Non tutto quello che viene raccontato su Roma e la sua storia corrisponde alla realtà: molti esempi che si tendono a dare come veritieri e scontati sono in realtà falsi miti tramandati travisando le informazioni a disposizione, a partire dall’uso dei pollici fino ad arrivare a Nerone incendiario.
Pollice in su o pollice in giù?
Uno dei falsi miti più diffusi riguardanti l’antica Roma riguarda il fatto che si usasse il pollice verso per condannare.
La leggenda vuole che se l’Imperatore all’interno dell’arena o del Colosseo avesse mostrato il pollice in alto la persona sarebbe stata salva mentre se lo avesse rivolto in basso sarebbe morta.
Le fonti di Roma antica in realtà non confermano niente di tutto ciò, anzi.
Alcuni studi relativi all’epoca hanno portato a galla indizi dai quali sembrerebbe che avvenisse esattamente il contrario: il pollice in alto è simile a una spada, quindi rivolgerlo in alto sarebbe sinonimo di morte mentre porlo verso il basso significherebbe rinfoderare la spada, e quindi salvare la vita di chi è in attesa del verdetto.
Nerone, l’incendiario con la cetra
Altro mito duro a morire nella società attuale è quello che vorrebbe l’imperatore Nerone aver dato fuoco a Roma per poi osservarla bruciare suonando la cetra.
Questo luogo comune è più recente di altri riguardanti l’Impero Romano e deriva direttamente dai film di Hollywood che hanno esacerbato la figura del despota in questione.
La città di Roma venne effettivamente quasi rasa al suolo nel 64 d.C. a causa di un incendio che ne colpì varie zone: il punto è che Nerone non era nemmeno presente in città e non diede nessun ordine di appiccare il fuoco.
La realtà storica dei fatti vuole i cittadini romani chiedersi in gran numero cosa fosse successo e “incolpare” Nerone perché oltre che imperatore era edile della città e quindi responsabile per la sicurezza del popolo.
L’imperatore poi ne approfittò per dare la colpa alla setta dei Cristiani che in quel periodo si prestavano ai suoi occhi particolarmente bene come capro espiatorio.
I soldati romani con il pennacchio
Cosa dire poi della raffigurazione dei soldati romani? Non tutti avevano il pennacchio in testa: questo era un tratto distintivo esclusivamente dei centurioni. E non era nemmeno rosso, come non erano rossi i mantelli quando presenti nella dotazione del soldato.
Nella Roma antica ottenere il colore porpora non era né semplice né economico: era quindi impensabile che si potessero produrre facilmente migliaia di mantelli rossi da distribuire ai soldati i quali, tra l’altro, non avevano bisogno di questo tipo d’indumento.
Un altro mito favorito dalla rappresentazione cinematografica di questa figura tanto quanto quella del gladiatore.
Chi “studia” la storia romana attraverso i film tende a pensare che i romani fossero praticamente tutti gladiatori: non è così. Certo, tendenzialmente questi combattenti erano schiavi, ma potevano essere anche vip o ricchi.
Erano persone che frequentavano le scuole gladiatorie ed erano gestiti dai lanisti. Non era una vita facile quella del gladiatore e non veniva scelta da molti come possibilità di carriera.
I romani che vomitavano per mangiare di nuovo
Un altro mito su Roma da sfatare? Spesso i romani vengono dipinti come dei pazzi invasati che mangiavano fino a scoppiare salvo poi vomitare e mangiare nuovamente.
Questa è ovviamente una rappresentazione altamente fuorviante, derivante dal fatto che all’interno degli anfiteatri esistessero delle strutture chiamate “vomitoria” che, a dispetto di quel che si possa pensare, non erano luoghi dove dare di stomaco per poi rincominciare a rimpinzarsi.
Si trattava piuttosto di passaggi appositamente creati per far defluire la folla attraverso dei canali controllati e non pesare troppo sulle scalinate. Insomma, un modo per muoversi e gestire gli spazi in maniera sostenibile.
Certo, alcune opere raccontano e raffigurano grandi banchetti romani, ma si tratta i casi isolati ed estremi che spesso venivano presi ad esempio o riprodotti per condannare un comportamento eccessivamente lascivo.
In conclusione Roma era ben diversa da come le leggende metropolitane la vogliono dipingere: prima di convincersi di qualcosa riguardo la sua storia è bene consultare fonti attendibili.