Leicester, uno scrigno di storia: Nuovi scavi svelano due millenni di vita urbana tra case romane, forni e un’antica prigione.

A Leicester, una delle città più antiche dell’Inghilterra, recenti scavi archeologici hanno aggiunto nuovi capitoli alla storia del territorio svelando quasi duemila anni di continuità urbana. Gli archeologi dell’Università di Leicester hanno condotto le indagini nell’area della piazza centrale del mercato, un luogo che da secoli rappresenta il cuore pulsante delle attività civiche e commerciali. I lavori, legati al progetto di riqualificazione della piazza, stanno offrendo una visione inedita sulla stratificazione storica della città e sulle trasformazioni vissute dall’epoca romana fino alla modernità.

Durante gli scavi sono emerse due abitazioni romane ben conservate, considerate tra i reperti più significativi del sito. Le strutture, databili a quasi 2.000 anni fa, offrono uno spaccato sulla vita privata e quotidiana degli abitanti di Leicester in età imperiale. Accanto alle case è stato rinvenuto un raro forno romano, testimonianza preziosa dell’attività artigianale e industriale che caratterizzava la città. Il ritrovamento di un’infante sepolto circa 1.900 anni fa rappresenta uno degli aspetti più toccanti dell’intervento: questa scoperta permette agli archeologi di approfondire le pratiche funerarie romane e di cogliere il valore dato all’infanzia nell’antica società.

Gli scavi si sono spinti oltre il periodo romano, mettendo in luce stratificazioni successive che narrano la continuità dell’insediamento nel corso dei secoli. Sono state individuate tracce dell’epoca anglosassone e medievale, con pavimentazioni collegate alla prima versione storica della piazza del mercato. Ogni livello di scavo ha rivelato segni delle varie trasformazioni subite dall’area, restituendo una sorta di “fetta di torta archeologica”, come descritto dagli stessi studiosi, dove ogni strato testimonia una generazione diversa di commercianti, artigiani e cittadini.

Un altro elemento di straordinario interesse riguarda il ritrovamento dei resti di un antico sotterraneo, che le fonti del XVI secolo descrivevano come una prigione degradante e inumana. Quella che gli studiosi identificano oggi come la “camera di Gainsborough” era parte di un edificio civico che ha svolto molteplici funzioni nel corso del Medioevo. Qui si tenevano processi giudiziari, riunioni del sindaco, banchetti e celebrazioni pubbliche, fino alla demolizione della struttura avvenuta intorno alla metà del Settecento. Questo ritrovamento getta nuova luce sugli aspetti più bui, ma anche su quelli istituzionali e cerimoniali della vita urbana.

L’intervento degli archeologi dell’Università di Leicester, reso possibile dal programma di recupero della piazza, sta così riscrivendo gli equilibri delle conoscenze sulla città. Lo studio e il recupero degli oggetti rinvenuti – piatti, oggetti in metallo, frammenti di costruzione, resti umani – arricchiscono il quadro delle attività produttive e delle abitudini alimentari e sociali dei diversi periodi storici. Le analisi condotte sul posto e nei laboratori universitari consentono di stabilire datazioni sempre più precise e di approfondire i rapporti tra Leicester e il contesto regionale, spiegando come la città si sia inserita nelle dinamiche economiche, culturali e politiche dell’Inghilterra dalle origini a oggi.

Il progetto di scavo, tuttora in corso, ha un valore eccezionale anche per la partecipazione della comunità locale e per l’attenzione mediatica suscitata dalle scoperte. Le autorità cittadine e i responsabili del progetto intendono valorizzare i risultati, integrandoli nei percorsi di visita e negli spazi museali cittadini. La narrazione della Leicester antica si arricchisce così di dettagli inaspettati, che offrono sia agli studiosi sia ai visitatori la possibilità di immergersi nei processi di formazione e trasformazione di una delle piazze più vivaci e rappresentative d’Inghilterra.

Queste scoperte confermano la centralità di Leicester nella storia britannica e offrono l’opportunità di ridefinire gli orizzonti della ricerca sulle città europee. Lo scavo della piazza centrale non è solo un’impresa di recupero archeologico, ma anche un modello virtuoso di collaborazione tra università, amministrazione e cittadini, volto a garantire che il passato continui a dialogare con il presente e a stimolare nuove domande sulla nostra eredità culturale.