Israele. La scoperta di un tesoro di monete a Huqoq svela l’ultima rivolta ebraica contro Roma

HUQOQ, ISRAELE – Una scoperta eccezionale ha riportato alla luce un tesoro numismatico unico, gettando nuova luce su uno degli episodi meno studiati della storia ebraica antica. Nel corso di una campagna di scavi condotta nel sottosuolo della località di Huqoq, nella Basso Galilea, un’équipe di archeologi israeliani ha estratto da una complicata rete di gallerie sotterranee un gruzzolo di monete bronzee risalenti al IV secolo d.C., accuratamente nascoste dai loro proprietari più di milleseicento anni fa. Questi passaggi e camere erano stati realizzati dagli ebrei locali tra il I e il II secolo per garantire rifugio durante le frequenti rivolte contro l’impero romano, testimonianza materiale della costante tensione vissuta dalla comunità di Huqoq.

In un primo momento, gli studiosi hanno pensato che il tesoro potesse essere stato occultato durante i periodi burrascosi della Grande Rivolta tra il 66 e il 70 d.C. o della più tardi rivolta di Bar Kokhba tra il 132 e il 135 d.C., due eventi che hanno segnato la storia della Giudea e rappresentano momenti chiave della resistenza ebraica contro il dominio romano. Tuttavia, un’analisi più attenta dei reperti numismatici ha rivelato una sorpresa notevole: sulle facce delle monete sono impresse le effigi di Costanzo II e Costante I, due imperatori che hanno regnato ben più tardi, a metà del IV secolo. Questo indizio permette di collocare il nascondiglio delle monete in un’urgenza assai diversa rispetto alle rivolte più note, associandolo alla cosiddetta Rivolta di Gallus del 351-352 d.C.—l’ultimo tentativo armato della comunità ebraica della regione di opporsi alle direttive imperiali.

La Rivolta di Gallus si colloca in un periodo travagliato per la Galilea e tutto l’impero romano, un’epoca segnata da instabilità politica e religiosa. Nei primi decenni del IV secolo, la dominazione romana era ormai saldo, ma nelle province orientali, le tensioni covavano appena sotto la superficie. L’insurrezione, scoppiata durante il governo del cesare Costanzo Gallo, sarebbe stata brutalmente stroncata dalle legioni, lasciando un’impronta profonda nella memoria collettiva delle comunità locali. Finora, però, le prove archeologiche dirette relative a questo episodio erano quasi inesistenti, rendendo il ritrovamento delle monete di Huqoq un elemento di enorme valore per la comprensione del periodo.

Le monete, perfettamente conservate, offrono un affascinante scorcio su quell’epoca di incertezza, quando gli abitanti cercarono rifugio e sicurezza non solo con la fuga nei cunicoli sotterranei, ma anche affidando le proprie ricchezze a nascondigli abilmente celati. Gli archeologi hanno sottolineato come proprio questa capacità di preservare anche modesti tesori, unita alla conoscenza della geografia locale e alla creazione di reti di gallerie e rifugi, rappresenti una delle caratteristiche più rilevanti della resistenza ebraica nel corso delle reiterate crisi dell’età tardo-antica.

Il ritrovamento è stato reso possibile grazie a tecniche di scavo stratigrafico particolarmente raffinate, necessarie per operare in ambienti fragili e profondi, dove anche il più piccolo errore può compromettere materiali di inestimabile delicatezza. La ricostruzione minuziosa dei livelli di utilizzo delle singole camere e dei tunnel ha permesso di datare con ragionevole precisione sia i lavori di scavo originali sia il momento in cui le monete sono state occultate. Questo lavoro, svolto a stretto contatto con esperti di numismatica e storia tardo-romana, ha confermato la natura straordinaria della scoperta: si tratta di uno dei rarissimi indizi materiali riconducibili in modo diretto a una rivolta poco documentata dalle fonti.

Gli studiosi hanno inoltre messo in evidenza il valore storico del deposito, che dimostra come il senso di insicurezza diffuso tra le popolazioni ebraiche della Galilea fosse ancora acuto nel IV secolo, ben dopo la fine delle grandi rivolte. L’abitudine di ricorrere a nascondigli segreti durante le crisi era stata dunque tramandata, probabilmente rinvigorita dalla memoria collettiva degli scontri precedenti. Le condizioni conservative delle monete, unite alla loro posizione nascosta in un punto difficilmente accessibile del sistema sotterraneo, suggeriscono un gesto dettato dalla paura e dall’urgenza, compiuto in un momento di estremo pericolo, in cui non fu poi più possibile tornare a recuperare il tesoro.

Questo nuovo tassello aggiunge ulteriore complessità allo studio delle dinamiche sociali e religiose della Galilea tardoantica, restituendo dignità storica a un evento a lungo rimasto nell’ombra sia delle grandi narrazioni storiche sia delle ricerche archeologiche. Il rinvenimento delle monete di Huqoq restituisce voce al trauma vissuto dalle comunità locali e permette agli studiosi di arricchire la ricostruzione della tenace resistenza che caratterizzò la popolazione ebraica anche nei secoli successivi alla caduta del Secondo Tempio.