Olympos: Scoperto un grande bagno episcopale bizantino ma usato anche dalla comunità.

ANTALYA, TURCHIA— Un nuovo straordinario ritrovamento nel sito archeologico dell’antica Olympos, situata nella provincia meridionale di Antalya, sta attirando l’attenzione di storici e archeologi di tutto il mondo. Durante le recenti campagne di scavo, sotto la direzione di Gökçen Kurtuluş Öztaşkın dell’Università di Pamukkale, è stato portato alla luce un bagno episcopale di epoca bizantina, perfettamente conservato e di dimensioni imponenti, superiore ai 200 metri quadrati. L’edificio, risalente al V-VI secolo d.C., era annesso alla residenza di un importante leader della chiesa cristiana del tempo e rivela aspetti inattesi sulla vita urbana e religiosa nel periodo tardoantico.

La struttura del bagno si caratterizza per una complessità architettonica superiore rispetto ai tipici impianti privati destinati a figure religiose dell’epoca. Oltre alla vasta superficie, sono state identificate le componenti originali dell’intero sistema di riscaldamento, tra cui il kulan, ovvero la fornace centrale, e tutto l’apparato di canalizzazione per il calore lungo le mura. I ricercatori hanno rinvenuto anche frammenti degli antichi rivestimenti interni, importanti per ricostruire le tecniche decorative e costruttive adottate dai maestri bizantini nel territorio dell’attuale Turchia meridionale.

Secondo Öztaşkın, il bagno era accessibile non solo dal palazzo episcopale, ma anche direttamente dalla strada principale della città. Questo dettaglio ha permesso agli archeologi di approfondire la funzione sociale dell’edificio. Non si trattava infatti di un luogo strettamente riservato all’uso privato del vescovo; in alcuni giorni stabiliti della settimana, veniva aperto gratuitamente alla popolazione cittadina, offrendo così un servizio di igiene e benessere destinato a tutti i residenti. L’iniziativa, chiaramente documentata dalle fonti antiche e confermata dai dati emersi dallo scavo, sottolinea il ruolo chiave svolto dalla Chiesa nel promuovere la salute pubblica e nel consolidare i legami tra autorità religiosa e cittadinanza.

Il bagno episcopale di Olympos si inserisce in un contesto più ampio di strutture cristiane bizantine destinate non solo alla devozione, ma anche alla cura della comunità. La presenza di rivestimenti decorativi, la sofisticazione del sistema di riscaldamento e la doppia entrata testimoniano la volontà degli antichi di rendere questo spazio uno dei centri vitali della città. La campagna archeologica ha permesso di ricostruire anche le abitudini quotidiane degli abitanti, offrendo preziosi indizi sulle pratiche di igiene, il ricorso alle terme e le strategie di inclusione adottate dalle élite ecclesiastiche.

Non è la prima volta che l’area di Antalya regala sorprendenti testimonianze della storia bizantina: il rinvenimento si aggiunge infatti a una lunga serie di scoperte significative, come la basilica sommersa nel Lago di Iznik. I resti conservati dell’impianto termale di Olympos si presentano in condizioni eccezionali e permettono di comprendere la diffusione del modello romano delle terme anche nei contesti cristiani avanzati, mettendo in luce la capacità della civiltà bizantina di trasformare, adattare e perpetuare le tradizioni architettoniche e sociali della classicità.

Dalle analisi condotte sul campo, la struttura presenta soluzioni tecnologiche avanzate per il controllo della temperatura e delle condizioni igieniche. Gli studiosi stanno ora approfondendo lo studio dei materiali e delle tecniche utilizzate per erigere le mura e le coperture, con lo scopo di ricostruire in dettaglio l’aspetto originario e il funzionamento dell’edificio. Al tempo stesso, l’apertura del bagno alla cittadinanza nelle giornate prestabilite rappresenta una traccia evidente delle strategie pastorali adottate dai vescovi bizantini, che puntavano a rafforzare la loro influenza promuovendo benessere e coesione sociale.

Il ritrovamento del bagno episcopale di Olympos offre agli studiosi una nuova chiave di lettura per l’organizzazione degli spazi urbani in età tardoantica. La sinergia tra sacro e quotidiano emerge con particolare forza, evidenziando come anche gli edifici religiosi potessero diventare punti di riferimento essenziali per la vita pubblica. L’indagine archeologica continuerà nelle prossime stagioni e promette di portare ulteriori elementi di novità, contribuendo a ridefinire la comprensione della presenza bizantina nel Mediterraneo orientale. Nei prossimi mesi, si attende la pubblicazione di nuovi dati che potranno approfondire ulteriormente il quadro emerso, confermando la centralità di Olympos nel panorama della ricerca storico-archeologica mediterranea.