La medicina medievale: più evoluta del previsto e con rimedi social



Un recente progetto internazionale, al quale hanno partecipato studiosi della Binghamton University ha messo in luce come le pratiche mediche dell’alto Medioevo fossero in realtà frutto di attenta osservazione, curiosità scientifica e volontà di migliorare la salute con i mezzi a disposizione in quel periodo. Gli studiosi hanno raccolto inediti manoscritti medici anteriori all’XI secolo, scoprendo un insieme di conoscenze che si avvicina a molte delle attuali tendenze del benessere, tra cui alcuni rimedi in perfetto stile “how to” su TikTok.

Un nuovo catalogo, noto come Corpus of Early Medieval Latin Medicine (CEMLM), ha raddoppiato il numero dei manoscritti medici conosciuti rispetto ai repertori precedenti. Questo ampliamento offre agli storici l’opportunità di esplorare un panorama più ricco e autentico delle pratiche mediche adottate in un’epoca a lungo considerata dominata dalla superstizione, a scapito della scienza.

La professoressa Meg Leja, studiosa di storia politica e culturale dell’Europa tardoantica e medievale, sottolinea come le persone fossero «profondamente interessate alla salute del corpo». In un tempo spesso descritto come immerso nell’ignoranza, le popolazioni annotavano intuizioni e ricette su ogni genere di manoscritto: grammatiche, testi teologici, poesie e trattati filosofici. Questo testimonia un interesse diffuso per la medicina e un desiderio costante di raccogliere, trasmettere e sperimentare conoscenze utili.

Scorrendo le pagine di questi manoscritti emergono soluzioni molto simili alle tendenze attuali. Un caso emblematico è il rimedio per il mal di testa: si schiacciava un nocciolo di pesca, lo si mescolava con olio di rosa e si applicava il composto sulla fronte. Oggi, la scienza riconosce le proprietà lenitive dell’olio di rosa contro le emicranie, confermando la validità di alcune intuizioni medievali.

Altrettanto curioso è lo “shampoo di lucertola”, che prevedeva l’uso di pezzi di lucertola per nutrire i capelli rendendoli più folti, oppure, al contrario, per rimuoverli. Questa pratica richiama i moderni trattamenti di depilazione chimica, il waxing e i rimedi naturali promossi online. La continuità non si limita agli ingredienti, ma riguarda anche l’approccio sperimentale al corpo e il desiderio di migliorarne l’aspetto e il benessere.

Uno degli aspetti più affascinanti di questa scoperta riguarda la circolazione delle conoscenze. Contrariamente all’idea che la medicina fosse dominio esclusivo di pochi eruditi in grado di leggere Ippocrate o Galeno, molti testi del CEMLM raccolgono appunti pratici, annotazioni, rimedi condivisi tra popolani, guaritori, monaci e studiosi. Un sapere diffuso, nato dall’osservazione della natura, da esperimenti empirici e da scambi quotidiani sul tema della salute.

Il progetto ha previsto una sistematica catalogazione e digitalizzazione di manoscritti europei, che oggi costituiscono una risorsa preziosa per la ricerca storica e per la didattica. Per la professoressa Leja, rileggere questi testi fuori dai canoni accademici tradizionali significa restituire voce a una pluralità di attori sociali — uomini e donne — impegnati a interpretare i segnali del corpo e a migliorare le proprie condizioni di vita.

Colpisce il parallelo con la cultura contemporanea dei “life hack” e dei rimedi fai-da-te che circolano sui social. Molte delle soluzioni proposte nei manoscritti medievali anticipano, in forma embrionale, strategie oggi rilanciate da influencer e content creator. Non è raro, ancora oggi, imbattersi in consigli su impacchi, infusi, cure detox e usi insoliti di ingredienti naturali. L’uomo medievale, con la sua sperimentazione, sembra quindi meno lontano dall’uomo digitale di quanto si pensi.

Naturalmente, la medicina medievale si inseriva in una visione del mondo in cui religione, pratica e magia convivevano. Ciò non impediva però la ricerca di cause naturali e la sperimentazione di rimedi attraverso l’osservazione diretta. Nei manoscritti raccolti si trovano testimonianze di un desiderio di comprendere gli effetti di piante, minerali e animali, e di cogliere i legami tra alimentazione, stile di vita e salute.

La lettura dei nuovi documenti rivela una solida cultura dell’osservazione, in cui le comunità medievali studiavano con attenzione l’ambiente circostante per adattare i propri rimedi. Questo rapporto diretto con la natura e la volontà di imparare da essa rappresentano un filo conduttore che attraversa secoli di storia medica.

Oggi questa riscoperta ha un valore che va oltre l’ambito accademico. La digitalizzazione dei manoscritti rende accessibili questi testi a studenti, ricercatori e appassionati, favorendo una comprensione più ampia del sapere antico e del suo potenziale valore nel mondo attuale. Gli studiosi del progetto stanno lavorando a nuove edizioni e traduzioni, con l’obiettivo di rendere fruibile un patrimonio capace di arricchire l’insegnamento e stimolare nuove ricerche.

Dallo studio sistematico di queste fonti emerge una nuova narrazione del legame tra medicina, cultura e società nel Medioevo. Una narrazione che mette in luce la vivacità, la curiosità e il pragmatismo degli uomini e delle donne dell’epoca. La medicina medievale si rivela così come un crocevia di saperi popolari, intuizioni geniali e pratiche interdisciplinari, tutte tese al miglioramento della vita quotidiana.

La ricerca prosegue, con nuove scoperte e traduzioni in arrivo, aprendo scenari inediti sulla storia della salute e della scienza. Grazie a queste indagini, la medicina medievale assume un nuovo ruolo: quello di specchio delle esigenze e delle aspirazioni dell’essere umano, tanto ieri quanto oggi.