Grecia, nuove scoperte a Mieza illuminano la scuola di Aristotele e Alessandro Magno

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Mieza, in Grecia settentrionale, è tornata recentemente al centro delle ricerche archeologiche grazie a una campagna di scavi che ha riacceso i riflettori su uno dei siti più emblematici dell’antichità. In questo luogo, attorno al 343 a.C., Aristotele avrebbe istruito il giovane Alessandro, futuro grande re di Macedonia, secondo quanto tramandato dagli storici greci. Gli ultimi lavori sono stati concentrati su un’indagine approfondita e sulla conservazione del monumentale ginnasio, una struttura pensata per offrire agli allievi un ambiente ideale sia per l’addestramento fisico che per lo studio intellettuale.

Questa grande struttura, la cui datazione aggiornata colloca la costruzione a metà del IV secolo a.C., si componeva di ben 14 acri suddivisi su tre terrazze scavate nella roccia. Il cuore del complesso era rappresentato dallo xystos, un portico dorico a due piani che si estendeva per ben 200 metri, concepito per permettere agli allievi di esercitarsi al riparo dalle intemperie. Lo xystos era affiancato da locali dedicati alla palestra, aree in cui si praticavano discipline atletiche, e da ambienti riservati all’insegnamento e allo studio della filosofia e delle arti, in perfetto spirito greco.

L’impianto architettonico del ginnasio di Mieza offre preziose informazioni sulle abitudini educative dei Macedoni dell’epoca e, soprattutto, sul valore attribuito all’educazione dei rampolli dell’aristocrazia. I recenti scavi hanno rivelato la presenza di anfore panatenaiche—contenitori caratteristici dei giochi di Atene—che conservavano oli pregiati usati dagli atleti per cospargersi il corpo prima delle gare, segno di uno stile di vita raffinato e influenzato dalla cultura greca più avanzata. Le anfore, provenienti appunto da Atene, testimoniano il prestigio e i mezzi materiali di cui godevano i giovani aristocratici macedoni, tra cui Alessandro.

Tra i reperti più singolari emersi dalla nuova indagine figurano quattro stilografi, antichi strumenti per la scrittura che, secondo gli archeologi, potrebbero essere appartenuti agli stessi studenti che seguivano le lezioni del filosofo di Stagira. Questo ritrovamento getta una luce intima sull’attività quotidiana della scuola aristotelica e suggerisce la centralità degli esercizi di scrittura e studio in quel contesto pedagogico. La qualità dei materiali e la ricchezza delle decorazioni degli oggetti ritrovati fanno emergere un quadro vivido del livello culturale raggiunto dalla corte di Filippo II e dal suo successore.

I nuovi dati sulla cronologia del sito hanno confermato in modo più preciso il periodo di costruzione, centrato proprio negli anni frequentati da Aristotele e Alessandro. L’area coperta dal ginnasio, la cura nei dettagli costruttivi e la complessità funzionale della struttura confermano la volontà, da parte della dinastia macedone, di modellare una classe dirigente preparata sia dal punto di vista fisico sia intellettuale. Questo tipo di istruzione era considerato fondamentale per accedere alle massime responsabilità di comando e per imporsi nei complessi scenari politici e militari mediterranei del tempo.

Lo scavo di Mieza, che prosegue sotto la supervisione delle autorità archeologiche greche, si affianca ad altri cantieri nel nord della Grecia volti a ricostruire l’ambiente e la formazione della figura di Alessandro prima della sua ascesa. La sinergia tra le tracce archeologiche e le fonti scritte consente di arricchire il racconto di una stagione della storia mediterranea che ha ancora molto da raccontare. L’attenzione per la conservazione delle strutture e lo studio dei reperti minori, come i vasi e gli strumenti di scrittura, permette di restituire uno spaccato più sfumato delle dinamiche educative e sociali che hanno accompagnato la crescita del futuro conquistatore.

Il sito di Mieza continua così a rivelare nuovi dettagli sulla cultura materiale della Macedonia antica e sul peso che la riflessione filosofica e la pratica educativa ebbero nel plasmare una delle figure più carismatiche della storia. La recente campagna di indagini rafforza il legame tra lo spazio fisico del ginnasio, i protagonisti della storia ellenistica e i processi di formazione che avrebbero cambiato il destino del mondo antico.