiche e culturali. Troia si conferma sempre più come crocevia di civiltà, esempio di scambi lontani nel tempo e nello spazio, e centro vivo della storia del Mediterraneo antico.

Le analisi degli archeologi promettono nuove rivelazioni, mentre i reperti appena esposti al Museo di Troia restituiscono al grande pubblico il fascino di una città leggendaria in costante dialogo con le scoperte della ricerca contemporanea.