Riscoperta a Pompei la “sala d’attesa” dei poveri, svelata dalle incisioni sulla panca

Roma e la sua Arte

Scavi di Pompei – Villa dei Misteri. Agli occhi di studiosi e visitatori, le antiche mura della Villa dei Misteri a Pompei continuano a restituire segreti che gettano nuova luce sulla quotidianità dei suoi frequentatori poco prima dell’eruzione del Vesuvio. Negli ultimi mesi, nel corso delle investigazioni archeologiche condotte lungo il fronte nord-occidentale della celebre residenza, è emerso un particolare che racconta la dimensione umana dei protagonisti della vita pompeiana: sono stati scoperti incisioni e graffiti tracciati sul muro di una panca all’ingresso della villa, lasciati dagli avventori che attendevano di essere ricevuti dal patrono, il potente padrone di casa.

La panca in questione, realizzata in cocciopesto, sorgeva proprio di fronte all’ingresso monumentale della Villa dei Misteri, segnato da un alto portone sovrastato da un arco e affiancato da paracarri in muratura. Ad avvalorare l’importanza di questa scoperta, le incisioni rappresentano una testimonianza diretta del via vai di clienti – i cosiddetti clientes della società romana – che ogni mattina si radunavano aspettando di ricevere protezione e favori. Non erano nobili né commercianti affermati, ma piuttosto uomini modesti, braccianti, poveri in cerca di un sostegno, che spesso si intrattenevano sulle panchine incidendo graffiti con carboncini o strumenti appuntiti, per ingannare il tempo e lasciare traccia del loro passaggio.

Le recenti attività di scavo sono il frutto della collaborazione tra il Parco Archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, unite dal duplice intento di tutelare il patrimonio da traffici illeciti e di finanziare la demolizione di opere abusive che colpiscono un’area sottoposta a vincoli stringenti. Grazie a queste attività sinergiche, l’ingresso originario della villa ha ripreso vita, portando con sé non solo il fascino architettonico del sito, ma anche la voce silenziosa di chi ne animava la quotidianità.

Nella società romana, la figura del cliente occupava un ruolo fondamentale nelle dinamiche sociali. I clientes erano individui di estrazione umile, legati da dipendenza e riconoscenza ai patroni che li ricevevano, offrendo sostegno economico, protezione legale e, talvolta, un pasto caldo. L’attesa davanti alle domus era rituale, tanto che la presenza di panchine gremite davanti alle abitazioni era simbolo dello status del padrone: più persone sostavano in attesa di essere ricevute, più il dominus era considerato influente e potente.

Il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel, ha sottolineato come anche altre abitazioni pompeiane presentino segni analoghi, con le panchine poste strategicamente davanti agli ingressi. La similitudine con una “sala d’attesa” di oggi appare immediata: una folla spesso composta da individui che ignorano se, quel giorno, sarebbero stati accolti oppure no. A volte il padrone poteva decidere di non ricevere nessuno perché impegnato in altre faccende o semplicemente perché aveva trascorso la sera precedente in oziose attività. In quei momenti sospesi, qualcuno tra gli astanti afferrava un carboncino e tracciava sul muro una data apparentemente priva di anno o forse il proprio nome, lasciando una testimonianza di vita che sarebbe riaffiorata secoli più tardi tra le pietre di quello stesso ingresso.

I graffiti pompeiani, da sempre fonte preziosa per gli studiosi, assumono un valore particolare in questo contesto perché permettono di addentrarsi negli strati bassi della società romana. A differenza delle sontuose sale affrescate ispirate ai misteri dionisiaci che hanno reso celebre la Villa dei Misteri fin dalle scoperte del primo Novecento, queste incisioni raccontano vite oscure, poco considerate dalle fonti letterarie, eppure fondamentali per comprendere la reale struttura delle relazioni sociali dell’epoca.

Oggi la Villa dei Misteri, meta quotidiana di migliaia di visitatori da tutto il mondo, offre un’esperienza inclusiva: ciò che fu privilegio di pochi, spesso irraggiungibile per molte delle persone che attendevano all’ingresso, è ora accessibile ogni prima domenica del mese anche a chiunque desideri immergersi nella storia. I graffiti ritrovati diventano così voce narrante di una storia “dal basso”, quella dei gruppi sociali spesso dimenticati dai grandi autori dell’antichità, ma ai quali Pompei riesce a restituire identità e memoria con una forza narrativa unica. La prosecuzione degli scavi promette di svelare ulteriori dettagli sulle dinamiche tra padroni e dipendenti, soprattutto nelle zone ancora parzialmente sepolte della villa, come il quartiere servile, confermando la Villa dei Misteri come uno dei complessi archeologici più affascinanti dell’Impero romano e un laboratorio eccezionale della storia sociale antica.