Il bacio tra primati risale a 21 Milioni di anni fa, dice studio

Dagli istituti di ricerca di fama mondiale, inclusi quelli dell’Università di Oxford e del Florida Institute of Technology, giunge una nuova prospettiva sull’origine di uno dei comportamenti più intimi e universali: il bacio.

Un recente studio, condotto dalla ricercatrice Matilda Brindle e dal collega Stuart West, entrambi dell’Università di Oxford, affiancati da Catherine Talbot della School of Psychology del Florida Institute of Technology, suggerisce che l’attività del baciarsi sia drammaticamente più antica di quanto si fosse immaginato fino ad ora. Secondo i risultati di questa ricerca, il primo bacio scientificamente attestato risalirebbe a oltre ventuno milioni di anni fa.

Questo comportamento, che oggi associamo primariamente all’affetto o alla passione umana, non è affatto una esclusiva della nostra specie. Si tratta, in realtà, di un’attività molto comune e diffusa tra numerosi gruppi di ominidi, come gli scimpanzé, i bonobo, i gorilla e gli oranghi, che sono i primati più strettamente imparentati con l’Homo sapiens. Ma l’abitudine al contatto orale è stata riscontrata anche in specie evolutivamente più distanti, come i macachi e i babbuini. Considerata questa ampia distribuzione nel regno animale, è altamente probabile che baciarsi rappresenti un tratto filogenetico della nostra specie, un comportamento ereditato che era quasi sicuramente presente anche nelle specie estinte del genere Homo, inclusa l’Homo neanderthalensis.

Il team di ricercatori afferma che le evidenze raccolte suggeriscono che il bacio si sia evoluto in un periodo compreso tra 21,5 e 16,9 milioni di anni fa, trovando le sue origini negli antenati comuni delle grandi scimmie. Si può dunque tracciare la linea evolutiva di questa attività fino all’antenato condiviso tra l’Homo e gli altri ominidi, un individuo vissuto approssimativamente tra i 10 e i 20 milioni di anni fa.

Il bacio, per sua intrinseca natura, che implica il contatto diretto tra parti sensibili del corpo, è un’attività che comporta dei rischi significativi, potendo facilmente favorire il contagio e la trasmissione di malattie. Affinché un comportamento così rischioso sia stato conservato e tramandato attraverso la selezione naturale, deve necessariamente aver garantito benefici evolutivi che superassero i potenziali pericoli. La teoria più accreditata suggerisce che il bacio si sia sviluppato a partire dalla pre-masticazione.

La pre-masticazione è un’attività osservata in molte specie animali in cui gli adulti masticano il cibo per poi passarlo direttamente con la bocca alla prole. Non è affatto da escludere che questa forma di alimentazione assistita fosse praticata anche dagli antichi Sapiens e dai Neanderthal. Se si considera il bacio come un’antica sublimazione di questa pratica, esso scatena inevitabilmente sensazioni positive che ne hanno favorito la conservazione.

Per spiegare il mantenimento di questo tratto, i ricercatori hanno proposto diverse teorie. La teoria della selezione sessuale vede nel bacio un meccanismo evolutivo raffinato: esso fornisce un’opportunità per “saggiare” o valutare la compatibilità di un potenziale partner, oppure per aumentare l’eccitazione sessuale, migliorando così le possibilità di riprodursi. Parallelamente, esiste una teoria sociale che enfatizza il ruolo del bacio nella costruzione e nel rafforzamento dei legami interpersonali, agendo anche come strumento per favorire il rilassamento e contribuire alla risoluzione dei conflitti sociali all’interno del gruppo.

L’indagine sulla natura del bacio apporta dettagli sorprendenti anche alla relazione tra la nostra specie, Homo sapiens, e i nostri stretti cugini estinti, l’Homo neanderthalensis. Questa connessione inattesa passa proprio attraverso la cavità orale, dove entrambe le specie condividevano un particolare batterio del microbiota, denominato Methanobrevibacter oralis.

È noto che i Sapiens e i Neanderthal si separarono dal loro antenato comune, probabilmente l’Homo heidelbergensis, in un lasso di tempo stimato tra i 750.000 e i 450.000 anni fa. Ciò che risulta sbalorditivo è il dato genetico relativo al Methanobrevibacter oralis: il suo patrimonio genetico si è differenziato tra le due specie “solo” tra 143.000 e 112.000 anni fa.Questo ampio divario temporale tra la separazione delle specie e la differenziazione del batterio suggerisce che i Sapiens e i Neanderthal abbiano continuato a scambiarsi saliva, e quindi molto probabilmente baci, per un periodo prolungato di circa mezzo milione di anni. Questo lungo e intimo interscambio si sarebbe verificato specialmente nel Medio Oriente, l’area geografica dove le due popolazioni convissero per un lunghissimo arco di tempo. L’analisi di questo batterio, un marcatore silenzioso di antiche interazioni orali, illumina un capitolo inatteso della storia evolutiva umana. La condivisione prolungata di questo tratto specifico del microbiota dimostra che le dinamiche di contatto tra Homo sapiens e Neanderthal furono molto più intime e durature di quanto si potesse ipotizzare in precedenza. È la bocca, quindi, a fornire la prova biologica di una convivenza prolungata e di uno scambio che ha lasciato tracce indelebili nella storia di entrambe le popolazioni.